lunedì, marzo 30, 2015

Se inizia con io... allora ascolta e basta.

Far parlare le cose col loro nome, lasciandogli scegliere le parole, i loro gesti alienati, le loro silenziose paure, i cinismi, le convenienze. Fanno così le cose che non hanno una eco, non hanno nome, né misura, né dimensione. E quando decidi che è il loro momento di parlare, ti mettono a tacere col silenzio.
E allora indispettito ti metti a chiamarle una ad una finché capricciose non si voltano e, presuntuose, ti promettono di rispondere, se proprio vuoi, ad ogni cosa.
Del farfuglio totale che ne viene, ne riconosci solo una, di parola, che, intransigente, ti mette a sedere pretendendo che tu l'ascolti finché stremato non hai più nulla da dire. "Io...io... io".

Se fai le domande giuste, ti accorgi che spesso le risposte non servono.
Conservale, quelle giuste, per i momenti in cui hai davvero voglia di ascoltare.


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