E' affollata di fantasmi di pensieri, senza densità, odore. Come un gran salone da ballo o stretti corridoi, stanze rosse e fogli di cartone su cui ho disegnato senza motivo spirali e serpenti. Uno stupro, un ricordo stuprato. E una carezza dolce, nel cuore della notte, che ti salva, solo per un attimo. E non ci sono nidi o uova o tempo o sabbia in cui sprofondare. In piedi anche se sei stanco. E ti stanchi, per dio, ti stanchi.
Ricordi che non vorresti perdere ed altri che scivoleranno via piano piano, come tutto il resto.
"Scivolare è la legge del crollo".
giovedì, febbraio 24, 2011
Incubi
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2 commenti:
Il mio pediatra (mio mio, di quando ero piccola) aveva una bella clessidra sulla scrivania. Lui sapeva che la adoravo e appena entravo nello studio la capovolgeva, per me. E io vedevo quella sabbia scorrere scorrere scorrere. E non avevo più paura di lui. Ecco, mi hai strappato questo ricordo con l'ultima frase che hai scritto...
E' un ricordo bellissimo! Grazie per averlo condiviso con me! :)
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