Così hai infilato la tua mano piccola nella mia e all'improvviso ti tenevo, morbida e ossuta.
Eri metà di me eppure più dritta, più sicura. Mettevi un passo dietro l'altro saltellando, come sulle nuvole.
Sapevi esattamente dove stessimo andando e non avevi domande da farmi. Alla te più grande, a me, non avresti chiesto nulla perché non c'era fretta.
Abbiamo camminato per giorni e giorni, hai saltato le pozzanghere e sorriso agli arcobaleni sulla spiaggia. Abbiamo raccolto le conchiglie e sprofondato con i piedi sulla sabbia umida e poi calda.
Con difficoltà ricordo che forma avessero i tuoi disegni nella mente. Se curvavano all'improvviso o le linee si alzavano timide e potenti, o potenti e poi timide. Non ricordo nemmeno se preferivi disegnare a cera o coi pennarelli, coi pennelli o le matite. Abbiamo temperato però tantissime matite per vederle tutte in ordine dalla più corta, quella rossa, alla più lunga.
Ti ho stretta forte quando hai smesso di piangere perché spesso mentre piangevi piangevo anch'io e mi hai fatta chinare per raccogliere le margherite, e poi le foglie, e poi le pietre, e poi le more o le lumache.
E anche quando mi sono seduta stanca, triste, tu saltellavi ancora per chiedermi di giocare, di non smettere di giocare, di non perdere l'entusiasmo, di non stancarmi davvero, di ascoltare ancora le tue storie.
Così ho imparato a tenerti per mano, a non irrigidire il braccio durante la corsa, a chinarmi appena mi tiri vicino a te. Ho imparato a consolarti quando mandi in pezzi le cose. Ho imparato a ricordarmi di te e a metterti a fuoco anche quando non vuoi guardare dritto nell'obiettivo.
E stai imparando ad aspettare che io chiuda le porte del tuo armadio prima di dormire. Da cui non usciranno mai i mostri di cui hai paura. Te lo prometto.
domenica, maggio 25, 2014
Autoscatti
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4 commenti:
A me pare che tu già mantenga da paura. Pure con l'armadio chiuso...
Io lo lascio sempre aperto. Sono una frana.
Franco Battaglia nel dubbio, meglio chiuderlo comunque :)
Sheldon potresti metterci una sedia davanti!
Ma non è che non mi si vuol chiudere, è che sono io a credere che sia uno spazio "altro" e a lasciare che contamini il nostro mondo. Magari sto coltivando un buco nero.
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