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venerdì, maggio 12, 2017

Avevate tutti un sacco di cose da dire ed io nessuna. Perché non avevo alcuna voglia di ascoltare. C'erano lì intorno persino meno cose di quante riuscivate a dirne eppure parlavate tanto da mettermi il dubbio di poter capire.
Alla fine, però, ho capito lo stesso.
Che non vi importava nulla di chi vi stesse a sentire. Così le parole si scarmigliavano nell'aria, scoppiando delicate come le bolle di sapone. Le puntavate dritte come spade e aizzate, ringhiavano dure alle catene. C'era un gran caos ed era impossibile capire cosa non avreste voluto dire. E una parola ferì qualcuno che passava lì per caso.
Avevate tutti un sacco di cose da dire e nessuna voglia di ascoltare.

mercoledì, dicembre 10, 2014

Alle parole, se ti ci appoggi col gomito, non fai mica le orecchiette.

e se accade che qualcuno, senza chiederti niente in cambio, ti prende per mano e ti fa viaggiare usando solo le parole tu, fatti furbo, fatti una valigia stracolma di leggerissimi e poi?

che di questi tempi, se sei davvero fortunato, potrebbe persino capitarti di fare l'intero giro del mondo senza doverti mai portare dietro alcun pesantissimo perché?

ma se per caso usa la parola serendipità scappa subito.
non c'è da fidarsi di chi usa questi terribili neologismi.



lunedì, ottobre 20, 2014

Nel tuo atrio c'è una pessima eco

Di tutti i miei non sopporto il più sentito va a chi non soppesa mai il peso delle emozioni altrui al proprio dire. Che se il terzo principio della dinamica si applicasse alle discussioni, sarebbe come avere un peso appeso tra la propria lingua e il cuore altrui.
E se così fosse, ne sono certa, capiterebbe che tutt'a un tratto le parole più grevi comincerebbero a battere.



lunedì, ottobre 13, 2014

Non le disarmare mai, le parole.

Se le guardi mentre si annoiano, le parole arrossiscono. Così le vedi frettolose mettersi in fila come piume a solleticare il primo che passa o lasciarsi affettare dai coltelli sopra il tavolo. Sono timorate, le parole.

Ma se le prendi nel modo giusto e piano piano le spingi verso il muro, all'improvviso vedrai come si fanno sfacciate e provocanti.
Sanno essere sensuali le parole, e non gli servono i corsivi se si accorgono, prima di te, che non stai aspettando altro.




venerdì, giugno 20, 2014

Ho un sacco di so che uso a sproposito ed altri, più fragili, che non so usare quasi mai.

E avevo voglia di scrivere un sacco di cose che iniziavano coi devo, ma inevitabilmente si accartocciavano all'inizio di ogni frase. Così le ho sostituite con i miei più coraggiosi voglio e già suonavano un po' meglio.
Scrivendo poi però mi sono accorta che i voglio mettono sempre un piede imprudente sulla soglia tra il passato ed il futuro, e per dargli retta ti ritrovi a dover fare un passo più lungo della gamba così che quel devo torna ancora prepotente.

E allora mi son fermata, ho guardato avanti e anche un po' indietro e mi son detta che per diventare ciò che voglio, dovrò pur sempre fare i conti col futuro. E il futuro, per fortuna, resta sempre un passo avanti verso quello che desidero.