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venerdì, dicembre 13, 2024

L’inverno

 la morbidezza di Ettore, appena torno a casa.

i suoi baffi bruciacchiati dalle candele di natale. per caso.

il freddo alle mani che congela.

i vestitini stretti, i collant neri, le lucine blu sui balconi.

la nebbia dietro le finestre, ma più di tutto davanti ai fari dell’auto confusi.

il silenzio che è una coltre fittissima dentro di me mentre fuori si addensano le parole, degli altri, le mie, fredde, freddissime anche loro.

non sono brava in inverno a trattenere questo calore, mi sembra sempre di dover scaldare gli altri, prima di me.

chissà quando lo imparo, a proteggermi, ad essere morbida, anch’io. meno confusa su cosa valga la pena scaldare, dentro me, di me.

e soprattutto quante parole ancora, che se solo mi ascoltassi sarei certa di accorgermi di una quiete che non va riempita. Già che l’inverno sono io. Con la mia brina, sui pensieri. Bellissima, ghiacciata. 

La primavera pure. 

L’autunno lontano, anche.



martedì, febbraio 06, 2024

E poi ero

E poi ero
sommersa di parole
incastrate sotto il piede, tra le costole, nell'incavo tra l'indice e l'anulare.

Traboccavano, persino
senza uscire
in fila e pazienti come non sono mai stata.

Erano confuse
quelle non dette, poche,
le travolgenti, perse,
le più delicate, scelte.

Come a nascondino
un.

con il mio modo per trovarle,
due.

dove nessuno può vedermi, 
tre.

Acchiapparmi.
quattro.

Ovunque,
purché lontano da dove la me più grande ha fatto tana.


sabato, gennaio 07, 2023

 Ci sono un sacco di cose che dicono grande, dentro di me.

Eppure continuo ad amare raccogliere le viole, i legnetti, osservare con la coda dell'occhio le cose minuscole, inutili, i gesti di cui nessuno si accorge.

Sono un'ancora. Ce n'è una dentro di me.
Che è la mia salvezza verso i muri freddi, le persone non accorte, i gesti e le parole che valicano i limiti. C'è un silenzio quieto dentro di me che salva, che mi salva. Dalle accozzaglie, che a volte creo, che a volte mi sovrastano, che a volte non tollero, negli agli, sugli altri. 

Ci sono un sacco di momenti in cui so di dover, voler, essere grande.

Ma dio quanto mi salva essere minuscola, la minuscola me che delle cose tenere e inconsuete si prende cura o semplicemente s'accorge.

E riprendo fiato. Finalmente.



[Il primo post in questa nuova casa, che tremavo all'idea non mi diventasse mai familiare alle parole della notte. le mie più care, e segrete].




martedì, maggio 10, 2022

Le mie suddivisioni sono infinite

Ho allontanato tantissime persone dalla mia vita.

A volte per troppo caos
A volte per paura d’essere invasa
Altre, perché lo ero davvero

Le ho cancellate, annullate.

Per dolore
Delusione
Stanchissime attese

Le ho talmente analizzate da sbriciolarne intenzioni, motivi, l’essenza stessa.

Perché non ero riuscita a capire 
Perché era inspiegabile
Perché andavano fatte a pezzi, le loro ragioni.

Ho anche angoli segreti dietro cui non guardo mai.

Dove nascondo le nostalgie
Le assenze 
E le malinconie 

Ho spinto lì quasi fino a non riconoscerli,

L’ardore più forte
Il dolore dell’assenza, sempre più polveroso
E profondamente nascosto l’amore più intenso di cui sono stata capace.


Nonostante tutto, ancora sembra io non riesca a fare abbastanza spazio, a volte, per me.




lunedì, gennaio 31, 2022

Un dopo la tempesta

E le emozioni minuscole, nascoste, diventano silenziose, miti.
E le invisibili cose che noti non le dici più a nessuno, restano quiete.
Si assopisce, lo scompiglio.

Sembra che qualcosa si sia perso.
Sei più salda, meno travolta e travolgente.
Un dopo la tempesta.

Terrificante scoprire che agli altri piaci più così, disinnescata, fredda.
Che s'innamorano tutti di quel calore profondo solo se è lì, legato bene, dentro.
Faccio meno paura, pare.

Chissà come succede che diventi grande,
mentre il cuore si restringe. 

O almeno sembra.





domenica, settembre 05, 2021

La Commenda

 come sono strani certi Luoghi, sono completamente indifesi dalle impronte dei sentimenti 

e così il Caso.

ai passi della felicità ad esempio, potrebbero aver preceduto, inconsapevoli nel tempo e di qualche metro, le orme più tristi.

letteralmente.

stanotte, non senza forte turbamento, ne ho ri-trovato uno. 

ho scoperto che il teatro dei miei ricordi più disperati, uno dei luoghi che trattiene forte la memoria delle mie violenze familiari, è diventato palcoscenico di bianchissimi e gioiosi matrimoni. 

Eppure proprio lì, dietro le porte cerulee, sotto l’arco e il calpestio dei tacchi, un tempo dei cavalli, si  nascondeva, sordida, l’infelicità. 

Un posto da favola, mi ha detto qualcuno

e in effetti è nel “Vissero per sempre…” che comincia la vera storia di cui poi non si dimentica nessuno.

martedì, aprile 20, 2021

Vuoto per pieno

 Le cose morbide, io in punta di piedi, le cadute dalla trave, i capelli incastrati nell'elastico, il suono di una voce che ti tiene per mano il cuore tanti anni, la solitudine, i chilometri tra il duomo e il mare, il cassetto con le macchine fotografiche, il topolino dei denti, le zampe rosa del mio gatto, il cimitero in cima al paese, i vetri smerigliati dal mare, chinarsi per schivare un colpo, i mal di pancia interminabili, i semini di sesamo sulla crosta del pane, i nonostiscordar di me che spero fioriscano.

Ho questo vibrare di dettagli che al sopraggiungerne di altri non riesco a contenere. 

E un gran bisogno di vento, e pioggia. 






venerdì, novembre 20, 2020

Di tutti i miei gusci.

 Restare centrati. 

Perché quello che mi sbilancia sta dentro, non fuori.
Perché devo tenere il passo saldo quando sollevo l'altra gamba al successivo.

 E non trattenere.

Perché ho il cuore piccolo, e il ripieno va dosato.
Perché so assorbire una gran dose di brutture, ma solo perché così le lascio andar via un po' meno mie.

 Concentrarsi.

Perché il tempo diluito in cose che non desidero diventa torbido.
Perché io senza la lucidità sui miei desideri perdo le coordinate.

 E scegliere.

Il superfluo di cui non posso fare a meno, la velocità che mi stanca, i silenzi che devo riempire di parole poi da qualche parte, le cose care di cui prendersi cura è sempre più faticoso quanto più mi avvicino. 
Di non smettere di cercare, finché non trovo.





lunedì, settembre 07, 2020

Un fiore di terra e mare

E cerco un rifugio, persa, tra le mille me che sono diventata e non sono. 
E non mi rassegno, inutilmente, al pensare più svelto, allo sfuggirmi della poesia, agli oggetti che in realtà banali non raccolgo.
Sono, di me, un seguito realistico.
Mi scivola, sulle spalle, un velo di incanti che trascino dietro come un monito a non dimenticare.
Sono quell'inseguire rapido delle mie magie, minuscole creature, dietro i miei passi.
Sono un riccio, una lumaca, un topo, una coda, un guscio, un granello, un sasso, un fiore nella sabbia, bianco.

E quasi sempre, a girarmi intorno, annusando i miei umori, mi ritrovo bella e più adulta.
Di ricordarmi di me, posso solo se rallento, e mi ascolto, e mi fido di questo mio vivere in un avvertire e riconoscere le mie sensazioni più nascoste.




giovedì, giugno 25, 2020

Post-it

- Ci sono giorni che non finiscono se prima non trovo qualcosa che cerco di te.

-  Faccio lo stesso anch'io.

Avrei voluto rispondere quel giorno e non l'ho fatto.

lunedì, maggio 04, 2020

Nessun fiore fiorisce quanto la peonia.
Amélie Nothomb

C’è una poesia in me che s’avvolge alle mie sensazioni più intense e più sottili. È una magia, una malìa, incauta e potente che travolge i sensi, i miei anche.

C’è in me una musica di parole che suona eco misteriose come onde del mare tra le fronde degli alberi in fiore. È un incanto inquieto che invece di domare, mi doma. È di me la parte più segreta e misteriosa.

E mi sembra d’essere in pericolo quando lo dimentico, quando riempio il tempo di sentimenti poco densi, quando avverto senza afferrare, quando l'apparentemente convulso mi svuota e non riempie.
Mi terrorizza quando rimane lì nascosta in me così a lungo da sfiorire.



lunedì, aprile 20, 2020

È che in fondo mi piace questa cosa dei capelli bianchi. Mi piace non truccarmi. Non truccarmi mi piace proprio un sacco. Mi piace questa trasandatezza che mi lascia tempo libero, mi porta molte meno volte allo specchio per controllare che il mascara non sbavi, mi fa lavare i capelli durante il giorno quando capita perché tanto basta il phon. Mi piace questo trascorrere degli anni su di me, che a togliere il rossetto e le camicette, i tacchi, sembro più io. Mi piace che non ho il pensiero di uno sguardo addosso e la fantasticheria che il vero amore ti vedrà bellissima, anche se non lo sei, per sempre.

venerdì, aprile 03, 2020

"Forse la vita voleva tu ti fermassi"

L'allontanarsi lento di un affanno, ricorderò sempre di questi anni silenziosi e quieti.
La fatica diluita per far tacere, finalmente, il vortice che mi turbinava dentro. I passi lenti, per davvero, che seguivano l'uno all'altro. La certezza che, ad occuparmi di me, andrà tutto bene.
E così, ho girato stretta la curva che lascia indietro il passato. Ho riposto nei cassetti i pensieri che ho indossato mille volte, ho steso alle finestre le mie risposte più umide, ad asciugare, lavato via dagli incontri mai accaduti le mie attese più vivaci.
Ho guadagnato tempo. Una stanchezza diversa.
Un passo meno saldo. Una malinconia dolce.
E forse ho perso qualcosa. Ho perso gli incanti che mi volevano davanti ad una chiesa in abito da sposa, di nuovo sotto le stelle avvolta dalle pietre di un teatro greco, avvinta in viaggi ai confini della mia realtà più trasognata.

Se tornassi indietro sceglierei ancora un finale diverso ma ho imparato, una volta ancora, che prendersi cura di se stessi salva anche dai propri desideri più segreti.




martedì, dicembre 03, 2019

Sarà che non mi sono mai piaciute le luci a intermittenza

Dev'esserci una lucina in me.
Una minuscola lucina, come quelle di Natale.
Lei sta lì ed io mi salvo.
Mi salvo sempre.
O almeno così è stato sinora.
Intorno c'è caos e lei s'illumina di più.
La gente urla e lei s'affievolisce per non farsi notare.
Cambiano gli odori, gli spazi, e lei rimane ferma.
Qualcosa mi schiaccia e lei balugina più forte.
Se qualcuno mi ferisce, mi fa luce tutt'intorno.
Coi miei entusiasmi più felici, s'agita e scodinzola tutta luccicosa.
Se qualcuno me li umilia, resta lì impettita e s'accende portentosa.
Se perdo di vista qualcosa, lei m'abbaglia senza sosta.
Se calpesto qualcuno e lo ferisco, lei s'allarma e io mi fermo.
Non credo si sia mai spenta.
E, col tempo, ho capito che per proteggermi da tutto,
persino da me, devo proteggere anche lei.



mercoledì, ottobre 02, 2019

Le mie vie di fuga

Di tutte le me che ho conosciuto, le più frammentate sono le impaurite ed insicure.
Sono le me che peggio tollero seppur tra i pezzi, a cercar bene, troveresti inattesa la mia più solida pazienza,  la quiete per le domande irrisolte e il tic lento del mio tempo più calmo.
Sono le meno capaci d'accettare l'incertezza delle sfumature, dei contorni indistinti, dei gesti confusi. Sono le me più silenziose, insofferenti ai rumori accesi, alle parole imprecise, al non detto per cautela.
Sono le me che allo stremo fanno diventare denso un qualunque desiderio che allontani dal problema, pur di non spezzarsi.




martedì, agosto 06, 2019

Le cose timorose non sanno di me

Stare protetti. Sono due parole che insieme suonano malissimo. Perché sanno di guerra, di trincea, di muri alti. Eppure, se te le senti improvvisamente addosso, cambiano dimensione, le lettere s'avvicinano, si fanno più strette, tiepide, s'avvolgono morbide. Iniziano ad avere il suono delicato delle cose solitarie, dei silenzi lunghi, del tenere i pensieri molto raccolti e riportarli in casa.
In casa riportare poi anche l'intuito, e i desideri, e gli slanci, già che emozioni così, quando si trovano a proteggersi, si spezzano a metà e diventano timorose.




martedì, luglio 23, 2019

E allora scaccio tutto.
Il passato.
Le cose che non so riparare da me.
Il presente quando non stiamo al passo.
Ciò e chi sfugge.
I dubbi spenti.
Quelli più accesi che non mi danno mai pace.
Le pause quando ho fretta.
La fretta.
L'insonnia.
I gesti bruschi. Le parole, pure.
I finti pieni di senso.
Le paure.
La paure quando mi tolgono quiete.
Le bugie. Dio quanto le voglio lontane le bugie.
Le attese finite.

Dentro di me ho giocattoli rotti che ad aggiustarli non saprei più dove metterli.
Ed il pensiero di buttarli via rotti, lo detesto.
Serve spazio, serve spazio.
E la tranquillità di quando ti stendi sotto una betulla in un giorno di sole.









venerdì, giugno 07, 2019

E così oggi mi sono accorta che non sono per le distanze ponderate, sono per i capitoli travolgenti. Non sono per le attese, sono per le conferme tenere, le attenzioni che non serve chiedere. Non sono per camminare a lungo tra i miei pensieri più razionali, lì sono avvinta dalle paure; è il tempo in cui avverto piene anche le pause che mi conquista. Non sono per i timori, già che mi stanca presto stare sempre all'erta. Non sono per darmi ai grandi inseguimenti, perché non capisco mai se in fondo sono preda o cacciatore. Non sono per chi tiene tutto sotto controllo, perché inizio a controllare tutto anch'io. Non sono per tacere le domande timorose, tollero peggio il timore di chiedere.
Ma più di tutto, non sono fatta per questa paura che mi è cresciuta dentro di fidarmi. Perché mi rende più dura, mi fa sentire vinta, e questo di me davvero lo detesto.






giovedì, aprile 11, 2019

A me ci penso io.

Mi sono rotta un sacco di volte. Di cose.
Ma quest'ultima è stata incredibile. Di quante non mi ero mai accorta. Mai.

Mi sono accorta che se proprio devo chiedere aiuto, allora non serve sempre sdebitarmi. Non mi ero mai accorta quando fastidio in effetti mi dia chiederlo, riceverne, aspettare aiuto.

Mi sono accorta che una cosa messa a posto da qualcuno è un gesto tenero, ma se la metto a posto io è meglio. Non mi ero mai accorta che sentirmi in difficoltà mi è odioso, dipendere ancora di più.

Mi sono accorta che il mio tempo è prezioso, e rubarne ad altri per dedicarsi a me mi sembra un furto inutile. Non mi ero accorta di quanta gente invece è abituata a chiedere aiuto, a pretenderne, ad aspettare.

Mi sono rotta e non riesco a rimettere a posto i pezzi. Le ossa.
Ma a me ci penso io. Lo so da sempre.
Sempre.


mercoledì, febbraio 13, 2019

11 Febbraio

Chissà quando ho iniziato ad avere questo terrore insopportabile per le bugie. Probabilmente da quando ho iniziato a mentire anche io.

Bisogna allenarsi, per non cedere. Che la verità non è pietrosa, è delicata. 
E nelle cose importanti va protetta.