Visualizzazione post con etichetta donne. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta donne. Mostra tutti i post

mercoledì, novembre 25, 2015

Preghiera di una donna stanca di essere donna

La Vostra fortuna è d'esser uomo.
La Vostra fortuna è la Vostra dannazione e la mia, o Signore.
Vi chiedo di non avermi più in grazia, perché questo corpo così grazioso e avvenente, è già alla mercé di ogni passante.

Dove io non potrò difendermi da quello sguardo colmo di desiderio e vuoto di intenti delicati, abbandonatemi anche Voi, se potete. Io non so, o Signore, se qualcuno vi ha mai rivolto l'umile invito a riflettere sullo sguardo, proteso e un po' sfacciato, di un uomo tale a Voi, al cospetto di una donna.
È uno sguardo senza casto ardore, è uno sguardo prepotente.

Dio creò l’uomo a sua immagine,
a immagine di Dio (κατ΄εικόνα θεού) lo creò,
maschio e femmina li creò. (Gn 1,27)

Creaste a Vostra immagine, uomini incapaci d'aver rispetto, tra ciglia e lacrime, per una donna.
È uno sguardo che si appropria, il Vostro, e senza chiedere permesso.
È guasto, è uno sguardo che assale e lascia senza minima difesa. Non c'è vergogna né onore, ed è violenza, pura e misera, come miseri sono i pensieri che l'accompagnano in silenzio.
Il Vostro sguardo, d'uomo, è l'artifizio più meschino per tenermi a testa china e spalle basse.
Per questo, o Signore, io Vi prego, di non guardarmi da lassù, così che almeno io, da terra, possa levare gli occhi al cielo e senza vergogna, fissarvi finché anche voi vi sentirete spoglio ed umiliato.
E capirete.

lunedì, novembre 25, 2013

Preghiera di una donna stanca d'esser donna.

La Vostra fortuna è d'esser uomo.
La Vostra fortuna è la Vostra dannazione e la mia, o Signore.
Vi chiedo di non avermi più in grazia, perché questo corpo così grazioso e avvenente, è già alla mercé di ogni passante.

Dove io non potrò difendermi da quello sguardo colmo di desiderio e vuoto di intenti delicati, abbandonatemi anche Voi, se potete. Io non so, o Signore, se qualcuno vi ha mai rivolto l'umile invito a riflettere sullo sguardo, proteso e un po' sfacciato, di un uomo tale a Voi, al cospetto di una donna.
È uno sguardo senza casto ardore, è uno sguardo prepotente.

Dio creò l’uomo a sua immagine,
a immagine di Dio (κατ΄εικόνα θεού) lo creò,
maschio e femmina li creò. (Gn 1,27)

Creaste a Vostra immagine, uomini incapaci d'aver rispetto, tra ciglia e lacrime, per una donna.
È uno sguardo che si appropria, il Vostro, e senza chiedere permesso.
È guasto, è uno sguardo che assale e lascia senza minima difesa. Non c'è vergogna né onore, ed è violenza, pura e misera, come miseri sono i pensieri che l'accompagnano in silenzio.
Il Vostro sguardo, d'uomo, è l'artifizio più meschino per tenermi a testa china e spalle basse.
Per questo, o Signore, io Vi prego, di non guardarmi da lassù, così che almeno io, da terra, possa levare gli occhi al cielo e senza vergogna, fissarvi finché anche voi vi sentirete spoglio ed umiliato.
E capirete.

venerdì, novembre 01, 2013

Alle donne che si mettono in mostra e si scrivono la didascalia da sole.
Alle donne che ammiccano e non hanno un moscerino negli occhi.
Alle donne che scoprono una spalla, una caviglia, il collo, le gambe... e poi non hanno più nulla da lasciar scoprire al proprio uomo.
Alle donne che si mostrano svampite e invece non riescono a dimenticare mai nulla.
Alle donne che ammaliano, intrigano, tramano e nessuno le ammalia, le intriga o trama per sorprenderle.
Alle donne dure, forti, invincibili, che in segreto sfogliano i petali delle margherite.
Alle donne che si dicono delicate, ferite, da salvare e poi riposano sui salvagenti stando a galla persino nel sonno profondo.
Alle donne che vestono le maschere delle donne, con abiti succinti e sottovesti leggere.
Alle donne che ti seducono con le parole e poi lasciano tutto nel piatto.
Alle donne incoerenti, volubili e schiave delle proprie insicurezze.
Alle donne furbe, consapevoli e padrone delle proprie insicurezze.


Alle donne, intollerabili, che non sanno portarsi e farsi portare rispetto.