- Ho imparato, sto imparando, un nuovo modo di amare. Dici che non sia possibile?
Eppure accade.
Era turbolento il primo, fatto di passioni e umori incontrollabili e accecanti. Mi attraversava e travolgeva. Ero attraversante e travolgente. Un avvilupparsi denso di sensazioni, pensieri, eventi.
Era impossibile restarci dentro senza virare di continuo ai cambi vento, tornare in rotta e di nuovo rivirare.
- Dici che non sei mai andata a vento? Non ti credo.
Ricordo bene quando hai aspettato per anni quella chiesa, e le parole instancabili che capovolgevano il giorno e poi la notte. Dovresti ricordarti tutti i sogni appesi ad asciugare e le peonie fredde dentro i vasi.
- Aspetta. Erano camelie quelle che per ore hai sversato fuori dalla barca.
Chissà quanti anni avessi, sette? Dieci? C'era la barca in secca sotto l'albero fiorito di camelie. E noi due lì a svuotarla all'infinito, un fiore in mare e uno dal cielo.
Se solo avessi fatto caso, che era l’inizio dei miei giochi più invincibili.
Dicevamo. Qualcosa è cambiato.
- Non sei convinta?
Mi pare adesso di saper conoscere anche ciò che non ha nulla di familiare. Non prevarica, né urla, non strattona in ogni modo, ed è paziente persino nei momenti più infelici.
Mette radici, lentamente.
E piano piano mi consola.
1 commento:
Anche le balene spiaggiate hanno un ♥️
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