Dal calamo al cuore, linfa di fuoco e aria.
Dorato sorge al collo il sole e di porpora tramonta al ventre.
All'ala si librano penne vespertine e del crepuscolo sono custodi tre piume della coda, celeste, rosea e rossa.
D'amomo e lacrime d'incenso s'alimenta e d'altre lacrime sana le ferite.
Incanta gli déi e coraggio infonde il suo canto seppur di paura fa tremare l'indole meschina.
Può leggere nel cuore d'un uomo e non ghermisce ma di nessuno vuol esser prigioniera.
Una goccia appena e immortale diviene l'anima bevendo dal suo sangue.
Da sé si rinnova e si rigenera con il ciclo degli astri all'impallidire delle piume.
Un nido è l'arca in cui si adagia senza forze.
Avvolta da rami di mirto, cedro, sandalo e cannella la sua livrea spenta s'infuoca ai raggi del sole.
Di sé risorge tra le ceneri per sottrarsi maestosa e fiera al caos del dio Ptah.
martedì, maggio 31, 2011
La Fenice
La Fenice dal Bestiario di Aberdeen XII secolo
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5 commenti:
wow...
Il risultato di Milano fa questi effetti o.o?
Volano, volano, stanno volando, a stormi. Incredibile.
Cronista ... e se wow lo dici tu, quasi ci credo ;)
Inneres in effetti non lo so, non pensavo ai fatti di Milano... malcelavo turbinii più profondi. ma ci sta che c'è aria di rivoluzione un pò ovunque!
Alberto mi sembra quasi bello che anche tu l'abbia legata ai fatti di ieri...acquista valore in più! Sì sono incredibili!
...che risorge dalle ceneri...wow!
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