L'ho inventata di sana pianta, l'anno scorso, come s'inventa un sogno. La sua porta ha cardini duri e tesi, quindi tuttavia esiste. L'ho richiusa in quel momento. Vi sono rientrata quest'inverno cercando qualcuno che era entrato nella mia vita senza che io me ne accorgessi. Quella sera mi sono seduta e sono stata un attimo a riflettere. Era rimasta così come io l'avevo inventata.
Avrò socchiuso la porta, uscendo, perché mi sembra di avvertire che qualcosa lì è cambiato, che qualcuno vi sia entrato.
Esite una strada esatta in me che porta sino a lei. Se cambio direzione o faccio un passo indietro è perché non voglio entrarvi più da sola, né inventarla, nemmeno per scoprire se è cambiata.
martedì, marzo 22, 2011
La stanza rossa
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2 commenti:
difficile ...
non eri sola in quella stanza.
forse avresti dovuto riflettere un po' più di un attimo, anziché uscire. andando via.
magari era una bella invenzione.
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