venerdì, luglio 09, 2010

Con le pietre

Quand'ero bambina bastava una striscia di pietre, un solco nella sabbia o una fila di mattoni
e quelli erano i confini del mio mondo, le pareti della mia casa, i muri della mia capanna.
Quand'ero bambina bastava la mia fantasia
bastavo a me stessa.
Costruivo pareti invisibili con precisione e simmetria, definivo i contorni delle stanze, del letto e delle sedie
dormivo sopra i sassi e poter urlare di non entrare a chi scavalcava e non passava per la porta, era definire uno spazio,
la mia identità.
Quand'ero bambina bastava una striscia di pietre, un solco nella sabbia o una fila di mattoni
e quelli erano i valichi invisibili della mia serenità
luoghi protetti
e serviva solo una pietra in più, una sola, se un angolo o un muro si rompeva con un calcio.
Mi ostino ancora oggi a costruire con file di pietra, invisibili pareti
cerco di sostituire ai sassi, cuscini e materassi
con una gran voglia dentro, di urlare a chi non entra per la porta.
Forse non è rimasta acqua tra le pietre, si è accumulata al fondo, sotto terra
e la mia identità è rimasta fragile, umida con le maree. solo, con le maree.
Forse oggi con i miei calci, si rompe il muro
ed è evidente che non basta più una pietra, una sola, per ricostruirlo. per proteggermi da tutto.

1 commento:

norma ha detto...

bellissimo!!!
intenso e bellisimo!!!