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martedì, maggio 15, 2012

Cose buone dal mondo | Lunedì: quello che avrei voluto fare

Come ben sapete continuo imperterrita con la mia splendida rubrica "Cose buone dal mondo", ovvero idee intelligenti, trovate sorprendenti, gente di talento, arte, design, cultura, libri, poesie e chi più ne ha più ne metta. Roba di qualità, insomma, che merita d'essere vista, letta o raccontata.

E per l'appunto questo, qui sotto, lo trovo veramente geniale.

Andate in pace.




Lunedì: quello che avrei voluto fare di Imprecario Li Santi


mercoledì, marzo 28, 2012

Cose buone dal mondo: Nancy Fouts



...e lo so che di solito per queste mie scoperte uso lo sversatoio, ma c'erano le lumache... e ancora altre lumache!
...che mica tutti ci pensano, a quant'è bella e poetica una lumaca.

venerdì, novembre 04, 2011

Genova, 4 novembre 2011



Dolcenera, Fabrizio De Andrè


«Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine. È la solitudine dell'innamorato, soprattutto se non corrisposto. Gli piglia una sorta di sogno paranoico, per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra se stesso e l'oggetto del desiderio. È una storia parallela: da una parte c'è l'alluvione che ha sommerso Genova nel '70, dall'altra c'è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l'assenza, perché lei, in effetti, non arriva. Lui è convinto di farci l'amore, ma lei è con l'acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all'esercizio del proprio potere assoluto.»

Treviglio, 24 marzo 1997, Fabrizio De Andrè



Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
nera che picchia forte che butta giù le porte

nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ

Non è l'acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

nera di malasorte che ammazza e passa oltre
nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
nera di falde amare che passano le bare

âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á

Altro da traslocare
non ne ha non ne ha

ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
ché è venuta per me
è arrivata da un'ora
e l'amore ha l'amore come solo argomento

e il tumulto del cielo ha sbagliato momento
acqua che non si aspetta altro che benedetta
acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
'n calabà 'n calabà

Non è l'acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino

ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
e la lotta si fa scivolosa e profonda

amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è 
amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala come arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei

acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti

âtru da camallâ
â nu n'à â nu n'à

Altro da mettersi in spalla
non ne ha non ne ha

oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano
a battaglia finita
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi

ha avuto in un giorno la certezza di aversi
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore

atru de rebellâ
â nu n'à â nu n'à

Altro da trascinare
non ne ha non ne ha

e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare

Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

venerdì, luglio 29, 2011

La Retorica

“ La retorica è un'arma [...] è un'invenzione dei greci e, come tale, si legittima in base a due grandi assiomi della cultura greca. Il primo è il rifiuto di distinguere radicalmente fra la ragione e il discorso, rifiuto che si esprime nella polisemia della parola logos. Il secondo è il rifiuto di separare la verità dalla bellezza, poiché il bello, come diceva Plotino, è «lo splendore del vero». Se il pensiero non può così prescindere dal discorso, l'arte del discorso costituisce il preliminare logico e pedagogico del pensiero stesso. Se, parimenti, un "bel discorso" non è necessariamente vero, un discorso mal costruito è necessariamente un discorso che suona falso.
[...] Per quanto riguarda i rimproveri di ordine etico che si possono muovere alla retorica - e che le sono sempre stati mossi - si riconducono per l'essenziale a quattro: 1) si fonda sul verosimile; 2) è intrinsecamente polemica; 3) manipola; 4) mischia, in maniera inestricabile, l'affettivo con il razionale, e la sua forza consiste proprio in questo intrico.
[...] 2) Quindi è normale che la retorica sia polemica, che sostituisca all'oggettività, impossibile nell'ambito che le è proprio, la pluralità dei punti di vista. Normale che tutto sia sottoposto alla controversia e al ragionamento. [...] È il principio fondamentale del pluralismo e della democrazia.
Sta di fatto - e la nostra metafora dell'arma è ingannevole - che la polemica non è guerra. Essa è anzi l'esatto contrario della guerra, in quanto possibile solo allorché si depongono le armi - o cedant arma togae - e allorché la battaglia cede il posto al dibattito. Il dibattito potrà essere lungo, estenuante e crudele. Ma non è la guerra, la guerra nella quale a trionfare sono la cieca casualità e la morte. Fino a che si parla, non si uccide. Meglio ancora, nel certame retorico, non si perde né si vince mai completamente a caso, e né la vittoria né la sconfitta sono irrimediabili. [...]
Che cosa avviene d'altronde quando la polemica non è più possibile? Avviene quella degradazione barbara del discorso che chiamiamo gergo e che è propria di tutte le burocrazie imperanti, di destra o di sinistra poco importa, dal momento che non sono più lì a polemizzare.Quel gergo, inframmezzato di realtà umane, fatto di frasi sostantivate, di formule rituali e incantatorie, e il cui ragionamento è costituito su pseudo-evidenze e dicotomie manichee, quel gergo è l'esatto contrario della retorica.
[...] 4) La retorica, mescolanza inestricabile dell'affettivo e del razionale. Certo, ma questa mescolanza è l'uomo stesso. Sarebbe vano credere che possiamo pensare e decidere in maniera puramente razionale, meno che meno per ciò che veramente ci riguarda. Sarebbe già bello che fossimo semplicemente "ragionevoli"! Inoltre i nostri sentimenti non sono tutti dello stesso tipo: possono essere ciechi o lungimiranti, superficiali o profondi, infantili o adulti. E il valore della retorica si misura dalla qualità dei sentimenti cui si appella e che trasmette. Resta il fatto - e l'errore fondamentale dei sofisti è l'aver creduto il contrario - che non spetta alla retorica decidere di quel valore. Esso è di pertinenza dell'etica.

da La Retorica di Olivier Reboul

giovedì, luglio 21, 2011

Vita alla blindata di Vittorio Bertone
In memoria di Paolo Borsellino
Catania 19 luglio 1992 (2011)


Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.
Paolo Borsellino

Appuntamento alle ventuno e trenta in via pacini, diceva l'sms. In via pacini? ma perché lì? che brutta zona per andare a piedi da sola... eppure è in centro... che bel posto per una manifestazione... però mi tolgo l'anello di brillanti non si sa mai... e non metto la gonna... che brutta zona... l'anello me lo tengo, mi metto i jeans... no fa caldo, mi stiro i pantaloni di lino...
Martedì ricorreva l'anniversario della morte di Paolo Borsellino, avevo preparato un post ma... che brutta zona, e poi perché lì? di sera per giunta... c'era una via, un incrocio nel cuore di Catania, dove è accaduto qualcosa che merita più di qualsiasi parola io possa scrivere per commemorarlo.
Muoio di caldo lo stesso, prendo una birra, ma questo bar mi è sempre sembrato un postaccio e invece... che brutta zona eppure è in centro... che bella gente... me lo ricordo io quel tipo, occupammo il liceo nel '99, chissà se si ricorda... avrei dovuto mettere la gonna, muoio di caldo anche coi pantaloni in lino... c'era un bar in una via del centro, ad un incrocio nel cuore di Catania, c'era una console, un proiettore, uomini, donne, bambini, tavolini, gente affacciata al balcone, un telo da proiezione e seduto su uno scalino un mio amico che rileggeva concentrato il suo pezzo...
Che brutta zona... carino però il bar... quanta gente... mi metto qui, appoggiata alla transenna, con la mia birra... c'era qualcuno in via pacini, qualcuno che parlava... e parlava di mafia.
C'era molta gente ad ascoltare, sta iniziando...


I fatti, i cavallier, l'arme, gli amori
di un'agenda ritrovata
Vita alla blindata di Vittorio Bertone

Vita alla blindata. Quando ne parlano in tv il servizio fa più o meno così: “ci sono dei magistrati che, in nome dello Stato e per lo Stato, mettono a repentaglio la propria incolumità e quella degli agenti posti alla loro sicurezza”. Poi, una volta tornati in diretta, il presentatore dice: "un pensiero particolare va rivolto ai familiari di queste persone. Facciamogli un grande applauso!”.

Vita alla blindata. In quel negozio vicino casa una signora si lamenta con la cassiera: ”ma quando finisce 'sta camurria* dei militari sotto casa dei giudici, che uno ormai non può più posteggiare da nessuna parte. È uno schifo!”. Guardo mia madre e penso: “ma che colpa ne abbiamo noi?”.

Vita alla blindata. C'è quel poliziotto della scorta che ogni mattina saluta la moglie con un bacio sulla fronte. Lei, col sonno ancora appeso a metà, gli dice: “Mi raccomando, stai attento” e lui, lui le sorride e basta.

Vita alla blindata. “Ma tu non hai paura che ti mettono la bomba sotto casa?”.

Vita alla blindata. Anche se i vetri antiproiettile coi kalashnikov, sai, servono a poco.

Vita alla blindata. “In gita è meglio se qualcuno ti accompagna, così... tanto per essere tutti più tranquilli”.

Vita alla blindata. Rimuovere i cassonetti dalle zone adiacenti l'abitazione della personalità protetta. Nelle conversazioni telefoniche non fare alcun accenno ad orari, appuntamenti o spostamenti. Modificare periodicamente il percorso casa/ufficio e viceversa. In autostrada mantenere un’andatura tirata. Posti di blocco e incidenti stradali potrebbero essere inscenati ad arte: contattare immediatamente la sala operativa. Ritardare il rientro: auto sospetta.

Vita alla blindata. “Talia comu sa spacchianu cu di sirene*. Ed io pago...”.

Vita alla blindata. A scuola la professoressa assegna un tema sulle vittime della mafia. Penso a quei ragazzi…

Vita alla blindata. Questa domenica non andiamo a prendere le paste insieme, e mio padre non vuole dirmi perché.

Vita alla blindata. Gli operai della Repubblica italiana riscaldati dalle fredde mura di un’aula bunker.

Vita alla blindata. “Papà, 'mafia' nel tema la devo scrivere in maiuscolo o in minuscolo?”. “In minuscolo, che c’entra il maiuscolo con mafia?”.

Vita alla blindata. “Però con ‘sta storia della mafia finiamola che non è che qui siamo tutti delinquenti! Questi signori con ‘ste indagini qua stanno ammazzando l’economia”.

Vita alla blindata. Palermo, Roma, Milano, Firenze.

Vita alla blindata. Quando telefonano, prima di mettere giù, se ne stanno in silenzio ad ascoltarci: “Pronto? Pronto? Pronto?”

Vita alla blindata. “Ma a quel cristiano - che ha famiglia – chi glielo fa fare dico io”.

Vita alla blindata. Dai balconi penzolano lenzuoli tinti dalla vergogna e strappati dalla rabbia.

Vita alla blindata. “Nel garage rinvenuto un arsenale. Serviva per un attentato”.

Vita alla blindata. Nello spazio riservato ai lettori di un noto fumetto un ragazzo siciliano scrive: “E se i supereroi esistessero per davvero?”.

Vita alla blindata. Eppure la Sicilia è un bel posto.

Vita alla blindata. E nel tema parlo anche dei cosiddetti “uomini d'onore”. Mi chiedo: “e ora come minchia lo devo mettere 'onore' maiuscolo o minuscolo?”. Io, per non sbagliare, lo scrivo rimpicciolito, quasi invisibile.



Tratto da "I fatti, i cavallier, l'arme, gli amori di un'agenda ritrovata", Catania 19 luglio 1992 (2011)



Il testo Vita alla blindata, non è stata la prima delle letture de "I fatti, i cavallier, l'arme, gli amori di un'agenda ritrovata". Vista la difficoltà nel reperire rapidamente l'intera raccolta, l'ordine di pubblicazione dei singoli pezzi non corrisponderà alla presentazione che ho ascoltato. Tale ordine del resto non è determinante ai fini della comprensione, conto di recuperarli tutti per farli leggere anche a voi.


* camurria: seccatura, fastidio
* Talia comu sa spacchianu cu di sirene: guarda come si vantano con quelle sirene.
[spacchio in siciliano sta per "sperma"; nel catanese perde il senso letterale e acquista quello figurato di "vanto, prodezza, spavalderia", spacchiarsela in gergo equivale a "tirarsela"]

domenica, maggio 08, 2011

Cose buone dal mondo: Una preziosa lezione sulla Democrazia.*


Gustavo Zagrebelsky e Ezio Mauro a Che Tempo Che Fa
Prima Parte


Gustavo Zagrebelsky e Ezio Mauro a Che Tempo Che Fa
Seconda Parte


* - [e una postilla che non c'entra nulla]
La mia partecipazione a Ladri di Bellezza (un blog di resistenza all'incedere del brutto | come dice la stessa descrizione), le discussioni e le riflessioni che ne sono emerse, mi hanno derubato dell'utilizzo semplice, leggero, generico e impreciso del termine "bello/a" [che non è mica detto che le parole debbano essere sempre circostanziate]. Il titolo originale di questo post era Una bella lezione sulla Democrazia ma ho sentito subito l'esigenza di correggerlo, in luogo di un più preciso e pertinente "preziosa".

Mi sembra d'essere stata derubata.
Eppure la ladra dovevo esser io.

domenica, maggio 02, 2010

venerdì, novembre 27, 2009

Il rosa impazza, e le chiocciole pure.

Ora, qualcuno, cortesemente, ammetta che in me, c'è una stilla di genialità. Qualcuno a caso, vi prego.


Perché o io anticipo i tempi, o mi copiano schifosamente.