Egregi Santissimi e Beati,
sì, son sempre io. La mia di questa volta è una richiesta più impegnativa delle altre, lo so bene, tuttavia, viste le precedenti soluzioni, confiderei in una risposta più solerte e appariscente.
Di ringiovanire non son ringiovanita, sul guscio d'uovo abbiamo avuto giusto qualche divergenza, con la diplomazia sto migliorando e ho sentitamente apprezzato il segno inviatomi in sala d'aspetto a marzo. Confidando con sempre eguale fiducia nella vostra magnanima bontà, dopo gli accadimenti più recenti, sono qui a chiedervi... non è che potreste farmi diventare un po' più semplice?
Ero fuori e riflettevo...
i piccioni, le tortore, i cuculi e insomma gli uccelli tutti, come fanno a sapere quale ramo può sorreggerli? Fanno delle prove prima di capire? Si poggiano pian piano per vedere se s'abbassa? Se s'abbassa vengono fiondati verso l'alto! E quando vengono fiondati, loro pure si divertono? Che ad aver un ramo stabile ci si sente saldi e più sicuri. E il mio ramo? Sono stabile e sicura? E il mio volo? Torno a casa per le feste? O non torno? E per sempre?
Poi per terra ne ho trovato uno secco, sembra fatto per un affresco con natura morta ma, a guardarlo proprio bene, sotto le foglie ci sono grappoli di semi.
Ecco...
a me per ora sta pure bene questa vita così instabile e quest'animo 'sì indeciso, posso anche aspettare quanto al futuro se sono o meno destinata a grandi cose e per il luogo sono ben disposta a trovare un facile accordo, ma, dico sul serio, è mai possibile che ogni pensiero che io faccia, debba esser sempre tanto complicato?
Non bastava che io mi chiedessi se prendere un volo per tornare a Pasqua o no?
Se poi questo del ramo, per esempio, era un segno dei soliti vostri... cortesemente se ne può avere uno un po' più chiaro?!
Resto in attesa, come sempre, di un vostro celeste riscontro.
[Uccelli e rami - Milano 2011]
* che non sono complicata ma complessa, mi è stato commentato...
io ho ringraziato, sul momento mi è sembrato un complimento, ma a dire il vero non son sicura di capire bene qual è la differenza. mi sembra di non andar bene comunque.
7 commenti:
mi accorgo solo ora che pasqua si scrive con la q! secondo me, quindi, verrai soddisfatta.
logico no?
ehm... tu la fai sempre complicata... non sei d'aiuto. o rispondo a caso o chiedo la domanda di riserva!
questione a cazzo esige risposta a cazzo ;-)
"Complicato" è chi fa le cose difficili senza che ve ne sia bisogno - di norma per distinguersi e crearsi un'aura di fascino che altrimenti non avrebbe - arrecando fastidi agli altri, problemi e condizionamenti vari.
"Complesso" è qualcuno la cui specificità è che ogni sua parte è talmente connessa alle altre e al tutto della sua persona che questa non è una somma di elementi, bensì un loro prodotto. Un individuo così variegato, pieno di sfumature e apparenti contraddizioni, che non ne puoi capire un elemento se non alla luce di tutti gli altri.
Il che non significa che poi tale individuo sia complicato, anzi! Ché complessità e complicazione, appunto, non sono in alcun rapporto reciproco ;-)
sembro interessante, mi sembro quasi bella descritta in queste parole... (grazie)
non fosse che io dentro sento un gran casino, e non so se alla fine mi incastro bene a tutto il resto che ho intorno...
complessa o complicata, complessa e complicata, complessa ma non complicata, complicata ma non complessa.
Potrebbe essere un pregio sotto certi aspetti, un difetto sotto altri.
Ti sembra, tuttavia, di non andar bene comunque.
Io credo che si debba guardare alla compiutezza.
Se l'essere compiuti è un traguardo, io non credo d'esserci arrivata - niente ventimilalire, insomma!
Se l'essere compiuti non è un traguardo ma un limite a ciò che si può essere/potrei essere di meglio, allora io, compiuta, non voglio esserlo.
Ma forse è che alla stregua di complesso/complicato anche di compiutezza non riesco ad afferrare il significato.
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