Sono cresciuta credendo che il mio senso della famiglia fosse manchevole e imperfetto. Sono cresciuta percependo intorno a me la preoccupazione che avrei avuto delle difficoltà a capire cosa fosse una famiglia. Sono cresciuta in mezzo a famiglie disastrate.
Una famiglia può essere disastrata e non percepire il suo disagio, può esserlo e vivere immersa nel disagio, può accettarlo e superarlo come può. Il senso del tragico, in questo tipo di famiglie, riesce a toccare vette inimmaginabili e a trasformarsi quanto prima e in modo sorprendente, quando serve, in ironia e spiccato senso comico. È difficile immaginarlo, ma garantisco a nome di tutte le famiglie disastrate.
Le famiglie disastrate non si assomigliano mai tra loro, se non altro. Sono famiglie alternative o non convenzionali, come si usa dire adesso. Non posso confermare per tutte al 100% ma in buona percentuale c'è una gran voglia di ridere in queste famiglie alternative, non convenzionali.
Crescere in una famiglia disastrata significa avere qualche piccola proporzionata difficoltà a spiegare per esempio che hai una mamma e due papà, qualche anno dopo due mamme e due papà, poi due mamme e un papà, poi di nuovo due mamme e due papà, otto nonni, una sorella e un fratello, una sorella e due sorelle... si fa un po' fatica a coinvolgere gli estranei.
Crescere in una famiglia disastrata significa che se hai culo e fila tutto liscio, tocca sorbirti solo qualche trasloco in più, hai due camerette, sorelle e fratelli con cui picchiarsi nuovi di zecca, regali di Natale raddoppiati. Se non hai culo... beh... i regali sono raddoppiati lo stesso!
Sono cresciuta tra famiglie disastrate e ne porto i segni come sempre ne porterò i ricordi.
In una famiglia disastrata si fa fatica a capire qual è la tensione sottesa ad un legame. Appare tutto, spesso, fragile, facilmente discutibile e relativo. I punti di riferimento sono meno saldi, per quanto, nel migliore dei casi, la coppia genitoriale ad esempio riesce a mantenere i ruoli, pur non mantenendo il tetto coniugale. La consapevolezza della mancanza di coesione tra i legami, crea una difficoltà intrinseca: quando vedi più volte dei legami sciogliersi tendi a credere che nessun legame può essere forte. Ed è quello che ho pensato di credere anch'io per anni.
La verità però è che per quanto io abbia visto moltiplicarsi in modo anomalo parenti e case, per quanto abbia cambiato panorama, abitudini e visto sciogliere legami più del giusto e del dovuto, il mio senso della famiglia, al contrario di quanto si possa supporre e ritenere, credo sia incredibilmente forte - e oso anche di più, credo sia molto più saldo di quello della maggior parte della gente che ho incontrato nella vita.
Dopo molte riflessioni e dopo un'illuminazione a sorpresa, io voglio pronunciarmi in nome del senso della famiglia, nelle famiglie disastrate.
Crescere in una famiglia disastrata ti insegna ad accettare che non è il sangue o la legge ad unire, ma quell'amore che è per sempre, che scavalca, attraversa e sposta le montagne. Ti insegna che non esistono distanze fisiche o morali perché la presenza di qualcuno nel tuo cuore, nella mente, allontana come spaventapasseri le paure e le incertezze. Una famiglia è prendersi cura delle persone a cui vuoi bene, oltre il tempo e le distanze, dentro ogni singolo momento. Con più difficoltà e impegno è anche la certezza indiscutibile che l'abbandono è una scelta anormale e sempre imprevedibile.
Sono cresciuta da figlia in una famiglia alternativa, osservando donne, mogli e madri attraversare e vincere difficoltà incredibili. Sarò donna, moglie e madre nella mia.
Una famiglia disastrata ti insegna a superare le difficoltà senza dare nulla per scontato, a difendere il tuo patto d'amore. Le famiglie normali felici, non sono quelle che hanno dato per indiscutibile e fisso il loro amore, sono quelle che nella condivisione non hanno mai smesso di viverlo e prometterlo, di custodirlo. Le famiglie normali, sono felici, se hanno saputo mantenere, proteggere, il loro legame, ogni qualvolta qualcosa ne ha minacciato la stabilità.
Magari se cresci in una famiglia non convenzionale e se per giunta non hai culo, impieghi più tempo del previsto, per capirlo. Magari fai un sacco di errori, li trovi imperdonabili, perché proprio tu non avresti dovuto farli e ti sembra di non poter esser destinato ad altro se non ad una storia disastrata come quella dentro cui i tuoi pensieri hanno preso forma e consistenza.
Magari in un giorno qualunque, come dal nulla, invece, guardando un film e poi un altro, ti accorgi che tu il senso della famiglia ce l'hai dentro. Ed è lì da sempre.
E nessuno può strappartelo.
3 commenti:
Io vengo da una famiglia normale e ho creato una famiglia disastrata, ora è non convenzionale, non so se ho voglia di famiglia nel senso tradizionale, a volte si perché affrontare tutto da sola è pesante, ma non dovrebbe essere questo un motivo valido, per questo per ora continuo con la non convenzionalità
Io vengo da una famiglia non normale perché da subito devastata da grave malattia+lutto di una sua componente,
poi riaddensata in una famiglia normale mettendo insieme due disastri e felicissima, forte e piena di risate,
per infine averne una mia che è un circo di elementi anomali ed eccentrici che insieme stanno a meraviglia ciascuno nel proprio autistico delirio.
Burocraticamente sono famiglia unica. Mah! Va benissimo così :-P
E io sono orgogliosa di quello che ho appena letto.
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