lunedì, aprile 27, 2015

Acqua

Mi ha tagliato la strada correndo sul rumore impiastricciato della pioggia, aveva gli stivaletti di gomma, i pantaloni umidi e un piccolo impermeabile tutto sbracato.
"Papà vieni che qui non piove!"
"Piove anche qui"
Con un salto sul marciapiedi, il padre gli si è avvicinato appena dopo.
"No, vieni qui, che qui non piove!"
Il balcone finiva oltre tre passi e, appena sotto la pioggia, il bimbo si è coperto la testa con le braccia mentre il papà, veloce, gli ha tirato su il cappuccio, prendendolo per mano.
"Te l'ho detto che piove" e tirandolo a sé, l'ha accucciato come un grande corvo sotto l'ala.


Ecco io ero lì e all'improvviso c'erano anche tutti quei corpi nell'acqua. E c'era la natura, c'era la maledetta natura delle cose, che se la guardi non ha razza, né confini, né denaro, né colore. E più umide e insalvabili erano tutte quelle mani. E in preda al panico e alla foga e alla confusione, non c'era il minimo spazio, il minimo respiro, il minimo pensiero, e un gesto così naturale, così ripetibile all'infinito nella storia dell'uomo, andava al fondo, con tutto il resto. 




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