Ogni tanto scopro posti di me che non so.
Le carezze per esempio, io nelle carezze proprio non ci so stare.
Mi vedi che sto lì, resisto un attimo, poi mi sposto, mi sforzo e un momento ritorno. Non so perché ma in pochissimi secondi m'allontano e assolutamente non ne voglio. Non c'è verso, non ritorno.
Sembro un gatto, eppure di felino non ho niente.
Resto attenta, io m'ascolto e un po' m'osservo. Sin da piccola scappavo. Trovo io, nelle carezze, un luogo che a fatica riconosco, uno spazio troppo per stretto per restare, un confine davvero sottile. E senza rendermene conto prestissimo ne esco.
Accade quasi mai che divincolandomi mi venga voglia di tornare. E allora furtiva m'avvicino, ancora mi sposto, senza prudenza ci rientro. Resto un po' e poi riscappo. Poi ritorno.
Come una coda prendo la forma della mano e senza accorgermene un attimo in più resisto. Guardinga, tesa, irrigidita, mi lascio accarezzare mentre sembra che voglia comunque fuggire. Solo in rarissime occasioni, forse una, inattesa, ho avvertito d'avere un posto da scoprire.
Era notte, e non sapevo che avrei avuto voglia ancora di restare.
giovedì, febbraio 05, 2015
Per non aver confini dev'essere uno solo
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2 commenti:
Mi ha abituato la mamma alle carezze, e mai mi stancherò di essergliene grato...
franco io non so quand'è che mi sono disabituata :(
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