E poi da qualche parte c'erano le donne. Le donne, sì. Ed erano nude. Nude. E non serviva scriverle in corsivo o in grassetto, perché bastava solo dirlo, quasi sussurrarlo donne. Ti veniva voglia di scandirlo bene, di metterci un trattino tra una lettera e un'altra col dubbio che qualcuno non capisse. Ma non serviva, donne.
Ed erano nude. Succinte e belle. Così belle che gli uomini potevano svenire. C'erano gli uomini.
C'erano gli uomini ed erano nudi. Anche uomini ti veniva voglia di scriverlo in grassetto, ma non serviva, uomini.
Oh, c'erano donne dappertutto, al cinema, al supermercato, in banca, da un lato del bancone e anche dall'altro, sedute in basso e sedute in alto, inginocchiate e sui gradini, erano ovunque. Donne.
Ti veniva la paura che in mezzo a così tante, una per una non si riuscisse più a distinguerle, le donne. E ancor di più si sospettava che non riuscissero più a distinguersi tra loro. Erano tutte belle. E poi tutte brutte. E poi tutte stanche. Tutte magre, grasse, sazie, zitte, ferme, attente.
Ti veniva voglia di toccarle, di ascoltarle, di guardarle, ti facevano confondere ed erano confuse. Erano una metà e poi un intero e poi tutte quante e una sola. Volevi chiederglielo, se lo sapevano cosa significa essere donne.
Ce n'erano così tante che pur di non confonderti, e confonderli, e confondersi si vestivano continuamente. Le distinguevi bene, oh sì, non era mica difficile trovarne una e poi un'altra e un'altra ancora.
Non si capiva nemmeno bene come facessero a vestirsi di continuo senza spogliarsi. Ti sorprendevano, le donne. E pure gli uomini, che guardavano curiosi e poi impauriti e poi eccitati e poi insicuri, e poi distratti, presenti, assenti, attenti.
Era un brulicare in ogni dove.
C'erano le donne, ed erano nude. E non serviva scriverle in corsivo o in grassetto, perché bastava solo dirlo, quasi sussurrarlo donne. E gli uomini svenivano, con le donne. Anche con quelle belle.
Che se si fossero svestite davvero era lo stesso.
Erano nude, senza parole.
martedì, settembre 25, 2012
Donne
mercoledì, agosto 08, 2012
Questioni di genere
Tenetevi alla larga da quel senso tutto maschile che nella femminilità vede merce di scambio, di incontro o di favore.
Tenetevi alla larga da quell'allusione tanto vaga quanto profondamente impertinente che una donna, se è donna nelle sue più sfrontate forme o pose o espressioni, lo è per incoraggiare accondiscendenti sguardi o gentilezze.
Tenetevi alla larga da quel mite e sordido pensiero che inclina al dubbio sull'orgoglio fiero e solido di una donna e del suo corpo al cospetto di un uomo qualunque.
Tenetevi alla larga dal muto giudizio che non distingue il semplice sentirsi bella dal florido e sfacciato apparire.
Tenetevi alla larga da chi non rispetta anche l'apparire, tosto che saperlo riconoscere e giudicare per ciò che vale.
Tenetevi alla larga dall'aggressività che è in certi sguardi appiccicosi e insolenti.
Tenetevi alla larga infine da quella silenziosa serpeggiante idea che dà peso o intento differente ad ogni azione o parola che sa di donna.
O uomini.