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martedì, luglio 14, 2020

Le mie suddivisioni sono infinite

E continuava a dirmi che ero troppo. Che era tutto troppo. Troppo cosa volevo, troppo cosa pensavo, troppo cosa chiedessi, un più di eterno. 


E mi sono chiesta mille volte se ero davvero troppo. Se erano troppo alte le mie aspettative, troppo aspre le mie critiche, troppo pretenziosa la mia lista di cose da fare, la mia voglia di viaggiare, di assaggiare, di non aspettare, di non accettare.
E nell’attesa di darmi una risposta mi sono costretta a chiedere meno, a dare meno, a sperare di meno.
E mi sono sentita più pesante, e più schiacciata, e più indifesa, finalmente meno potente, sicura, forte.
Che a volere meno si sta più stretti dentro di me, si alzano le maree, i venti gonfiano, la terra si tende fino a mancare.
E perdo le misure, le mie coordinate, il mio cercare continuo, inafferabile, affamato. 
Perché arginata non fluisco, rallento, mi fermo.
Io voglio tutto.


giovedì, aprile 30, 2020

Via quieta, 55

"Tu sei sempre con me" mi ha scritto.
Sono passati 9 anni. Non è cambiato nulla, se non un altro addio. 

18 Maggio 2011
È l'unica casa che non si è mai mossa in questa città.
È il loro Kansas.
Le porte a vetri, una sedia a dondolo, gli oleandri, l'odore di mandorla nell'angoliera, i quadri pieni di fiori, la musica classica, la lanterna dei treni, il cestino delle mollette, il cancello bianco di ferro per entrare in balcone... i loro Penati.
Eravamo lì tutti e sei e io ci guardavo.
"Le due Isabelle" ci han detto stasera.
Metà di me fa parte di ciò che loro sono, le strizzate d'occhio inattese, gli abbracci senza vergogna, gli sguardi che scrutano, la domanda impulsiva a cosa pensi?, quel modo squisito d'essere tremendamente golosi, le reazioni brusche, le rughe d'espressione e i sorrisi. Mi sono talmente lontani però, né gli appartengo, che costantemente devo rammentare a me stessa che è quello il posto dove lui desidera che io mi senta in famiglia. Faccio vibrare così quel filo invisibile che inesorabilmente mi lega e che io non recido. Eppure in me loro non esistono.
Siamo io e lui e nessun'altro, la mia famiglia.






lunedì, aprile 27, 2020

C'è una vita ormai così lontana da me, distante, antica nel mio cuore e a cui non torno mai, che quando affiora è come una lama avvolta nella stoffa, disinnescata, quieta, eppure sempre affilata.
E lì, so di non dover far correre il pensiero se non sono disposta a faticose accettazioni.
Già che il coltello, e la sua protezione, sono sempre io.




martedì, marzo 17, 2020

Aspetto d'essere sfebbrata

Sono sempre stata epica con le sceneggiature, in vita mia.
Ho un'immaginazione fertile, che posso dire. Pure buona memoria, quando la fantasia è tutta mia.
Così, in questo tempo nuovo di pacca, mi sento come febbrile.
Più o meno trentanove e due, direi.
In quello stato delirante, insomma, in cui vorresti sprofondare dentro il letto ma in testa ti ballano confusi gli ippopotami di Fantasia.

L'ho ridistribuito, questo mio tempo, tra tutte le proiezioni surreali dei miei futuri più confusi.
Come se cercassi qualcosa e pure no. Avessi fretta, ma non corro. Sete ma non bevo. Fame, quella sì.
Rotolo, insomma, come aggrappata ai granelli dentro una clessidra mentre aspetto di vedere cosa accade, di me medesima, nei mille copioni che riscrivo di continuo.
Accadrà, noiosamente e di certo, che la sorte, le coincidenze o il caos, spariglieranno tutto. Questo lo so già.
Ma mi è intollerabile non vedere la strada.
Già che se non la vedi, netta e chiara avanti a te, forse l'ippopotamo sei tu.

E no, non ho la febbre, (mamma).




domenica, giugno 30, 2019

I vasi comunicanti

Il non aver bisogno è una condizione atroce e dolce insieme.
L'aver bisogno persino peggio, già che ti rende vulnerabile e indifeso.
Così io non volevo che qualcuno si prendesse cura di me. Non senza riempire interi spazi.
È una questione fisica, che se faccio spazio quello va riempito, piena di vuoti non voglio stare.
È una questione di fiducia, che se mi viene paura quella mi riempie, e non mi so svuotare.





giovedì, giugno 20, 2019

"Le mie suddivisioni sono infinite"

Mi sembra spesso di aver vissuto mille vite, eppure una.
E a volte penso di aver bisogno di qualcuno che mi fermi, mi appunti al mondo, facendomi sentire a casa, e tutte le infinite me.

lunedì, maggio 13, 2019

Come le torpedini

Ci sono giorni in cui accadono cose così fastidiose e amare che se solo potessi essere due me, due terribili e potenti me, mi ergerei con gigantesche spalle per fare ombra su cosa non desidero vedere e in uno schiocco arrotolarmi dentro un guscio per sparire.
Rimango ferma invece, allargo lo stesso le spalle e accudisco come posso. E quando torno a casa, in silenzio ammetto che non riesco a reggere da sola tutta questa realtà.
Sono come torpedini, ed io vorrei essere uno squalo.


lunedì, marzo 25, 2019

Sei inquieta

- C'era Satie che suonava, Tolkien tra le pagine, il vento nel tetto, il tè caldo, io sul letto, i biscotti. E le briciole, tra le lenzuola, la mia mano leccata, appiccicosa, di saliva del gatto, la bustina del tè, fredda e umida su un lato.
- E allora?
- E allora mi sono accorta che ho un'antipatia profonda per le imperfezioni.
- In che senso?
- Provo per le cose scomposte, inesatte, un fastidio inutile e insistente. Sciocchezze che scompigliano un ordine tutto mio, inesistente.
- Hai le tue manie, le hanno tutti.
- No, è così anche sul resto.
- Quale resto?
- Un ordine strano, che ammette eccezioni insospettabili, ma poi è totalmente intransigente verso altro.
- Altro?
- Un equilibrio di rumori, odori, persone, parole, temperature, passioni, colori. Cose che noto solo io.
- ...
- Non so, ho sempre sofferto questa nausea da sensazioni.
- Sarà il tuo personalissimo fastidio. Per ciò che non controlli. (Per fortuna).



giovedì, ottobre 25, 2018

I fiori tra i capelli

Vento di scirocco e i miei capelli crescono.
Perché sono fatta per essere scompigliata.
Ma in ordine. E silenzio. E calma.
E non voglio il disordine che distrugge.
E parole di troppo.
E caos oltre ciò che posso sopportare.




mercoledì, maggio 02, 2018

C'era un sacco di confusione dentro di me.
E quel silenzio che obbliga a mettere i pensieri in fila.
Anche se non vuoi pensarci.

Accorgersi d'essersi sbagliati, per così tanti anni.
E una gran voglia, di nuovo, di dimenticare tutto.
Stavolta per sempre.

Ho smesso di cercare segni perché non volevo più trovarne.
Mi ha trovato una lumaca, e l'arcobaleno.
Andrà tutto bene.


lunedì, marzo 19, 2018

Ho lasciato pochissime cose incompiute nella mia vita.
Quattro, cinque libri scadenti, qualche film troppo violento, un esame di simbologia ebraica all'università, una cura con pillole continue, un manuale di fotografia, un ricamo quasi finito, un corso fai da te di saldatura.
Altre, già che non m'appartiene noia o indolenza, non facevano proprio per me.
Alcune, ho solo creduto di non averle concluse. Soltanto dopo, mi sono accorta che erano già finite.


mercoledì, gennaio 31, 2018

Prima del verbo volere userei sentire

Ho in mente quest'idea del liberarmi dalla complessità in cui vivo immersa, a torto per lo più.
Di persone la cui complessità è una distrazione dalla sostanza, di questioni inutilmente avviluppate, di richieste e discussioni che non temono il tempo, perso.
Già che la complessità è contagiosa, egotista e sfiancante.
E se le mostri il fianco, si insinua fino ad aggrovigliare persino ciò che è chiaro, e semplice per sua natura. Fino a insinuare le regole più primitive con cui sai stare dentro il mondo.

mercoledì, gennaio 17, 2018

Il tempo degli altri, quello tuo che non torna, che passa, che ti sembra sia sempre lì, che vuoi accada, che poi succede, che poi vedrai, e non accade, non succede, non vedrai.
Ho sempre fatto male i conti con gli ormai è troppo tardi.



mercoledì, dicembre 13, 2017

I miei lunghissimi silenzi

Temo questa solitudine profonda, che mi scolpisce da dentro.
Mi sembra di diventare sempre più dura, e difficile.
E i miei desideri, scavano, come gocce.


venerdì, novembre 10, 2017

I miei entusiasmi giocano coi mattoncini in legno da sempre. Sono stata felice di futuri non ancora avverati tantissime volte. Sono eccezionale ad immaginarne di strabilianti, di impeccabili. Sono stata felice anche di futuri pasticciati, in città che non conoscevo o in quella in cui sono nata. Sono brava a riempirli, di desideri, di attese, di impegno, di fiducia, meno ad essere paziente.
E quanto tutto crolla all'improvviso, so proteggere gli incanti che mi rendono entusiasta anche se non s'avverano.



martedì, settembre 19, 2017

Sulle spalle dei giganti

Andare, lenta, con i passi lunghi di un gigante, o corti e veloci come quelli di un bambino. Stare attenta, attentissima, a non farsi schiacciare, ancor più a non schiacciare nessuno. Ritrovarmi schiacciata. Fare un passo falso, schiacciare, anni fa, qualcuno. Provare un dolore terribile, in entrambi i casi.
Guardo la terra oltre i miei piedi, le dita, le ossa, le vene, le caviglie, le gambe, su fino alla pancia, e mi sento minuscola, e persa. Già che non ho sempre le risposte giuste, le soluzioni giuste, la cura giusta alle mie delusioni. E mentre vorrei accucciarmi, come fanno i bambini, per terra, stringermi le ginocchia al petto e restare ferma ad aspettarle, mi accorgo di avere schiena, e braccia, e mani, e occhi forti. Ho una colonna di marmo dentro. Viva. È lei in me e sono io in lei. Sale dal ventre fino alla spalla. Tesa e contratta come un arco, aspetto continuamente che scocchi o che si spezzi. Sono un gigante.

Si arrampica sulle mie spalle, a volte, la piccola me che non sa come fare.



lunedì, giugno 05, 2017

Così è l'amore.

- Giochiamo al gioco del silenzio!
- Ma io voglio parlare
- No, adesso giochiamo al gioco del silenzio.
- No io voglio giocare ai soldatini
- Dai giochiamo
- Ai soldatini?
- Nooooo... io voglio giocare al gioco del silenzio!
- Ma io mi annoio
- Facciamo che io conto fino a tre e a tre stiamo zitti.
- Io voglio giocare ai soldatini o alle costruzioni
- Se giochiamo alle costruzioni, io gioco coi dinosauri
- Allora io faccio i buoni e tu fai i cattivi
- Io voglio fare i buoni
- No i dinosauri sono cattivi
- Allora io faccio i soldatini
- I soldatini difendono New York
- Tu fai i dinosauri
- No! Io costruisco New York e tu coi soldatini la difendi.
- Sì
- Tu però la difendi dai cattivi.
- E i cattivi chi li fa?
- Tu
- Ma io sono i buoni
- Allora i cattivi li faccio io.
- Tu fai i cattivi, io faccio i soldatini e costruiamo New York
- E poi i dinosauri la distruggono
- Però aspetta
- Cosa?
- Prima la dobbiamo costruire
- Sì
- Qui ci mettiamo la centrale di polizia
- Io qui ci voglio mettere i pompieri
- Sì e poi qui atterra l'aereo
- E poi il dinosauro la distrugge SBRUASHHHH!
- ANCORA NOOOOOO prima dobbiamo finire! Tu eri i buoni!
- Ora voglio fare i cattivi
- No, i cattivi li faccio io!
- La pista delle macchine la mettiamo che va da qui a lì
- E l'aereo di Batman poi atterra sui pompieri
- Sì, e poi i soldatini lo aiutano
- E poi arriva Magneto
- E distrugge tutto SBIIISHHHH!!!!
- STAI ROMPENDO TUTTO!!!!
- Ma io voglio giocare coi soldatini!
- Io piglio i dinosauri
- Io prendo l'aereo
- Io prendo la moto
- Facciamo a chi arriva prima?
- Sì però adesso tu mettiti lì che tiro in porta.
- Ok, poi tiro io e tu fai il portiere.
- Sì, ma tre tiri e poi cambio.





giovedì, dicembre 15, 2016

Le peonie, ad esempio.

I rimpianti mi sono sempre stati estranei.
Eppure ho insopportabili nostalgie di cose mai accadute.



giovedì, novembre 10, 2016

...perché non volevo promesse ma non volevo nemmeno paure.
lo scrissi cinque anni fa.
di alcune cose sembra io non riesca a liberarmi mai.

domenica, ottobre 02, 2016

Quando divento grande

Di quando le cose non ti fanno più male come una volta e in fondo non lo capisci, se sei diventato un po' più arido o un po' più forte. E quasi fa più paura.