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martedì, giugno 14, 2011

C'ho il tarlo nel cervello | Di tutte le bestialità che mi vengono in mente

Quella del cervello enterico è una questione che mi ha sempre angustiato. Quando ne sentii parlare la prima volta pensai fosse un'idiozia niu eig. Poco tempo dopo fui aspramente rimproverata perché il piercing spezzava l'energia del mio Manipura (il plesso solare o terzo chakra, per chi non lo sapesse). Quando poi tentarono di farmi visualizzare un flusso circolare d'aria che usciva dalla mia bocca, andava a fare shopping, rientrava per un'escursione nel mio stomaco e riusciva nuovamente, ho provato con fiducia, mi sono molto concentrata, ma poi il flusso, con ben più senso dell'humor, è uscito in una sonora e inarrestabile risata.

Tutte queste entusiasmanti e antroposofiche parascienze, devo ammetterlo, toccano il mio animo più narciso e mi proiettano in un mistico futuro in cui trovo la mia dimensione come santona di una setta. Vagherò per il mondo con i miei adepti professando un regime di vita innovativo e rivoluzionario: mangia tutte le porcherie di cui hai voglia finché ne hai voglia, incazzati tanto se t'incazzi un motivo ci sarà, se ti danno uno schiaffo turbano il tuo Vishudda quindi non porgere l'altra guancia ma dai un pestone, dormi tanto, ridi molto e dì tutto quello che ti passa per la testa. Sarebbe un mondo migliore.

Il cervello nella pancia però credevo fosse fin troppo anche per me, soprattutto da quando ho scoperto che c'è chi parla di neurogastroenterologia, di neurotrasmettitori, sinapsi, serotonina e sostanze psicoattive - robe serie e gente convinta. La mia solerte immaginazione invece, resa quanto più fervida dal grandissimo Redfield, nel tempo ha raggiunto a mia insaputa uno stato superiore di coscienza, tanto che ormai, quando il tarlo va rosicando ed io sto male, vedo fasci di energia elettrica che mi trapassano luminosissimi da parte a parte.

Così stamani, fiduciosa, ho realizzato la verità ultima.

C'avranno ragione, perché con tutte 'ste energie prima o poi dovrà pur fulminarsi il malefico tarlo.
All'occasione mi servirà giusto il tempo per fargli un funerale in pompa magna con corteo lungo il flusso circolare e rientro per le sei, che c'è il mio telefilm preferito.
E tutto passerà!





La nebulosa NGC 604 vista dal telescopio spaziale Hubble

Nel mio cervello (non so quale dei due) prendono corpo sempre strane associazioni. Una nebulosa è un agglomerato interstellare entro cui si formano nuove stelle. Io, il mio stomaco, che ci sia il Plesso Solare, un cervello, flussi, tarli o meno, è piuttosto così che lo immagino.

sabato, maggio 07, 2011

Pensiero convergente e divergente ▪ I due emisferi cerebrali (e qualche scemenza) su Lo Sversatoio - con aggiunta

È più sviluppato il vostro emisfero destro o il sinistro, sono in equilibrio?
Alla fine andrete subito a cercare online un quiz scemo che vi dia questa risposta, lo so già, ma ahìvoi...



Aggiorno il post, perché le cose stupide che mi vengono in mente dopo, direi che è il caso di aggiungerle qui. 

Quanto al pensiero laterale o divergente di cui al post su Lo Sversatoio (vd link poco sopra) un dilemma mi ha sempre attanagliato. All'epoca in cui ne sentii parlare per la prima volta mi fu, ci fu, sottoposta come test la seguente barzelletta del canguro:

In un bar entra un canguro, va al banco e ordina una birra.
Il barista stupito gliela versa.
Il canguro soddisfatto beve e chiede: “Quanto le devo?”
Il barista vuole provare quanto è intelligente il canguro e, ammiccando agli altri avventori, chiede 20 .
Il canguro paga, mentre il barista, rassicurato sulla superiorità della razza umana, osserva: “Non ne vengono molti di canguri in questo bar”.

Esiti della barzelletta

1. Un avventore dice: “Sono un ventriloquo. Sono io che ho fatto parlare il canguro.”Scelta dell'emisfero sinistro.
2. Il canguro estrae dal marsupio una pistola e uccide il barista.Scelta dell'emisfero destro.
3. Il canguro dice: “Ci credo che qui non ne vengono molti di canguri. Con questi prezzi!”Scelta completa del cervello.


Ora, il punto è... se io allora come oggi non trovo divertente alcuna delle tre risposte che fecero ridere a turno tre gruppi diversi di persone... che cosa mai avrò in me che non funziona?!

...maledetto canguro.

mercoledì, ottobre 28, 2009

Post-it, problem solving

Pluralitas non est ponenda sine necessitate.

altrimenti detto...
A parità di fattori la spiegazione più semplice
tende ad essere quella esatta.
William of Ockham


E ormai mi è chiaro che il rasoio di ockham non è solo un principio metodologico, ma più uno stile di vita.


Chema Madoz, 2005

venerdì, ottobre 09, 2009

Gli asini non volano. Soprattutto in guerra.

"Regalare un po' di gioia ai piccoli in tempi di guerra anche a costo di barare. Nasce così la storia degli asini diventati zebre. I due esemplari autentici sono morti durante l'offensiva israeliana di gennaio a Gaza. Per non deludere i bambini i responsabili dello zoo hanno deciso di utilizzare i due asini a cui sono state disegnate le strisce anche perché, cosa non secondaria, lo zoo non ha fondi per l'acquisto di esemplari autentici". Repubblica.it 09-10-2009




E che nessuno si azzardi a dirmi che questa è solo spettacolarizzazione dei drammi della guerra.
Perché lo so già. E mentre atterrisco, mi commuovo lo stesso.

martedì, ottobre 06, 2009

Volevo essere uno zigolo.

Alcuni uccelli migratori imparano ad orientarsi da pulcini.
Stanno nel nido a guardare le stelle per mesi, e al primo volo sapranno volare seguendo le rotte astrali.

domenica, agosto 23, 2009

Quando scopro l'acqua calda.

Oggi ho scoperto Carver.
Poi ho scoperto che Carver piace a Baricco, Murakami e chissà poi quanti altri.
Ed ho capito perché mi piace Carver.

Poi ho scoperto che a Carver il suo editor correggeva i racconti.
Il suo editor, l'editor di Carver, si chiama Gordon Lish.
Lish stravolgeva i racconti di Carver, li riscriveva, quasi.

Così adesso non so se mi piace Ray Carver o Gordon Lish.



L'uomo che riscriveva Carver, l'articolo, per i diffidenti.

lunedì, maggio 04, 2009

Un po' a braccio... le ali delle farfalle.

Oggi ho visto delle farfalle le cui crisalidi provenivano dall'altro lato del pianeta. Cioè uno si addormenta bruco in africa e si risveglia farfalla a milano.

Ancor più interessante il capovolgimento dello scarabeo rinoceronte gigante malese, da vera ripresa hollywoodiana di La metamorfosi di Kafka.

"perché c'è la polverina sulle ali", poi non volano...

Ora, io non me ne intendo, ma da una semplice ricerca su google, per quanto la fonte non fosse scientifica (ma sembra affidabile ndr), ho scoperto che sulle ali delle farfalle vi è un intreccio di nervi protetto da piccole squame (la polverina in questione ndr), toccandole le nervature si spezzano causando l'instabilità dell'ala.

Così, ora suggerirei che all'elenco dei

"non si mangia con le mani"
"non si cammina scalzi"
"non si accettano caramelle dagli sconosciuti"
"dì per favore e grazie"
"lavati i denti prima di andare a letto"
si aggiunga

"non toccare mai le ali delle farfalle".


Sia chiaro che io non amo le farfalle, anzi tutt'altro, gli insetti in generale, così come non sono una fan accanita dei delfini o chessò, di tutti quegli animaletti che le donzelle si fan tatuare... ma questo non toglie che non toccherei mai le ali di una farfalla e male ho tollerato l'idea che in 200 mq fossero stipate non so quante teche, piante, farfalle e persone.
L'idea di immergersi nella foresta pluviale tra piante esotiche e farfalline è stupenda, nulla da dire, ma chiudere quasi un centinaio di farfalle in uno spazio tanto angusto da rischiare di sfiorarle per sbaglio, è crudele.
Nonostante questo, però, tra due occhietti sbarrati a sessanta centimetri da terra, turbati dal non riuscire a vedere l'insetto stecco ed un mostro chiamato Chelus fimbriatus (...guardare per credere), mi sono casualmente imbattuta nella farfalla più bella e concettualmente geniale che la natura ha concepito.

La Kallima paralekta.


[ad ali aperte e chiuse]

Chiuse le ali diventa una foglia...
ed io, nonostante il caldo, la confusione e lo spazio ristretto, ho finalmente capito perché non le amo...
perché così perfette, colorate e leggere, rimangono infinitamente fragili e delicate.
Io, se fossi una farfalla, avrei timore d'esistere.

venerdì, maggio 01, 2009

Piccole donne di plastica.

Che fosse già grave che più di una generazione, si sia lasciata comporre e scomporre l'immaginario femminile da curve mozzafiato, una pelle liscia e lucida come plastica, capelli biondi lunghi e cotonati, scarpe rosa col tacco sotto un seno da champagne, non ha scoraggiato chi ha creato Fulla. La Barbie un po' meno mozzafiato, dal capo coperto, ma altrettanto ben equipaggiata.

Fulla non è solo dedicata alle bambine arabe, ma pensata e studiata per tutte le bambine musulmane che poco e difficilmente potrebbero identificarsi nella classica biondina americana.

La chicca è che a differenza della Barbie, Fulla è casta dentro oltre che fuori, così è praticamente impossibile spogliarla. Come la migliore delle geishe, lascia intravedere curve e stacco coscia da un costume intero, impossibile da sfilare.

Gadget e modelli si sprecano ma nella sostanza il principio è lo stesso, una ragazza giovane e ben tornita che incarna il mito della ragazza bella e senza cervello.

Perché, diciamolo, il bambolotto che si ciuccia il dito, ha un suo senso, una bambola morbida di pezza ne ha un altro, ma una donna spigolosa in tacchi e abiti alla moda a cosa può servire se non ad annichilire sin da subito la nascente coscienza di e la costruzione di un'identità basata sull'individualismo e l'accettazione delle differenze?

Ben inteso, a me, da bambina, non regalavano Barbie, così le desideravo più di ogni altra cosa... e solo dopo tanta fatica, sono riuscita a conquistarmi la prima. Ma tutto questo non toglie che in quanto tale, questo giocattolo, non ha nulla di educativo.

I giocattoli, così come le favole, sono passe-partout per la realtà. I bambini attraverso le favole imparano le regole del mondo, attraversano drammi e catastrofi ma sempre al sicuro tra le lenzuola, iniziano a costruirsi la propria identità lasciandosi affascinare dal principe o dalla principessa e non devono vergognarsi se la strega li spaventa. I giocattoli hanno lo stesso ruolo, aiutano il bambino a prendere dimestichezza con le forme del mondo e la gestualità quotidiana.

Una Barbie, una Fulla, sono talmente lontane da tutte queste funzioni che sorge il dubbio non siano state create con propositi educativi positivi ed anzi che siano detonatori attivi per l'esplosione di piccole identità complessate e mutilate.

Barbie nel 1959 del resto, era la risposta ad una generazione di bambine che avrebbero dovuto affrontare una società maschilista e castrante, ma Fulla, nata nel 2003, è di certo ancor più socialmente integrata, non a caso le bambine musulmane avranno ben chiaro che se non si può spogliare allora è un modello da emulare, libere di emanciparsi.



domenica, dicembre 07, 2008

Quand'ero bambina amavo questa poesia...
stasera l'ho ricordato.

Per prima cosa dipingere una gabbia
che abbia la porta aperta
quindi dipingere
qualcosa di grazioso
qualcosa che sia semplice
qualcosa che sia bello
qualcosa di utile
per l'uccello
mettere poi la tela contro un albero
in un giardino
in un bosco
o in una foresta
nascondersi dietro quell'albero
senza dire niente
e senza muoversi
talvolta l'uccello arriva svelto
ma può anche metterci anni e anni
prima che si decida.
Non scoraggiarsi
aspettare
aspettare se occorre anche per anni
la rapidità o la lentezza dell'arrivo dell'uccello
non ha nulla a che fare
con la riuscita del quadro.
Quando l'uccello arriva
se arriva
osservare il silenzio più assoluto
aspettare che l'uccello
entri nella gabbia
e quando l'avrà fatto
richiudere dolcemente la porta col pennello
e poi
cancellare una per una tutte le sbarre
avendo cura di non toccare le piume dell'uccello.
Fare a questo punto il ritratto dell'albero
scegliendo il suo ramo più bello
per l'uccello
dipingere allora il fogliame verde e la freschezza del vento
il pulviscolo del sole
il rumore degli insetti nascosti nell'erba
nella calura estiva.
Poi aspettare che l'uccello abbia voglia di mettersi a cantare.
Ma se non canta
è un gran brutto segno
è segno che il quadro è venuto male.
Ma se canta invece è un buon segno
segno che il lavoro va firmato.
E quindi voi strapperete
con grande dolcezza a quell'uccello
una sua piuma e scriverete
il vostro nome in un angolo del quadro.


Per fare il ritratto di un uccello
di Jacques Prévert



Da grande amo molto quest'animazione...



... e se i guinnes hanno senso, per me, lo ha lo zunzuncito.

domenica, ottobre 26, 2008

Il mostro unico



" Cari studenti facinorosi, sono la vostra amata ministra Gelmini. Dopo il cinque in condotta e il maestro unico, ho una nuova idea che potrà risollevare la scuola italiana. Da dove inizia l’istruzione? Dall’asilo. E proprio qui bisogna
intervenire, perché i bambini diventino obbedienti e ligi al dovere.
E le favole, con la loro sovrabbondante fantasia e il loro dissennato spreco di personaggi, li allontanano dal sano realismo e dal doveroso conformismo e alimentano il pericolo del fuori tema, della deboscia, della droga e del bullismo facinoroso.
Perciò per decreto legge istituisco il Mostro Unico.
Sarà proibito leggere favole che contengano più di un mostro o di un cattivo, con
relativo aggravio per la spesa pubblica, e soprattutto si dovrà, in ogni fiaba,
sottolineare la natura perversa, facinorosa e vetero-comunista di questo mostro.

Secondo il DMU (decreto mostro unico) sono proibiti ad esempio Biancaneve e i sette nani, perché Grimilde e la strega sono un costoso e inutile sdoppiamento di personalità nocivo all’immaginario dei giovani alunni, per non parlare dell’ambigua convivenza tra Biancaneve e i sette piccoli operai, di cui uno, Brontolo, sicuramente della Cgil.

Cappuccetto Rosso è ammesso, ma si sottolinei come il cacciatore è evidentemente della Lega e il lupo di origine transilvana e rumena.

Proibito Ali Babà e i quaranta ladroni, ne basta uno. Abolito Peter Pan, troppi pirati che gravano sulle casse dello stato. Abolito Pinocchio, anche accorpando il gatto e la volpe in un unico animale, restano il vilipendio ai carabinieri e il chiaro riferimento a Mediaset del paese dei balocchi.

Ammesso Pollicino ma dovrà chiamarsi Allucione ed essere alto uno e settanta, per non costituire un palese sberleffo al nostro amato presidente del consiglio.

Proibito Hansel e Gretel, perché i mostri sono due, la madre e la strega, e inoltre si parla troppo di crisi economica.

Proibito il brutto anatroccolo. Se uno è brutto, lo è per motivi genetici e tale resterà. Inoltre Andersen era gay.Parimenti proibito il gatto con gli stivali per la connotazione sadomaso.

Proibita, anzi proibitissima Cenerentola. Le cattive sono tre e assomigliano tutte a me. Cioè alla vostra ministra superficiale, impreparata e ciarliera.
Ma la vostra Ministra Unica."

martedì, ottobre 21, 2008

Dall' Homo Sapiens all' Homo Videns... in mezzo il mio pesce rosso... finchè fu l'epoca dell' Homo Frāgrans

Sartori nel 2000 scrisse un saggio acclamando il passaggio epocale da Homo Sapiens a Homo Videns. Una prospettiva interessante, ricca di spunti e ampiamente condivisibile che suggerisce una progressiva e sempre maggiore predominanza dell'immagine nella quotidianità dell'uomo contemporaneo, tutta a discapito della parola.
Una gerarchia dei sensi che dalla parola alla scrittura, dalla lingua alla mano, si estende cibernetica (agg. f. s.) nell'immagine, nel tuo occhio.
Ammalianti teorie sull'interazione dei sensi hanno riempito pagine e pagine in secoli di letteratura, intellettuali in simposio ancor oggi indagano sulle mutazioni nella percezione del sensibile che i nuovi media consciamente e inconsciamente inducono e io, sotto la doccia, ho avuto un'illuminazione.

Una progressiva estensione dei sensi ed una gerarchia degli stessi, vede nella storia dell'umanità un'iniziale predominanza dell'udito sulla parola. In pochi parlavano, e bene, in molti si stava in silenzio ad ascoltare. Sulla parola, dopo secoli e secoli di racconti epici e gobbi amanuensi, la scrittura prese il sopravvento. In pochi scrivono, in molti leggono, finché tutti scrivono e nessuno ha tempo per leggere. Alla scrittura, segue l'immagine, il video, l'e-paper. Ingobbiti, artritici, accecati, homini videns che trascorrono ore ed ore davanti ad un schermo, ascoltando, parlando, leggendo, scrivendo, dormendo.
La lingua e l'orecchio sono appagati, la mano e l'occhio si danno da fare...
manca solo l'annusantissimo (part. pres., superl. ass.) naso.

Quando ero bambina esistevano in bagno 3,4,5 profumi essenziali:

Saponetta Palmolive
Dentifricio Colgate e/o Acquafresh
Dopobarba Floid
Borotalco

...e pochi altri.

Se eri pulito, se ti lavavi per bene, se per caso entravi in bagno dopo che qualcuno si era fatto la barba o se eri fortunato e come me avevi la doccetta a forma di pesce rosso, profumavi di questi 3,4,5 prodotti. Certo, c'erano altri profumi, altri saponi e dentifrici in commercio, ma tutto, o quasi, aveva un odore sintetico, creato ad hoc, identificativo.
L'acqua di rose, era una delle poche eccezioni. Il tappo bianco, la bottiglia blu, identica ancora oggi.
Quasi tutti i bambini facevano lo stesso odore, quasi tutte le mamme usavano Ava o Dixan.
C'era una democrazia dei profumi. Se eri sporco, puzzavi, se eri pulito, profumavi "di pulito".

Tra sollecitazioni sempre maggiori , stimoli sempre più forti, scaffali stracarichi di detergenti ed un box doccia strapieno di prodotti al profumo "di MagnoliaBionsenFreisaMandorlaPantenricciSandaloLimoneGarnier e thè verde", tra il vapore dell'acqua bollente e la stanchezza di una videns giornata, ho colto il senso ultimo dell'evoluzione.

[Da questo punto in poi è possibile appellarsi agli articoli n°1 e n°2 dei diritti imprescrittibili del lettore sanciti dall'illustre Professor Daniel Pennac]

Oroscopi, leggende animiste e tribali vogliono che l'evoluzione dell'uomo rispecchi la vita del singolo uomo. Vi è un'epoca in cui l'uomo nasce e non a caso emette solo qualche incomprensibile verso. Vi è un'epoca in cui l'uomo cammina ed i suoi passi lo conducono ad un banco e ad una penna. O meglio, vi è un'epoca in cui l'uomo cammina ed i suoi primi passi lo conducono in una scuola occidentale, in una fabbrica mediorientale o a morire di fame sotto il sole africano. ...e non a caso imparerà a esprimere con parole di senso compiuto, i primi significati che saprà apprendere tra una difficoltà e l'altra, più o meno grande. Vi è poi un'epoca in cui l'uomo legge, scrive, si accultura, lavora, compila, elenca, ammucchia e non a caso mette una firma. O una croce. Vi è infine un'epoca in cui l'uomo siede e rimane a guardare, osserva il mondo, attende un feedback dalla realtà. Immagini piene, colorate e dense di significati da osservare per intuire il senso di tutto, un attimo prima che qualcun'altro l'afferri. La senilità...un'attimo prima che la morte l'afferri.

Prima di arrivare al dunque...perché un dunque, davvero, c'è... aggiungerei inoltre che...

Per millenni la chiesa cattolica ha ottenebrato le menti e mortificato le carni amputando la vista, la lingua ed il tatto, osannando l'udito e obnubilando la mente con badilate di incenso. Inebetiti adepti salvati dal chaos dell'esistenza a suon di omelie ed al ritmo incessante delle preghiere.
L'incenso è una trovata geniale.

ed eccoci al punto.

Mi sembra sempre più evidente che l'epoca della democrazia del profumo sia da tempo svanita.
Felce Azzura diventa un'ammorbidente ed il bagnoschiuma non è più bagnoschiuma ma un'esperienza unica e irripetibile di casalinga Aromatherapy. Il sapone per il bucato al marsiglia dal cilindro della Henkel esce come Bio Presto ai Fiori di Bosco.
Il santissimo balsamo Gaia in flacone formato famiglia color can che fugge, lascia il posto ad ammalianti stordenti profumi di Cocco, Vaniglia, Kiwi e finanche di Aceto di Mora.
Ma soprattutto...
La saponetta Palmolive (o il saponetto, come qualcuno suole ancora chiamarlo) si è liquefatta in snelli dispenser con

"Confezione accattivante
che mostra colorati paesaggi marini
e una formula dermatologi-camente testata,
così delicata da essere adatta per tutta la famiglia."

...con buona pace del mio pesce rosso doccetta.

Ecco dunque che sotto l'acqua bollente della mia doccia, inebriata e confusa dallo shampoo al the verde e magnolia... ho concepito l'ultimo passo dell'evoluzione della nostra specie.

A breve sorgerà una nuova era.
La nuova demagogia creerà un nuovo mostro.
L'incenso non potrà nulla contro l'avvento del quinto senso.
I governi riuniti, gli intellettuali in simposio ed i nuovi e-book, ne parleranno a iosa.
Sarà sempre più pressante il problema, una nuova solitudine accerchierà l'individuo e la rinoplastica non potrà nulla contro questo flagello.
Già le prime avvisaglie dovrebbero mettere in guardia chiunque...

...è evidente
che La Puzza si sta impossessando di noi.
...e venne l'epoca dell'Homo Frāgrans.

giovedì, settembre 25, 2008

Collage



Michael Moschen
Conceptual Contact Juggling



TUTTO PUO'


SUCCEDERE



- Ricordatene. Devi fottertene. Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto erano solo vita … non sono quelli gli errori … quella è vita … e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca ……. io questo l’ho capito, che il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro …. le sue piccole tristi biglie infrangibili …. e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo … sono belle, … ci si vede dentro tanta di quella roba … è una cosa che ti mette l’allegria addosso … non smetterla mai … e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita, a modo suo … meravigliosa vita.

Alessandro Baricco
Castelli di Rabbia





Zollette
di zucchero



martedì, settembre 23, 2008

John Cage "4'33 "

"Il silenzio non esiste. Quello che ascoltando "4'33" alcuni credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, è pieno di suoni accidentali. Alla prima esecuzione si poteva sentire, durante il primo movimento, il vento che soffiava dall'esterno. Durante il secondo movimento gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produsse ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala."
John Cage in "4'33" per piano (1952)

sabato, aprile 19, 2008

Citizen Berlusconi - Il presidente e la stampa


Citizen Berlusconi è un documentario di 56' realizzato nel 2003 da Andrea Cairola e Susan Gray. Il filmato documenta l’ascesa di Silvio Berlusconi dalla televisione ai vertici del governo italiano. Un'inchiesta giornalistica prodotta dalla Stefilm di Torino, dalla tv finlandese Yle e da Channel 13 di New York e programmata da diverse emittenti americane ed europee tra cui Olanda, Svezia, Australia, Norvegia, Stati Uniti. Fu trasmessa per la prima volta il 21 agosto del 2003 nel corso del programma Wide Angle di Thirttn/Wnet New York, sulla principale emittente pubblica americana PbS. Avrebbe poi dovuto partecipare all'European Documentary Festival di Oslo, ma gli ambienti diplomatici di Roma hanno esercitato forti pressioni chiedendo la cancellazione dal programma e la diffusione di una notizia ufficiale che parlasse di "problemi tecnici" ad impedire la pubblicazione del documentario alla manifestazione. La vicenda non si chiuse senza scandalo perchè gli organizzatori del festival non accettarono la censura e con qualche giorno di ritardo mandarono ugualmente in onda il documentario rendendo pubbliche le pressioni, non senza imbarazzo e difficoltà visto che l'ambasciata era tra i finanziatori del festival.
Nel documentario intervengono o compaiono alcuni importanti giornalisti, intellettuali e personaggi pubblici italiani tra cui Giovanni Sartori, stimato politologo italiano considerato uno dei massimi esperti di politologia a livello internazionale attualmente Albert Schweitzer Professor Emeritus in the Humanities alla Columbia University di New York (dal 1994) e professore emerito dell’Università di Firenze, Marco Travaglio, giornalista e scrittore italiano di cronaca giudiziaria impegnato dagli anni '80 in ricerche legate all'antimafia e ai fenomeni di corruzione, Cesare Previti, avvocato e politico italiano, pregiudicato e fino al 31 luglio 2007 uno dei numerosi parlamentari che hanno subìto condanne penali in via definitiva, Carlo Freccero, nei primi anni '80 direttore dei palinsesti delle reti private Canale 5 e Italia1, dal 1991 direttore di Italia1, dal 1996 al 2002 direttore della rete pubblica RaiDue e così via sino al 5 luglio 2007 quando è stato nominato Presidente di RaiSat di cui ha presentato il palinsesto nel febbraio 2008, Luciano Moggi, ex dirigente sportivo e manager calcistico italiano, Tana de Zulueta, politica italiana, Enzo Biagi, giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano considerato uno dei giornalisti più popolari del XX secolo.
Il documentario dopo essere stato trasmesso dalla RTSI, una rete svizzera, fu ripreso con enfasi dalla redazione del quotidiano Repubblica sul proprio sito web ma pubblicato con precisi inspiegabili tagli di alcuni minuti. Solo Internazionale ha proposto la versione integrale realizzando un dvd in allegato al giornale. Ad oggi nessuna rete televisiva italiana ha ancora trasmesso questo documentario, diversamente reperibile on-line sui più comuni internazionali motori di ricerca.
A voi il nostro presidente del consiglio. Sipario.

lunedì, marzo 03, 2008

La castagna

Dopo attente ricerche per individuare la vera, profonda, causa per cui un banalissimo raffreddore mi fa barcollare per casa come un ubriacone, sono approdata alla scoperta della castagna.
Ad onore del titolo non mi dilungherò su banalità e curiosità sul mio conto, piuttosto offrirò il mio contributo alla comunità spiegando la faccenda della castagna.

Premessa.
Il raffreddore è una malattia! A differenza di quanto vogliano farci credere le rubriche stagionali di salute e soprattutto, a dispetto di quando, da piccola, prima di andare a scuola, mia madre mi diceva "è solo un raffreddore!".
Oggi, come dire, sono malata!

"Il raffreddore, altrimenti detto rinite acuta, è una malattia virale tra le più comuni patologie stagionali dell'inverno che colpisce le vie aeree superiori. Esistono ben 250 ceppi virali differenti, cause del processo di infiammazione della mucosa nasale.

Il raffreddore rappresenta proprio l'insieme dei processi reattivi infiammatori acuti della mucosa nasale che tenta, gloriosa, di difendersi dal virus. Quando il virus oltrepassa i limiti fisiologici di protezione della mucosa nasale attraversando il muco, solitamente dedito alla difesa delle vie respiratorie da pulviscolo e germi, altera la dinamica ciliare e la stessa composizione del muco influendo sui processi di riscaldamento e umidificazione dell'aria." [sono sprecata per questo blog, al TG4 farei faville]

Sintomi.
Risulta evidente dunque l'apparizione ectoplasmica di muco, altrimenti detto moccico, ostruzione nasale, starnutazione, mal di gola... E chi più ne ha più ne metta.
La sintomatologia è molto soggettiva, talvolta si arricchisce di nuove apparizioni quali dolori alle ossa, tosse, lacrimazione abbondante, fino a scaturire in un vero e proprio febbrone da cavallo che è poi niente po po di meno che una banalissima influenza.
È bene sottolineare che quale malattia virale, al contrario delle malattie batteriche curabili con antibiotici, il raffreddore non ha cura, al più puoi tentare di ridurre i sintomi.
Ed eccoci finalmente alla castagna.

Cure.
Rozze e vane dicerie popolari vogliono che la vitamina C sia determinante per le sorti del virus.
Sfatiamole.
Sfatate.
Fatto.

Balorde e stucchevoli pubblicità suggeriscono invece di sollazzare il vostro naso con nazofalina o sodio cloruro, senza ricordarvi spesso di non andare oltre i 3 clisterini al giorno. La cosiddetta rinite da rimbalzo o medicamentosa, una condizione di congestione permanente, può esserne una conseguenza dell'uso prolungato di questi farmaci. [qui ci stava da dio un bannerino pubblicitario, e invece chissà per quale stupido motivo ho optato per un BLOG ADV FREE]
Il bastone e la carota... il bastone e la carota...

I ceppi virali sono talmente tanti che non vi è vaccino per ogni raffreddore, dunque non c'è cura rapida se non la pazienza.
Ce l'hai e te lo tieni!

...ma...



La castagna, finalmente.

I saggi e ponderati rimedi della nonna suggeriscono una castagna in tasca allontana il raffreddore. Portare con sé in tasca una castagna allontana dunque il raffreddore debellando l'umanità da questa piaga. La mia vivace e raffreddata attenzione è stata però colpita da una notizia ben più sorprendente. Una castagna in tasca allontana davvero il raffreddore! Sembra infatti che tra foglie, frutti, fiori e ricci, il castagno abbia spiccate proprietà antisettiche, antireumatiche e antinfiammatorie! Nello specifico la castagna è un frutto ricco di magnesio e manganese, ricostituenti naturali davvero eccezionali.
Il presente foglietto illustrativo non vuole sostituire il parere medico. Leggere attentamente le considerazioni finali.

Considerazioni finali.
Nonostante io abbia fermamente deciso di voler trascorrere il prossimo inverno con una castagna in tasca, questo non vuol dire che portare una castagna in tasca curi o allontani il raffreddore.
Facciamo un po' di numeri:

250 ceppi virali differenti.
Dovreste portare quantomeno 1 castagna per ogni ceppo.
Che vuol dire: 1 castagna x 250 ceppi = 250 castagne in tasca.

2 termometri rotti dal gennaio 2008.
La castagna non avrebbe impedito la caduta.

170 Km orari la velocità cui viaggiano i virus attraverso uno sternuto.
A meno che non abbiate una castagna da 2 tonnellate davanti a voi o ve la tirino addosso e tentiate di schivarla proprio in quel momento, la castagna non riuscirà a fermare l'odiosissimo virus.

160 giorni circa di castagne in tasca.
Dai 4 ai 7 giorni perché un raffreddore faccia il suo corso. Se siete sfigati e vi beccate pure l'influenza dai 7 ai 10 giorni.

30 euro al chilo le caldarroste.
Spray nasale 4,00 euro.
Caldarroste vs Spray Nasale 0-1

Conclusioni.
Il mio raffreddore non migliora e nonostante la ricerca oggi non ho trovato un supermercato aperto dove comprare le castagne, ma resto fiduciosa... e da domani nel taschino porterò una castagna.

In basso il sondaggio.
Votate copiosi.