E avevo voglia di scrivere un sacco di cose che iniziavano coi devo, ma inevitabilmente si accartocciavano all'inizio di ogni frase. Così le ho sostituite con i miei più coraggiosi voglio e già suonavano un po' meglio.
Scrivendo poi però mi sono accorta che i voglio mettono sempre un piede imprudente sulla soglia tra il passato ed il futuro, e per dargli retta ti ritrovi a dover fare un passo più lungo della gamba così che quel devo torna ancora prepotente.
E allora mi son fermata, ho guardato avanti e anche un po' indietro e mi son detta che per diventare ciò che voglio, dovrò pur sempre fare i conti col futuro. E il futuro, per fortuna, resta sempre un passo avanti verso quello che desidero.
venerdì, giugno 20, 2014
Ho un sacco di so che uso a sproposito ed altri, più fragili, che non so usare quasi mai.
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2 commenti:
Vedi che torniamo al discorso di cui sotto? Ora mi tocca pure rifletterci, e quindi spostarmi da codesto presente verso un evo futuro imprecisato, in cui avrò finito di scrivere un commento inconcludente. Sigh.
So che voglio scrivere, so che voglio leggerti. Un etto di futuro, grazie. A posto così.
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