Sulle cose che ti fanno paura basta soffiarci sopra, come sui fiori di tarassaco. Almeno su alcune, su altre no. Sulle certezze invece non si soffia. Non si sa mai sbocci l'acredine col sole.
martedì, marzo 22, 2016
Tarassaco
lunedì, maggio 04, 2015
Il mio animale guida
Se avessi potuto sceglierlo, io avrei scelto di certo un gigantesco orso o un lamantino, invece che sto minuscolo tarlo.
venerdì, febbraio 20, 2015
Promemoria, per quando diventiamo grandi.
È sorprendente come le peggiori lavate di capo degli ultimi anni me le abbiano fatte sempre i miei medici. Che diventiamo piccoli in due, le braccia scese, facendo sì con la testa, io e il mio tarlo.
martedì, luglio 08, 2014
Il canarino
Quando ero bambina volevo sempre il canarino. Nell'acqua calda si lasciavano bollire due foglie d'alloro, la scorza di un limone e poi si aggiungeva un po' di zucchero alla fine. Era la mia personalissima pozione contro i miei continui mal di pancia.
Mi sembrava perfetto perché capivo che era una soluzione esatta ad un problema. In realtà non era nemmeno una vera soluzione, ma in fondo forse mi bastava solo crederlo e il mal di pancia mi passava.
Adesso, da grande, alcune soluzioni mi appaiono invece estremamente ingarbugliate, così se per caso ho un mal di pancia, per risolverlo mi sembra quasi di dover per forza trovarne un'origine diversa dalla vera. E allora mi convinco che in pancia mi si affollano in segreto tutte le più aggrovigliate paure e che tra gli intrecci delle vene si nascondano le mie incertezze più profonde.
Invento animaletti strani che mi abitano dentro e fingo stiano lì a rosicchiarmi quando poi so che in realtà non c'è nessun animaletto e al momento nessuna soluzione.
Da grande mi attorciglio, cerco di trovare sempre una spiegazione ma non ho dimenticato il canarino. Così quando capisco di complicare le cose, io so, a volte lo ricordo, che spesso in realtà basta soltanto credere di poter risolvere un problema, per riuscirci finalmente.
martedì, agosto 06, 2013
Quello che è triste, via.
Punto e Virgola. Il tarlo. La stanza 14. Elena, Biagio, i dolori. Il rigurgito al risveglio, i messaggi scoperti all'improvviso. Le bugie, le paure, i tacchi dietro la porta, il profumo in casa. Il pronto soccorso, le eclissi mancate, le feste mancate. La tortora, le parole sbagliate, l'indomani, quello che non andava detto, in bici di notte, le suonerie che non suonano, i baci non dati, il numero 7, i giuramenti finti, le promesse non mantenute, gli sguardi altrove, le prostitute, le sfide. Il Nonno, la nausea, le scritte sui muri. Gli aeroplanini di carta, i viaggi in Polonia, il 14 Giugno, le farfalle e la neve. La cheesecake, il divano, l'addio al celibato, il tempo sprecato, la porta d'ingresso. I biglietti aerei, le chiavi di casa, i vuoti. La paura di morire, Capodanno. Le bugie.
martedì, giugno 14, 2011
C'ho il tarlo nel cervello | Di tutte le bestialità che mi vengono in mente
Quella del cervello enterico è una questione che mi ha sempre angustiato. Quando ne sentii parlare la prima volta pensai fosse un'idiozia niu eig. Poco tempo dopo fui aspramente rimproverata perché il piercing spezzava l'energia del mio Manipura (il plesso solare o terzo chakra, per chi non lo sapesse). Quando poi tentarono di farmi visualizzare un flusso circolare d'aria che usciva dalla mia bocca, andava a fare shopping, rientrava per un'escursione nel mio stomaco e riusciva nuovamente, ho provato con fiducia, mi sono molto concentrata, ma poi il flusso, con ben più senso dell'humor, è uscito in una sonora e inarrestabile risata.
Tutte queste entusiasmanti e antroposofiche parascienze, devo ammetterlo, toccano il mio animo più narciso e mi proiettano in un mistico futuro in cui trovo la mia dimensione come santona di una setta. Vagherò per il mondo con i miei adepti professando un regime di vita innovativo e rivoluzionario: mangia tutte le porcherie di cui hai voglia finché ne hai voglia, incazzati tanto se t'incazzi un motivo ci sarà, se ti danno uno schiaffo turbano il tuo Vishudda quindi non porgere l'altra guancia ma dai un pestone, dormi tanto, ridi molto e dì tutto quello che ti passa per la testa. Sarebbe un mondo migliore.
Il cervello nella pancia però credevo fosse fin troppo anche per me, soprattutto da quando ho scoperto che c'è chi parla di neurogastroenterologia, di neurotrasmettitori, sinapsi, serotonina e sostanze psicoattive - robe serie e gente convinta. La mia solerte immaginazione invece, resa quanto più fervida dal grandissimo Redfield, nel tempo ha raggiunto a mia insaputa uno stato superiore di coscienza, tanto che ormai, quando il tarlo va rosicando ed io sto male, vedo fasci di energia elettrica che mi trapassano luminosissimi da parte a parte.
Così stamani, fiduciosa, ho realizzato la verità ultima.
C'avranno ragione, perché con tutte 'ste energie prima o poi dovrà pur fulminarsi il malefico tarlo.
All'occasione mi servirà giusto il tempo per fargli un funerale in pompa magna con corteo lungo il flusso circolare e rientro per le sei, che c'è il mio telefilm preferito.
E tutto passerà!