venerdì, maggio 04, 2012

Bisogna avere un caos dentro di sé... [cit.]

Da bambina, oltre a voler fare la maestra, la ballerina, la camionista, la caramellaia, la cartolaia, la ferroviera, l'avvocato, la missionaria, la ginnasta e la fioraia, avrei voluto fare l'astronoma.
Per molto tempo ho avuto qualche difficoltà a spiegare se volessi fare l'agronoma o l'astronoma, ma in genere alla domanda "tu cosa vuoi studiare?" la risposta "le stelle!" risolveva la questione (di certo volevo guardare le stelle e non sterminare le  lumache, questo è chiaro ancora adesso).
Alla fine non sono diventata né un'agronoma né un'astronoma, tuttavia qualche tempo fa mi son chiesta se la famigerata buona stella esiste. Una stella che ti guida, che ti illumina la strada.
Mi son risposta che non mi risulta d'aver mai voluto essere un'astrologa e la questione temporaneamente s'è risolta.
Eppure oggi, ripensavo che se una buona stella esiste, una stella che ti guida e accompagna il tuo cammino, allora forse c'è solo da imparare a starle dietro, ad accorciare le distanze. Subito dopo, senza troppe riflessioni, ho capito che l'idea di inseguire la scia della mia stella e non poter cavalcarne, domandola, la coda, non fa per me.
Così, nella confusione in strada, in testa, in metro, in borsa, in casa, mi son detta che se la maggior parte delle stelle che vediamo sono già belle che morte, io la mia, insomma, non voglio mica scoprirlo se è già stecchita.
Quindi, ecco, ho deciso che quando avrò voglia di cercarla piuttosto farò come facevo da bambina, sceglierò la prima che ad occhio ci assomiglia e convintissima annuncerò che è proprio quella.
Poco male se non è sempre la stessa, a me, la mia buona stella, basta poter sceglierla fra tante.

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