martedì, marzo 17, 2020

Aspetto d'essere sfebbrata

Sono sempre stata epica con le sceneggiature, in vita mia.
Ho un'immaginazione fertile, che posso dire. Pure buona memoria, quando la fantasia è tutta mia.
Così, in questo tempo nuovo di pacca, mi sento come febbrile.
Più o meno trentanove e due, direi.
In quello stato delirante, insomma, in cui vorresti sprofondare dentro il letto ma in testa ti ballano confusi gli ippopotami di Fantasia.

L'ho ridistribuito, questo mio tempo, tra tutte le proiezioni surreali dei miei futuri più confusi.
Come se cercassi qualcosa e pure no. Avessi fretta, ma non corro. Sete ma non bevo. Fame, quella sì.
Rotolo, insomma, come aggrappata ai granelli dentro una clessidra mentre aspetto di vedere cosa accade, di me medesima, nei mille copioni che riscrivo di continuo.
Accadrà, noiosamente e di certo, che la sorte, le coincidenze o il caos, spariglieranno tutto. Questo lo so già.
Ma mi è intollerabile non vedere la strada.
Già che se non la vedi, netta e chiara avanti a te, forse l'ippopotamo sei tu.

E no, non ho la febbre, (mamma).




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