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mercoledì, febbraio 25, 2015

Birdman. L'anticinema, più cinema del cinema.

Finalmente l'ho visto, il capolavoro, il pluripremiato, il film che incredibilmente aveva messo d'accordo tutti i social, gli appassionati, i critici, polanskiani e mucciniani, Birdman.
Mi sono seduta con la stessa emozione di quando da piccola entravo al cinema Alfieri per la Befana dei Ferrovieri. Ho preso le patatine, la Coca cola e sprofondando nella poltrona sono rimasta incollata allo schermo fino alla fine. Fino alla fine, fine. Fine.
Sono rimasta 119 minuti in attesa di quel momento in cui anch'io avrei finalmente abbassato le spalle e col respiro pieno, detto "Sì, è un capolavoro da Oscar", e invece no.
Birdman è l'anticinema, in senso vero. È il cinema che finge di non compiacersi del suo disfacimento e nel farlo ne fa a pezzi l'epica nascondendo, male, il godimento che ne trae.
È l'autocompiacimento della critica, la spettacolarizzazione di una nemesi autoinflitta, è un susseguirsi di sottolivelli fintamente complicati e annebbiati da una fotografia disorientante e dissuasiva. Cola di una poesia grassa, mette volgarmente in mostra le metafore.
È un inno all'antieroe (il cinema stesso) che lo spettatore non sa ancora di voler far trionfare dentro sé. È, per giunta, un antieroe mediocre e soddisfatto, insopportabilmente inaccettabile al cospetto dei supereroi da maxischermo.
È un'americanata radical chic, insomma. E forse, se non si fosse spacciato per altro, sarebbe stato una celebrazione davvero vincente dell'ignoranza.


mercoledì, giugno 30, 2010

Pane e tempesta di Stefano Benni

La fantasia di Benni sorprende sempre, non stanca mai.
Tendo a preferire una narrativa più fluida, meno spezzata, amo meno le sue raccolte di racconti o come questo, una via di mezzo tra una storia e una raccolta, de gustibus.
Dietro la scelta di una narrativa spezzata, tendo sempre a vedere una crisi, ed è proprio di una crisi che si parla, quindi preferisco concedergli il beneficio del dubbio, immaginando che forse, una storia ben congegnata, lineare, composita, avrebbe dato meno ragione al titolo...

... per quanto, ripensando allo sconto del quindici per cento sugli scaffali degli ipermercati su cui annualmente Benni appare, continuo a chiedermi...
era più facile adattare dei racconti da soffitta?

Resta che d'ora in avanti, immaginerò degli gnomi a spingere da sottoterra i funghi, per farli crescere tra gli alberi del bosco... e questo è impagabile.


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