lunedì, settembre 15, 2008

 

Sono dei lacci invisibili,
in me scorre il colore dei suoi vini, i suoi odori ed il suo tempo.

Passando un dito sulle labbra puoi assaggiare la pioggia che cade tra le foglie dei suoi viali
e negli occhi puoi vedervi il bianco del cielo terso dopo il temporale.

Mi tiene come incatenata.

I suoi volti, gli sguardi,
il rumore delle voci,
sono i tratti delle genti che popolano le mie terre
invisibili.

Mi chiama a sè.

Vi ritorno ed il mio respiro si placa come dopo una gran corsa
gli occhi si riposano,
attendono di ritrovare tra le strade le briciole che vi lasciai.

Mi strega.

Un nodo che dal ventre mi tiene legata.
Rallenta il battito del cuore
i sensi allentano la presa
e smetto di stringere i pugni

come un pesce che torni al mare
o un uccello che riesca a tornare al nido.

Mi possiede
da sempre.

Nel mio sangue scorre il colore bruno
di regioni lontane
scaldate dal sole
e le tinte fredde e brillanti
delle sue terre
avvolte nell'inverno.

Ma sono sua
da sempre
senza che io l'abbia mai saputo.

In me vi è l'autunno.
Stagione di mezzo.

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