Imbracciavano le è contro i perché. Li avevano legati stretti e sbattuti contro il muro senza poter fare altre domande. Nell'afa i così ronzavano confusi finché uno andò a poggiarsi sfinito sui vedrai. Non c'era nemmeno un filo d'aria e i forse si reggevano appena sulle gambe.
Gli ascoltami dal collo lungo cercavano riparo sotto l'ombra dei però e tra i rami si intravedevano dei timidi vorrei che di lì a poco sarebbero caduti a terra tra gli infatti già maturi.
I non, sempre tozzi e tracagnotti, si davano il cambio per fare la guardia ai preziosissimi farò. C'erano impronte di io ovunque, era impossibile capire dove fossero finiti i noi terrorizzati.
All'improvviso, oltre un muro di volevi, si sentirono scoppiare gli ormai in un terribile stridio. Gli ancora si misero a correre cercando riparo oltre le tende e gli ascoltami volarono via veloci frullando le ali coperte da una fitta polvere di se.
Accadde tutto in un secondo. Si sentì uno schianto di avresti potuto insopportabile. Straziati, i mi dispiace si accasciarono per terra aggrappandosi ai ma ancora in piedi che di scatto reagirono sparando agli anche tu. I non smisero di sorvegliare i timidi farò e fuggirono insieme ai lo so più.
Cadde dai però un sempre sfiorito, mentre gli altri, nascosti dal vento, germogliavano appena.
domenica, gennaio 12, 2014
Reportage di una strage di parole
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
PERO' AVRESTI POTUTO, SE VOLEVI.
I forse sono quelli che amo di più...brava Ale, come sempre.
Nelle stragi di parole non muore mai nessuno. Nelle stragi di parole nessuno si fa male. Nelle stragi di parole niente va in frantumi. Alle lettere puoi dare un ordine diverso, ma non anche far loro del male. Le lettere cadono in mucchietti apparentemente inutilizzabili ma con un soffio riprendono la forma meravigliosa che mani come le tue sanno dar loro. E un'altra cosa sanno fare bene le parole, i miracoli. Come quello di averti potuta raggiungere.
Non è vero che nelle stragi di parole non muore mai nessuno... E' proprio per un "no" per un "mai" e per un "però" che si muore... Si muore eccome di parole...
Fantastico pensiero... Ogni complimento risulterebbe inadeguato, ma posso dirti che il tuo scrivere è di una chiarezza e luminosità disarmante.
LAMPUR..ma ORMAI è troppo tardi!
Laura, a me i forse hanno sempre fatto un sacco di paura.
...so che le tue parole non mi farebbero mai male. e mi piace quando si mettono in ordine per chiamare te.
Regina, sì credo anch'io, di parole si può morire dentro. Salvo poi ricucirle con fatica.
:) grazie per essere arrivata qui!
E si sentì un rumore, come di fuochi d'artificio, era un noi ucciso da troppi voglio
Posta un commento