Stamattina la panettiera, guardandomi, mi dice:
"Mal d'umore, vero?"
Ora, tralasciando il fatto in sé e che mi si leggesse in viso, io, nella mia vita, ho sempre sentito dire malumore, senza la d', quindi ho impiegato un attimo a capire.
Poi però, dopo aver pagato, sono uscita e, turbata, sono tornata verso casa pensando a quanto poetiche fossero le sue parole, con quella d'.
martedì, giugno 28, 2011
domenica, dicembre 06, 2009
Perché avevo giusto due cose da dire.
Che, la vera genialata del consumismo è aver fugato la paura della povertà. (ma questa era di qualche giorno fa).
E che, quanto stancante è non dover essere ingenui. (che è di oggi).
Mi faccio delle patatine fritte, và.
lunedì, settembre 07, 2009
Condizionamenti inversi... o è colpa del lupo?
"A mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar, da narrar
Venite con me nel mio mondo fatato per sognar, per sognar
Non serve l'ombrello, il cappottino rosso, la cartella bella, per venir con me
basta un po' di fantasia e di bontà, e di bontà..."
Che poi da grande ti insegnano che le favole hanno il propedeutico terapeutico pedagogico scopo di aiutare il bambino ad assimilare, in maniera mediata, la realtà complessa, interiore e reale, che si trova a vivere. Che senza le favole un bambino non sarebbe in grado di gestire la propria psiche. Che senza l'identificazione nella fiaba il bambino non può autorappresentarsi per sciogliere i propri dubbi relazionali verso le figure familiari e sociali con cui si confronta.
Intanto però tu, bambino, ti sei sparato ventiquattr'ore su ventiquattro di cartoni animati o il cantastorie in cuffia, imparando a memoria la fiaba del lupo e i sette capretti, tremando solidale con il capretto nascosto dentro l'orologio a pendolo... e chiedendoti in che modo il furbo lupo non sia crepato per l'invasiva operazione chirurgica e crepi, invece, per il peso delle pietre sporgendosi e annegando nella fontana...
Ma poi il punto, non è nemmeno esattamente questo...
è che oggi, tornando dalla spesa, da una finestra si sentiva la musichetta d'introduzione delle fiabe sonore e lì ho avuto un sincero, commovente, moto di nostalgia... poi però mi sono ricordata che da bambina la mia eroina preferita era Lovely Sara...
«Perché Lavinia sei tanto cattiva con lei?»
«Se vuoi saperlo, Margherita, perché nonostante quello che ha passato e passa ogni giorno*, è serena e io al suo posto sarei disperata, capisci? È ancora lei la più forte, è ancora lei!»
*il "tutto quello che ha passato e passa ogni giorno" è una splendida perifrasi che sta per una storia che farebbe invidia agli autori di Beautiful, triste e finanche troppo crudele per un pubblico di giovani spugnette dagli occhi sgranati e attenti
e mi sono chiesta...
ma non è che uno poi, tra lupi stupidi e cattivi, rospi da baciare, principesse da salvare superando rovi e draghi, matrigne e nani, confuso e un po' persuaso, si immedesima così tanto, che passa tutta la vita a metterci i mezzi per avere un'esistenza altrettanto travagliata?
...stupido lupo.

mercoledì, settembre 02, 2009
mercoledì, agosto 26, 2009
Quando ho caldo.
Rotolando sul letto, all'una di notte, quasi fosse un afoso pomeriggio estivo, mentre sullo stomaco poggia un tomo gigante, e mi cimento nel comprendere alte teorie sul riconoscimento di uno status intellettivo degno e rispettabile per gli animali, realizzo invece la più banale delle ovvietà. E mi sorprendo.
Stati mentali e reazioni chimiche.
Che il post a questo punto andrebbe nella categoria dei "Quando scopro l'acqua calda..." ma sfido a trovare qualcuno che dia per immediatamente ovvio e quotidiano ciò che stanotte ho realizzato, non per la prima volta.
Perché viviamo una quotidianità che straripa di stimoli, luoghi colmi di oggetti e persone, oggetti gonfi di suoni ed immagini... ma soprattutto siamo costantemente il fulcro delle nostre percezioni.
Così se adesso io scrivessi questa semplice ed ovvia conclusione...
che quel batticuore che dà l'amore è solo la normale conseguenza di una reazione chimica neuronale
...chiunque, sia ragionevole e minimamente istruito, non potrebbe che convenirne.
Ma se l'amore, è un argomento ampiamente dibattuto, molto meno lo sono tutte le emozioni quotidiane e le piccole reazioni comuni e ripetitive.
Parlare al telefono, aspettare con ansia la consegna di una lettera, ascoltare una canzone e ricordare un momento, tenere con premura la mano al tuo bambino, far attenzione quando versi l'acqua bollente, cercare più volte la stessa cosa, aver nostalgia di qualcosa o qualcuno, rallentare scendendo le scale coi tacchi, scattare una foto, ricapitolare la giornata prima di addormentarsi, avere caldo, aver paura, aver fame, avere un timore, ed ogni singolo sciocco o importante pensiero ed azione... sono, è, solo e soltanto, una rapida reazione chimica.
Ci arrovelliamo, soffriamo, ci emozioniamo per qualcosa, e tutto, l'intero palcoscenico su cui si muove la nostra immaginazione, su cui si improvvisano le nostre scelte e si articolano i gesti, è esclusivamente una poltiglia di carne e sostanze combinate tra loro.
Continuamente, fino alla morte...
Se poi, riguardo l'amore, ti accade che tra mille persone, tra mille sguardi, e mille volte che già l'hai vissuto...
solo una esatta circostanza ti fa portare la mano al petto per fermare il cuore che batte,
e sentirti aggrovigliare come mai ti è capitato
...sorprenditi,
perché anche quella è una reazione chimica.
mercoledì, giugno 03, 2009
Fatta la domanda, datti una risposta, non necessariamente originale.
Non è che sia una regola, sia chiaro.
e la domanda se la saranno posta tutti, prima o poi. o se la porranno, o non smetteranno mai di porsela.
Solo che uno, una risposta a questa domanda deve avercela. cioè, non è che puoi continuare a fare la spesa, abbottonarti la giacca, poggiarti sul cuscino, senza avere una risposta. Sia concesso di improvvisarne una all'abbisogna, o di cambiare idea ogni volta che si vuole. ma una risposta, quando la domanda sopraggiunge, bisogna averla. Non si scampa.
La domanda poi può essere persino mal posta, vaga o precisa ed indiscreta, ma la risposta dev'esser chiara.
Che se ci si chiede, insomma, cosa vuol dire innamorarsi, essere innamorati, perché si è innamorati, di chi si è innamorati, se lui è innamorato, se lei è innamorata, quando si è innamorati, e così via...
l'argomento, per quanto delicato, va trattato con meticolosità quasi scientifica.
Perché l'innamoramento, o l'amore, è una sostanza densa e di colore argenteo, o rosa, o bianco, o come più piace, che va indagata e smascherata.
Allora io, domandandomi una delle domande, con l'occhialetto da intellettuale, una matita in mano e una nei capelli, e il tipico buco nei pantaloni della tuta, da vera scienziata casalinga, ho trovato, illuminandomi, la mia risposta. che quivi riporto, omettendo la domanda.
Che secondo me, cioè, non puoi innamorarti del suo sguardo, dei suoi fianchi, del suo stile, delle sue avventure o delle sue malie. E' essere innamorati dei pensieri dell'altro.
e delle mie parole, nel mio caso.
Ecco.
martedì, aprile 21, 2009
Chi ti capisce è bravo
Ero sotto la doccia quando ho avuto la folgorazione.
La riflessione, e poi la folgorazione che ha reso lo shampoo molto più rapido del solito vista la fretta di scriverne, nasceva dall'evidente dato di fatto che sempre più spesso mi si dice e si usa dire "chi ti capisce è bravo".
Oceano Mare,
E visto che domandare è lecito, ma rispondere è cortesia:
"Sono una donna è il mio essere donna qui ed ora,
...e sarebbe davvero perfetto, perdere un attimo ad ascoltare qualcuno che subito sa dirti qualcosa di sé. Sarebbe perfetto se subito ne conoscessi qualcuno, di quei libri, o ne abbia sentito parlare. Sarebbe stupendo sottrarsi per un secondo alla frenesia della vita e in un momento così importante com'è incontrare qualcuno lasciando che valichi anche solo un istante le tue barriere, dare un indizio, capire e lasciarsi capire, senza fretta, senza aspettative, con eguale circospezione e formalità tuttavia, come una normale stretta di mano.
Magari scriverlo dietro un biglietto da visita,
Tal dei Tali
e dietro,
... non si sa mai, del resto, si sta per perdere un treno o un martello pneumatico sta smantellando la strada lì intorno e non si ha tempo per scambiare due parole.
* Sei, è un numero scelto deliberatamente, potrebbero essere di più o di meno e libri, perché nel mio caso sarebbero più esplicativi e credo lo siano a prescindere in generale, vista la consistenza delle parole e la lunghezza in genere dei contenuti, ma volendo potrebbero essere sostituiti da un film, una musica o un quadro, una scultura...
[ah, e se c'è qualcuno in ascolto, vorrei sentire i sei titoli...