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lunedì, giugno 13, 2011

Agli Italiani

All'Italiano che è disilluso e non crede più di poter cambiare le cose, tanto non cambia nulla
All'Italiano che guarda i suoi figli ed è troppo preoccupato di non arrivare alla fine del mese per pensare al loro futuro
All'italiano che ascolta ma è stanco di pensare, tanto è tutto un magna magna
All'Italiano che non si vuole far fregare e non si fida di nessuno
All'Italiano che non capisce nulla di politica e non gliene frega niente, tanto la fanno difficile per non farci capire nulla
All'Italiano che prega perché Dio, Gesù e la Madonna facciano qualcosa per questo Paese
All'Italiano che se può approfittare ne approfitta, tanto ne approfittano tutti
All'Italiano che si alza all'alba torna tardi a casa la sera e non vuole stare a sentire di morti ammazzati e politici corrotti
All'Italiano che aspetta
All'Italiano che non si schiera
All'Italiano che non s'indigna
All'Italiano che non si arrabbia
All'Italiano che il mio amico è candidato alle comunali
All'Italiano che ho un amico assessore se hai bisogno di qualcosa
All'Italiano che perde di vista d'essere rappresentato dai politici prima d'essere governato

A questi Italiani io non auguro d'esser travolti dalle scelte

di chi crede ancora di poter cambiare le cose
di chi ha energie e tempo per preoccuparsi del futuro dei suoi figli
di chi ascolta e non vuole giustificare
di chi tenta sempre di aver fiducia negli altri
di chi si s'informa e si sforza di capire
di chi fa e non aspetta la manna
di chi pur potendo approfittare sa fermarsi un attimo prima
di chi trova del tempo e s'angustia nonostante la giornata di lavoro
di chi non vuole aspettare
di chi si schiera
di chi s'indigna
di chi si arrabbia
di chi vota per chi vale
di chi cerca di non aver bisogno di nessuno
di chi sa d'essere responsabile di questo Paese, con sacrosanti diritti e doveri

a questi Italiani io auguro di sentirsi parte di questo Paese, l'Italia. Che siamo noi.


Vento di Terra - Lago Maggiore, 2009

giovedì, giugno 09, 2011

Smart mob?!

La rete è un crogiolo di umanità e utilizzandola ti accorgi quante persone e come, vengono in contatto tra loro consapevolmente o meno. Da qualche parte, molti anni fa, lessi che la rete è un Golem e sposai il paragone. Oggi lo trovo riduttivo e poco efficace, resta pur vero però che straordinariamente il web assorbe informazioni e contenuti e talvolta dà vita a masse informi che ad un cenno eseguono.

Crogiolando ho trovato questo video



Un Flash mob (dall'inglese flash "rapido", "improvviso" - mob "folla") per chi non lo sapesse, è una riunione in uno spazio pubblico che si scioglie nel giro di poco tempo. È organizzata da un gruppo di persone, coordinatesi via internet o cellulare, con lo scopo di realizzare un'azione improvvisa e insolita, per puro intrattenimento.
È più corretto tuttavia parlare di Smart mob. Masse, folle, all'improvviso... ma intelligenti.
Lo Smart mob (dall'inglese smart "intelligente" - mobile "telefono" abbr. con un gioco di parole in mob "folla") è il fenomeno per cui gruppi di individui, dalla decina al migliaio, si autoconvocano per azioni collettive e coordinate, sfruttando non tanto le moderne tecnologie in quanto tali, ma il loro uso e la loro valenza sociale.
La differenza è minima, sottile e per molti trascurabile, il Flash mob è una sottocategoria dello Smart mob, nonostante generalmente si tenda a considerarli fenomeni distinti, classificandoli in base all'intento da cui nascono: il Flash mob nasce come spettacolo, intrattenimento, performance artistica, lo Smart mob avrebbe, nella distinzione, intento politico e di protesta.


Navigando e curiosando per capire meglio lo Smart mob, ho scoperto che è stato Howard Rheingold, critico letterario e saggista statunitense, nonché guru dell'information technology, a mettere in luce nel 2002 il significato sociale e la carica rivoluzionaria di questi eventi. Famoso nella storia della comunicazione per aver coniato il termine "comunità virtuali", Rheingold da sempre esalta il potere sociale dei media in seno alle comunità che il web genera e quasi silente attiva, e riguardo alle Smart mob scrive Smart mobs. Tecnologie senza fili, la rivoluzione sociale prossima ventura edito nel 2003 in Italia da Cortina Raffaello (se qualcuno ne ha sentito parlare o l'ha letto magari mi faccia sapere). Azione e comunicazione si coordinano dunque attraverso strumenti e new media sempre più sofisticati e interattivi, il primo più famoso Smart mob della storia si verificò nel 2001 quando nella Filippine un assembramento di militanti si diede appuntamento tramite sms al Santuario di Edsa - luogo simbolo del rovesciamento del regime di Marcos nel 1986 - per protestare contro il regime corrotto del presidente Joseph Estrada. Il passaparola fece crescere tanto rapidamente la protesta che Estrada venne poi rimosso dall'incarico.
"Rompere le norme che regolano le situazioni sociali, strappare l’ovvietà quotidiana e produrre un linguaggio inatteso, sincronizzato e corale che si possa negare subito dopo l’azione" E. Goffman. Tali fenomeni metterebbero così in luce il potere sociale della rete e delle nuove comunità high-tech intelligenti, esaltando il connubio forte e inatteso tra tecnologia e società, a dispetto di chi vede nel web un impoverimento e una minaccia alla socializzazione o alla coscienza collettiva.

È esaltante immaginare che la rete possa e riesca a coordinare, organizzare e attivare moltitudini di persone che non si conoscono creando qualcosa di inatteso e improvviso. Non riesco però ad esimermi dal pensare che il Golem non era che un servo, un gigante d'argilla forte e ubbidiente, e così a dirmi che è pur sempre essenziale prima d'ogni azione, restare ben saldi alla propria individualità.


...ah! e se mi mandate un sms o un'email o un piccione per sovvertire il Presidente, che sia chiaro io accorro con tutta la mia più consapevole identità sociale!



giovedì, febbraio 17, 2011

L'olio di frittura

l'olio della frittura, ecco, non va buttato nel lavandino o nello scarico del water, una volta raffreddato va smaltito - magari accumulandolo - dentro una bottiglia di plastica in un'oasi ecologica o dato ad un ristorante che può provvedere allo smaltimento o al riutilizzo. perché inquina un sacco. di più. ecco.

se non vi fidate, cercatevi da soli qualche altra notizia, che io c'ho già troppi pensieri e questo, che dovevo scriverlo sul blog, me lo dovevo proprio togliere dalla testa.

venerdì, ottobre 09, 2009

Gli asini non volano. Soprattutto in guerra.

"Regalare un po' di gioia ai piccoli in tempi di guerra anche a costo di barare. Nasce così la storia degli asini diventati zebre. I due esemplari autentici sono morti durante l'offensiva israeliana di gennaio a Gaza. Per non deludere i bambini i responsabili dello zoo hanno deciso di utilizzare i due asini a cui sono state disegnate le strisce anche perché, cosa non secondaria, lo zoo non ha fondi per l'acquisto di esemplari autentici". Repubblica.it 09-10-2009




E che nessuno si azzardi a dirmi che questa è solo spettacolarizzazione dei drammi della guerra.
Perché lo so già. E mentre atterrisco, mi commuovo lo stesso.

sabato, ottobre 03, 2009

Il corpo delle donne



"Abbiamo introiettato il modello maschile così a lungo e così profondamente da non sapere più riconoscere cosa vogliamo veramente e cosa ci rende felici. Voglio dire che ci guardiamo l'un l'altra con occhi maschili, guardiamo i nostri seni, le nostre bocche e le nostre rughe come pensiamo un uomo ci guarderebbe, il modello corrente di bellezza non ci rappresenta ed è per lo meno strano che la pubblicità utilizzi immagini con riferimenti sessuali appetibili per i maschi per attrarre però pubblico femminile."

"Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso." Guy Debord

martedì, giugno 02, 2009

Oggetti smarriti

Io ho davvero perso il senso delle cose.
L'ho perso come quando perdi un mazzo di chiavi o come quando perdi un orecchino o qualcosa ti cade dalla tasca.

Il 7 e 8 aprile 2009 le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole al «Programma pluriennale relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter JSF», il progetto che il Governo intende lanciare mediante la produzione e acquisizione di 131 cacciabombardieri JSF completi di relativi equipaggiamenti, supporto logistico e basi operative. Costo stimato: oltre 15 miliardi di euro, da investire nel periodo 2009-2026.

Era l'indomani del terremoto in Abruzzo...
Lavoratori in cassa integrazione...


Mi limito a riportare alcune stime per le alternative di spesa al programma F35.

Con i oltre 15 miliardi di euro complessivi del progetto per il JSF si potrebbe:

Costruire 3.000 asili nido
costo 1 miliardo di € con beneficiari 90.000 bambini da 0 a 3 anni e 50.000 famiglie
Posti di lavoro creati: 20.000

Mettere in sicurezza 1.000 scuole
Costo 3 miliardi di € con beneficiari 380.000 studenti
Posti di lavoro creati: 15.000


Installare 10 milioni di pannelli solari
Costo 8,5 miliardi di € con beneficiarie 300.000 famiglie
Posti di lavoro creati: 80.000


Dare indennità di disoccupazione di 700 € per 6 mesi ai precari con reddito inferiore ai 20.000 €
Costo 2,5 miliardi di € con beneficiarie 800.000 persone

in alternativa a quest'ultima

Ristrutturare il centro storico dell’Aquila, 5.000 case inagibili, l’ospedale e la casa dello studente
Costo 2,5 miliardi di € con beneficiarie 30.000 persone
Posti di lavoro creati: 2.000



Con i 100 milioni di euro di un singolo cacciabombardiere JSF si potrebbe:

Acquistare 20 treni per pendolari
Costo 100 milioni di € con beneficiari 20.000 studenti
Posti di lavoro creati: 1.500

Acquistare 5 Canadair per servizio antincendio
Costo 100 milioni di € con beneficiaria un’area di 200.000 abitanti

Qualora qualcun'altro, adesso, abbia la sensazione di essersi perso qualcosa, troverà ulteriori informazioni su Disarmo.org, Sbilanciamoci.org.



venerdì, maggio 01, 2009

Piccole donne di plastica.

Che fosse già grave che più di una generazione, si sia lasciata comporre e scomporre l'immaginario femminile da curve mozzafiato, una pelle liscia e lucida come plastica, capelli biondi lunghi e cotonati, scarpe rosa col tacco sotto un seno da champagne, non ha scoraggiato chi ha creato Fulla. La Barbie un po' meno mozzafiato, dal capo coperto, ma altrettanto ben equipaggiata.

Fulla non è solo dedicata alle bambine arabe, ma pensata e studiata per tutte le bambine musulmane che poco e difficilmente potrebbero identificarsi nella classica biondina americana.

La chicca è che a differenza della Barbie, Fulla è casta dentro oltre che fuori, così è praticamente impossibile spogliarla. Come la migliore delle geishe, lascia intravedere curve e stacco coscia da un costume intero, impossibile da sfilare.

Gadget e modelli si sprecano ma nella sostanza il principio è lo stesso, una ragazza giovane e ben tornita che incarna il mito della ragazza bella e senza cervello.

Perché, diciamolo, il bambolotto che si ciuccia il dito, ha un suo senso, una bambola morbida di pezza ne ha un altro, ma una donna spigolosa in tacchi e abiti alla moda a cosa può servire se non ad annichilire sin da subito la nascente coscienza di e la costruzione di un'identità basata sull'individualismo e l'accettazione delle differenze?

Ben inteso, a me, da bambina, non regalavano Barbie, così le desideravo più di ogni altra cosa... e solo dopo tanta fatica, sono riuscita a conquistarmi la prima. Ma tutto questo non toglie che in quanto tale, questo giocattolo, non ha nulla di educativo.

I giocattoli, così come le favole, sono passe-partout per la realtà. I bambini attraverso le favole imparano le regole del mondo, attraversano drammi e catastrofi ma sempre al sicuro tra le lenzuola, iniziano a costruirsi la propria identità lasciandosi affascinare dal principe o dalla principessa e non devono vergognarsi se la strega li spaventa. I giocattoli hanno lo stesso ruolo, aiutano il bambino a prendere dimestichezza con le forme del mondo e la gestualità quotidiana.

Una Barbie, una Fulla, sono talmente lontane da tutte queste funzioni che sorge il dubbio non siano state create con propositi educativi positivi ed anzi che siano detonatori attivi per l'esplosione di piccole identità complessate e mutilate.

Barbie nel 1959 del resto, era la risposta ad una generazione di bambine che avrebbero dovuto affrontare una società maschilista e castrante, ma Fulla, nata nel 2003, è di certo ancor più socialmente integrata, non a caso le bambine musulmane avranno ben chiaro che se non si può spogliare allora è un modello da emulare, libere di emanciparsi.



sabato, aprile 25, 2009

Indifferenti - Buon 25 aprile [parte seconda]

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.


Antonio Gramsci, Indifferenti, 11 febbraio 1917

Buon 25 Aprile [parte prima]

Svegliarsi pieni di buoni propositi è sempre un bene, del resto non si dice a caso che il mattino ha l'oro in bocca.
Se ieri quindi ho deciso di diventare una persona migliore, oggi ho deciso di non rimanere indifferente*, qualora corra il rischio, per svariate ragioni, di esserlo in futuro.

Ho così partorito l'ultima verità della serie "ho scoperto l'acqua calda".

Che non è giustificabile e tollerabile in alcun modo qualunque tipo di espressione, manifestazione, rimostranza pubblica filofascista. E' ancor meno tollerabile giustificare tali episodi come eventi sporadici, con scarso seguito, a cui non dar voce, considerato l'esiguo numero di manifestanti.
Che non è giustificabile e tollerabile che anche un solo individio si identifichi in tali ideali perchè questo è già l'assoluto fallimento di uno stato di diritto democratico e civile, quale dovrebbe essere l'Italia.

E mi si conceda l'aver semplificato il concetto, nel suo emblema, un corteo in strada.




* vedasi post successivo.

mercoledì, aprile 08, 2009

approposito di uova...

Giusto una precisazione... perché non si dica che qui si posta a vanvera...

Capisco che con tutti i problemi nel mondo non tutti hanno a cuore gli allevamenti di galline... ma, come dire, si leggono tante stronzate durante il giorno, che perdere un attimo a leggere una letterina sull'uovo, al supermercato, non vi stravolgerà i bioritmi o farà perdere l'ultima puntata del vostro telefilm preferito.

Visto e considerato poi che neanch'io voglio farvi arrivare in ritardo al prossimo appuntamento, arrivo subito al dunque circa il numerino indicante il TIPO DI ALLEVAMENTO e la relativa corrispondenza, che mi sta a cuore:

0= allevamento biologico
1 gallina per 10 metri quadrati su terreno all'aperto, con vegetazione.

1= allevamento all'aperto
1 gallina per 2,5 metri quadrati su terreno all'aperto, con vegetazione

2= allevamento a terra
7 galline per 1 metro quadrato su terreno di solito coperto di paglia o sabbia

3= allevamento in gabbia
25 galline per metro quadro in posatoi che offrono 15 cm per pollo


...per gli indolenti, o per chi è ancora di fretta, per evitare malintesi e giusto per puntualizzare, passo alle immagini...

L'allevamento in gabbia o più esattamente in batteria (n°3) è così organizzato:



L'allevamento a terra (n°2) non equivale a polli e galline liberi di scorrazzare per terra, ma piuttosto a qualcosa di simile:




...che poi per voi sia nato prima l'uovo o la gallina, per il pulcino è indifferente:

"Negli allevamenti che producono galline ovaiole, i pulcini maschi (inutili al mercato in quanto non in grado di produrre uova, né adatti alla produzione di carne di pollo) sono gettati vivi in un tritacarne, soffocati in buste di plastica, o schiacciati in apposite macchine per diventare mangime, mentre alle femmine viene tagliato il becco, per impedire di beccare a morte le altre. Questa procedura, che comporta il taglio di tessuti teneri è così dolorosa che molti pulcini muoiono per lo shock. Questa operazione lascia spesso scoperti i terminali nervosi presenti nel becco, determinando così un dolore continuo per tutta la vita dell'animale. "



E se per caso non vi ho ancora convinti a perdere un secondo davanti alle uova che acquistate... ve ne farò perdere almeno altri 20 per leggere questo.

...buona frittata.

lunedì, marzo 30, 2009

Informazione di servizio

Considerata l'ormai non indifferente percentuale di accessi provenienti dalla ricerca del seguente elenco di parole:

cattivo
dentro
muco
mucosa
nasale
naso
odore
post
puzza
puzzano
raffreddore
rinoplastica
rinosettoplastica
sensibili

egregiamente organizzate nella semplice e chiara domanda posta da chissà chi al GuruGoogle nel lontano novembre 2008:
"è normale dopo una rinoplastica avere il naso che puzza?"

sento il dovere ed il piacere di rassicurare, con un post dedicato, tutti coloro i quali, evidentemente preoccupati, hanno il naso che puzza dopo la rinoplastica.

Sì, è normale avere il naso che puzza dopo la rinoplastica,
capita a molti,
se non a tutti,

le percentuali di accesso lo confermano!

A colui che invece si domandava se può farsi le lampade dopo la rinoplastica, direi di consultare un medico, ahimè, non me ne intendo.

Ah! Ed una precisazione per chi si chiedeva se può lavarsi dopo la rinoplastica...

ti sei rifatto il naso per sentirti più bello, gioia, ora mica vorrai puzzare!

martedì, febbraio 17, 2009

Processo Mills - un post in divenire, o in disgustare (è lo stesso).



Sono disgustata, arrabbiata, sconvolta dall'assoluta indolenza in cui la maggior parte della gente vive e continua a vivere senza rendersi conto di cosa accade in questo paese.
In questo paese, lo ripeto. Non in televisione, l'Italia non è Maria de Filippi, non è Paolo Bonolis, non è Piero Chiambretti, o le sit-com, o i telefilm americani doppiati in italiano, o Mentana, Vespa, Gruber, Santoro, Fede, o le partite di calcio, o i reality show, le tette e i culi delle donne senz'anima che si prostituiscono davanti alle telecamere dei 6 canali televisivi con più audience in Italia. No, non è quella l'Italia. L'Italia te la trovi davanti solo quando metti il naso fuori dalle tue quattro mura, te la trovi in fila al supermercato, o per terra all'uscita del supermercato che chiede l'elemosina, la trovi alla posta, al semaforo, in metropolitana, sull'autobus, in mensa, in una stretta di mano in ufficio, l'Italia sono i discorsi da bar, a scuola, in famiglia.
L'Italia.


L'Italia che non è indignata, spaventata, un paese che non è all'erta e rimane sopito. L'Italia piena di buoni valori e di silenzi omertosi, l'Italia senza più comunisti al governo, L'Italia con sempre più fascisti per strada, l'Italia razzista, ignorante e classista.

Il presidente del consiglio, la più importante carica dello stato italiano*, ha corrotto con 600.000 dollari provenienti dalla Fininvest l'avvocato David Mills per testimoniare il falso in un processo a suo carico.


La Fininvest (ora Mediaset) guadagna anche grazie ai tuoi occhi incollati sulle tette ed i culi delle prostitute mediatiche.


Ma forse, c'è bisogno di ripeterlo. Lo evidenzio in neretto.


Il presidente del consiglio, la più importante carica dello stato italiano*, ha corrotto con 600.000 dollari provenienti dalla Fininvest l'avvocato David Mills per testimoniare il falso in un processo a suo carico.

Per cui ritorno a quanto detto ieri, in questo post...

Anche se ci tengo ancora ad aggiungere...

Da Repubblica.it
nessuna notizia in prima pagina.


Da Corriere.it
nessuna notizia in prima pagina.


Da Unità.it


Mills di questi giorni
di Marco Travaglio

Per il Tribunale di Milano l'avvocato David Mills, ex consulente della Fininvest di Berlusconi, è stato corrotto con 600 mila dollari provenienti dalla Fininvest di Berlusconi per testimoniare il falso in due processi a carico di Berlusconi. Notizia davvero sorprendente, visto che Mills aveva confessato tutto al suo commercialista («ho tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo») e alla Procura di Milano. Mistero fitto sull'identità di Mr.B, cioè del corruttore. Il sito del Corriere, attanagliato da dubbi atroci, titola: «I giudici di Milano: Mills fu corrotto». Da chi, non è dato sapere. Voci di corridoio parlano di un nano bitumato, che poi era l'altro imputato nel processo, ma è riuscito a svignarsela appena in tempo con una legge incostituzionale, dunque firmata in meno di 24 ore dal Quirinale nell'indifferenza della cosiddetta opposizione. Ora Mills dichiara: «Mi è stato raccomandato di non fare commenti». Da chi, è un mistero. Purtroppo l'ignoto raccomandatore s'è scordato di tappare la bocca anche ai suoi portavoce, che han commentato la sentenza come il condannato fosse lui: «Condanna politica e a orologeria». Anche la Rai s'è regolata come se il corruttore fosse il padrone, cioè il premier: infatti non ha inviato nemmeno una videocamera amatoriale a riprendere la lettura della sentenza. Uomini di poca fede: non hanno capito che Berlusconi non c'entra, che Mills s'è corrotto da solo. Infatti, subito dopo la sentenza, non s'è dimesso il presidente del Consiglio. S'è dimesso il capo dell'opposizione.


Caso Mills, ecco in che stato è l'informazione
di Giovanni Maria Bellu


C’è un modo molto semplice per verificare lo stato dell’informazione, e dunque della democrazia, nel nostro paese: ascoltare con attenzione i telegiornali e leggere i giornali di oggi e di domani. Vedere quanto tempo e quanto spazio viene dato alla sentenza del processo Mills. E anche «come» la notizie viene riferita.Si scoprirà che nei telegiornali – sia pubblici, sia privati – verrà presentata non come un «fatto» ma come un’«opinione». L’opinione di un collegio giudicante. E che la sommaria descrizione del merito della vicenda sarà seguita dai commenti politici. L’ultimo dei quali – a chiusura di questo giro di opinioni attorno all’opinione-sentenza – sarà affidato a un esponente del Pdl o a uno degli avvocati di Berlusconi (ma spesso le due qualità sono riassunte in un singolo soggetto). L’intervistato non entrerà nel merito del caso giudiziario ma dirà che si è trattato di «giustizia a orologeria». Il concetto sarà ripetuto in modo martellante dai telegiornali e, con un po’ di fortuna, sarà possibile – in una conversazione al bar, su un autobus – sentire qualcuno che, senza sapere nulla della vicenda, lo ripeterà in modo testuale: «Giustizia a orologeria». Più complesso il discorso sui quotidiani. Parliamo, naturalmente, dei normali quotidiani di informazione e non di quelli che, per vie politiche o familiari, sono direttamente controllati dal premier. Là si potrà leggere una sintesi abbastanza completa del fatto che, in qualche raro caso, sarà anche accompagnata da un commento. Non di più e, difficilmente, per più di un numero.E se qualcuno – su un giornale non allineato come per esempio l’Unità – oserà insistere sul tema, sarà liquidato come «giustizialista». Nel caso in cui l’inopportuna insistenza fosse espressa in una trasmissione televisiva, saranno inquadrati gli ospiti politicamente vicini al premier che, in quello stesso istante, cominceranno a sorridere con gli occhi rivolti verso l’alto e a scuotere la testa.E’ possibile fare la verifica sullo stato dell’informazione del paese anche seguendo un’altra via. E cioè osservando con attenzione in che modo televisioni e giornali danno la notizia di altre sentenze. Sarà facile scoprire che un imputato per omicidio condannato in primo grado (e dunque ancora presunto innocente) sarà indicato come l’«assassino». E che un extracomunitario, subito dopo l’arresto e dunque in assenza non solo di processo ma anche di rinvio a giudizio, sarà qualificato «stupratore». Nel caso in cui facciate notare l’incongruenza in uno studio televisivo, vi osserveranno con aria perplessa, cominceranno a scuotere la testa, e qualcuno ci definirà «buonista». Non avrete il tempo di dire: «Ma non ero giustizialista?». Si spegnerà la luce.



* da Wikipedia.it - "Il presidente del Consiglio dei Ministri è un organo a rilevanza costituzionale, in quanto previsto dalla Costituzione negli articoli 92, 93, 94, 95 e 96, ed un organo costituzionale, in quanto concorre alla definizione dell'indirizzo politico dello stato in posizione di indipendenza. È comunemente percepita come la più importante carica della Repubblica Italiana, dal punto di vista del potere effettivamente detenuto, anche se, dal punto di vista protocollare, è considerata la quarta."

giovedì, febbraio 12, 2009

Io mi appartengo.

Avevo deciso che non avrei scritto nulla sugli ultimi avvenimenti, che sarebbe stato ben più elegante ed eticamente rispettabile evitare di dover puntualizzare cosa penso in merito. Una puntualizzazione è per sua natura l'evidenza di un bisogno, del bisogno, in questo caso, di precisare e sottolineare laddove c'è confusione e incertezza, ne deriva l'assimilazione scontata dell'idea che in merito a questo argomento ognuno debba, per forza di cose, dire la sua, puntualizzare, appunto. Il che mi è intollerabile.
Purtroppo però faccio fatica ad aggiungere un nuovo post, senza precisare quanto sopra e aggiungere che a mio avviso...

...è un diritto connaturato alla vita stessa, poterne disporre liberamente.
[Cogito ergo sum... diceva qualcuno.]

martedì, febbraio 03, 2009

La Bell'Italia.

E' una vergogna che la CEI trovi opportuno pubblicare questa nota ufficiale

"E' un momento triste per tutti coloro che, credenti o non, hanno a cuore la tutela della persona. Se nessuno può togliere la vita a un altro, togliere la vita a una persona totalmente indifesa è una barbarie"

in merito al caso Eluana Englaro, piuttosto che in riferimento al caso Navtej Singh Sidho.

Una vergogna per i cattolici.
Se fossi cattolica mi vergognerei.


...del resto come dimenticare queste stupende
immagini di soli 8 mesi fa.



mercoledì, novembre 19, 2008

I'm Italian...and...

...CUCU'!


Scrivo in miniatura, per la vergogna...
questo è il post della vergogna.
Mi vergogno che siano le Iene a fare servizi giornalistici interessanti
e degni di un mediocre telegiornale, seppur migliore di qualunque tg italiano.
Mi vergogno che siano le Iene a fare servizi giornalistici interessanti
e che li facciano vestiti da clown, tornando poi con lo stacchetto a sgambettare in minigonna.
Mi vergogno per l'indifferenza generale in cui passano le immagini e le sentenze sul g8 di Genova.
Mi vergogno perchè la tv di stato punta sulla Carrà e mediaset sulle puttanelle da reality show facendo gran audience.
Mi vergogno perchè il Premier stasera ha consigliato ad un concittadino di non pagare più il canone rai...e non ha torto.
Mi vergogno perchè film come Kill Gill vanno in onda alle due di notte e la mattina i giornali fanno guerra sui record di ascolti per i reality show.
Mi vergogno perchè in questo paese non si può decidere liberamente della propria vita e della propria morte ma si ritiene di poter decidere delle sorti e della fame di milioni di immigrati.
Mi vergogno perchè Berlusconi non viene censurato quando dice in diretta che Di Pietro ha messo in prigione tante persone innocenti.
Mi vergogno perchè mi vengono in mente così tante cose di cui vergnarmi che mi da pure noia scriverle tutte.
...e per inciso, CUCU' lo dici a tua sorella.





domenica, ottobre 26, 2008

Intervista al senatore Francesco Cossiga pubblicata sul Quotidiano Nazionale il 23 ottobre 2008

Nei giorni scorsi pur avendo trovato qualche commento e una vignetta particolarmente brillante su questa intervista, non mi ero fermata a cercarne la versione integrale.




Stasera, tra i numerosi siti web che ne riportano traccia, ho trovato, non senza difficoltà, il pdf della pagina del quotidiano.

Trascrizione integrale dell'intervista di Andrea Cangini al senatore a vita Francesco Cossiga.

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitito Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».

Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».

Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E' dunque possibile che la storia si ripeta?
«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all'inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com'era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c'è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».


Articolo pubblicato sul Quotidiano Nazionale

del 23 Ottobre 2008.


Il potere divulgativo di internet è tanto democratico quanto terrificante per potenza ed estensione. Non avevo idea che di tali indecenti dichiarazioni non fosse uscita nemmeno una riga sui principali quotidiani italiani.

Ed un sacco di pensieri affollano disordinati la mente... di cui un ultimo, in coda, paziente...
che forse davvero in Italia accadono cose talmente insipienti, indecenti, incredibili e inverosimili che chiunque, anche un Italiano onesto e normale, per andare avanti e sopravvivere deve chiudere un occhio e di volta in volta dimenticare di averle ascoltate, viste e vissute.

ma ancora un pensiero ritardatario si accoda di fretta e all'ultimo poi di botto si ferma...

per sopravvivere... ho scritto "per sopravvivere".

Il mostro unico



" Cari studenti facinorosi, sono la vostra amata ministra Gelmini. Dopo il cinque in condotta e il maestro unico, ho una nuova idea che potrà risollevare la scuola italiana. Da dove inizia l’istruzione? Dall’asilo. E proprio qui bisogna
intervenire, perché i bambini diventino obbedienti e ligi al dovere.
E le favole, con la loro sovrabbondante fantasia e il loro dissennato spreco di personaggi, li allontanano dal sano realismo e dal doveroso conformismo e alimentano il pericolo del fuori tema, della deboscia, della droga e del bullismo facinoroso.
Perciò per decreto legge istituisco il Mostro Unico.
Sarà proibito leggere favole che contengano più di un mostro o di un cattivo, con
relativo aggravio per la spesa pubblica, e soprattutto si dovrà, in ogni fiaba,
sottolineare la natura perversa, facinorosa e vetero-comunista di questo mostro.

Secondo il DMU (decreto mostro unico) sono proibiti ad esempio Biancaneve e i sette nani, perché Grimilde e la strega sono un costoso e inutile sdoppiamento di personalità nocivo all’immaginario dei giovani alunni, per non parlare dell’ambigua convivenza tra Biancaneve e i sette piccoli operai, di cui uno, Brontolo, sicuramente della Cgil.

Cappuccetto Rosso è ammesso, ma si sottolinei come il cacciatore è evidentemente della Lega e il lupo di origine transilvana e rumena.

Proibito Ali Babà e i quaranta ladroni, ne basta uno. Abolito Peter Pan, troppi pirati che gravano sulle casse dello stato. Abolito Pinocchio, anche accorpando il gatto e la volpe in un unico animale, restano il vilipendio ai carabinieri e il chiaro riferimento a Mediaset del paese dei balocchi.

Ammesso Pollicino ma dovrà chiamarsi Allucione ed essere alto uno e settanta, per non costituire un palese sberleffo al nostro amato presidente del consiglio.

Proibito Hansel e Gretel, perché i mostri sono due, la madre e la strega, e inoltre si parla troppo di crisi economica.

Proibito il brutto anatroccolo. Se uno è brutto, lo è per motivi genetici e tale resterà. Inoltre Andersen era gay.Parimenti proibito il gatto con gli stivali per la connotazione sadomaso.

Proibita, anzi proibitissima Cenerentola. Le cattive sono tre e assomigliano tutte a me. Cioè alla vostra ministra superficiale, impreparata e ciarliera.
Ma la vostra Ministra Unica."

martedì, ottobre 21, 2008

Dall' Homo Sapiens all' Homo Videns... in mezzo il mio pesce rosso... finchè fu l'epoca dell' Homo Frāgrans

Sartori nel 2000 scrisse un saggio acclamando il passaggio epocale da Homo Sapiens a Homo Videns. Una prospettiva interessante, ricca di spunti e ampiamente condivisibile che suggerisce una progressiva e sempre maggiore predominanza dell'immagine nella quotidianità dell'uomo contemporaneo, tutta a discapito della parola.
Una gerarchia dei sensi che dalla parola alla scrittura, dalla lingua alla mano, si estende cibernetica (agg. f. s.) nell'immagine, nel tuo occhio.
Ammalianti teorie sull'interazione dei sensi hanno riempito pagine e pagine in secoli di letteratura, intellettuali in simposio ancor oggi indagano sulle mutazioni nella percezione del sensibile che i nuovi media consciamente e inconsciamente inducono e io, sotto la doccia, ho avuto un'illuminazione.

Una progressiva estensione dei sensi ed una gerarchia degli stessi, vede nella storia dell'umanità un'iniziale predominanza dell'udito sulla parola. In pochi parlavano, e bene, in molti si stava in silenzio ad ascoltare. Sulla parola, dopo secoli e secoli di racconti epici e gobbi amanuensi, la scrittura prese il sopravvento. In pochi scrivono, in molti leggono, finché tutti scrivono e nessuno ha tempo per leggere. Alla scrittura, segue l'immagine, il video, l'e-paper. Ingobbiti, artritici, accecati, homini videns che trascorrono ore ed ore davanti ad un schermo, ascoltando, parlando, leggendo, scrivendo, dormendo.
La lingua e l'orecchio sono appagati, la mano e l'occhio si danno da fare...
manca solo l'annusantissimo (part. pres., superl. ass.) naso.

Quando ero bambina esistevano in bagno 3,4,5 profumi essenziali:

Saponetta Palmolive
Dentifricio Colgate e/o Acquafresh
Dopobarba Floid
Borotalco

...e pochi altri.

Se eri pulito, se ti lavavi per bene, se per caso entravi in bagno dopo che qualcuno si era fatto la barba o se eri fortunato e come me avevi la doccetta a forma di pesce rosso, profumavi di questi 3,4,5 prodotti. Certo, c'erano altri profumi, altri saponi e dentifrici in commercio, ma tutto, o quasi, aveva un odore sintetico, creato ad hoc, identificativo.
L'acqua di rose, era una delle poche eccezioni. Il tappo bianco, la bottiglia blu, identica ancora oggi.
Quasi tutti i bambini facevano lo stesso odore, quasi tutte le mamme usavano Ava o Dixan.
C'era una democrazia dei profumi. Se eri sporco, puzzavi, se eri pulito, profumavi "di pulito".

Tra sollecitazioni sempre maggiori , stimoli sempre più forti, scaffali stracarichi di detergenti ed un box doccia strapieno di prodotti al profumo "di MagnoliaBionsenFreisaMandorlaPantenricciSandaloLimoneGarnier e thè verde", tra il vapore dell'acqua bollente e la stanchezza di una videns giornata, ho colto il senso ultimo dell'evoluzione.

[Da questo punto in poi è possibile appellarsi agli articoli n°1 e n°2 dei diritti imprescrittibili del lettore sanciti dall'illustre Professor Daniel Pennac]

Oroscopi, leggende animiste e tribali vogliono che l'evoluzione dell'uomo rispecchi la vita del singolo uomo. Vi è un'epoca in cui l'uomo nasce e non a caso emette solo qualche incomprensibile verso. Vi è un'epoca in cui l'uomo cammina ed i suoi passi lo conducono ad un banco e ad una penna. O meglio, vi è un'epoca in cui l'uomo cammina ed i suoi primi passi lo conducono in una scuola occidentale, in una fabbrica mediorientale o a morire di fame sotto il sole africano. ...e non a caso imparerà a esprimere con parole di senso compiuto, i primi significati che saprà apprendere tra una difficoltà e l'altra, più o meno grande. Vi è poi un'epoca in cui l'uomo legge, scrive, si accultura, lavora, compila, elenca, ammucchia e non a caso mette una firma. O una croce. Vi è infine un'epoca in cui l'uomo siede e rimane a guardare, osserva il mondo, attende un feedback dalla realtà. Immagini piene, colorate e dense di significati da osservare per intuire il senso di tutto, un attimo prima che qualcun'altro l'afferri. La senilità...un'attimo prima che la morte l'afferri.

Prima di arrivare al dunque...perché un dunque, davvero, c'è... aggiungerei inoltre che...

Per millenni la chiesa cattolica ha ottenebrato le menti e mortificato le carni amputando la vista, la lingua ed il tatto, osannando l'udito e obnubilando la mente con badilate di incenso. Inebetiti adepti salvati dal chaos dell'esistenza a suon di omelie ed al ritmo incessante delle preghiere.
L'incenso è una trovata geniale.

ed eccoci al punto.

Mi sembra sempre più evidente che l'epoca della democrazia del profumo sia da tempo svanita.
Felce Azzura diventa un'ammorbidente ed il bagnoschiuma non è più bagnoschiuma ma un'esperienza unica e irripetibile di casalinga Aromatherapy. Il sapone per il bucato al marsiglia dal cilindro della Henkel esce come Bio Presto ai Fiori di Bosco.
Il santissimo balsamo Gaia in flacone formato famiglia color can che fugge, lascia il posto ad ammalianti stordenti profumi di Cocco, Vaniglia, Kiwi e finanche di Aceto di Mora.
Ma soprattutto...
La saponetta Palmolive (o il saponetto, come qualcuno suole ancora chiamarlo) si è liquefatta in snelli dispenser con

"Confezione accattivante
che mostra colorati paesaggi marini
e una formula dermatologi-camente testata,
così delicata da essere adatta per tutta la famiglia."

...con buona pace del mio pesce rosso doccetta.

Ecco dunque che sotto l'acqua bollente della mia doccia, inebriata e confusa dallo shampoo al the verde e magnolia... ho concepito l'ultimo passo dell'evoluzione della nostra specie.

A breve sorgerà una nuova era.
La nuova demagogia creerà un nuovo mostro.
L'incenso non potrà nulla contro l'avvento del quinto senso.
I governi riuniti, gli intellettuali in simposio ed i nuovi e-book, ne parleranno a iosa.
Sarà sempre più pressante il problema, una nuova solitudine accerchierà l'individuo e la rinoplastica non potrà nulla contro questo flagello.
Già le prime avvisaglie dovrebbero mettere in guardia chiunque...

...è evidente
che La Puzza si sta impossessando di noi.
...e venne l'epoca dell'Homo Frāgrans.