domenica, settembre 26, 2010

Trovo molto interessante la mia parte intollerante.

 Così ti viene una gran voglia di lamentarti. dei soldi, del tempo, del disordine, degli impegni che non vorresti rispettare. Senti come due mani che ti poggiano sulle spalle un mantello pesantissimo e pungente.
E dovunque ti volti, vedi solo imperfezioni e sbagli.
E la superficialità poi si rivela più reale e mortifica i tuoi conforti.
Così, vorresti andar lì e prendere a schiaffi quel padre che si vanta dei propri traguardi sportivi mentre la sua compagna, in ospedale, rischia di perdere il bambino.
Vorresti dire qualcosa a quell'uomo che cerca un flirt poco prima di sposarsi.
Vorresti essere intollerante, con tutto e tutti. Spingerla via, questa realtà, come spingono via i giocattoli i bambini quando sono stanchi di giocare.
Perché se è così, se poi la realtà è questa, allora non c'è conforto.
Perché la tristezza ha un suo statuto, dignitoso e fiero.
E poco ci puoi fare se poi, quando ti guardi intorno, per cercare l'eccezione, conforto, non trovi appiglio.
E piano ti accucci, sotto il peso del tuo mantello. che prima o poi tanto, sai, riuscirai a toglierti dalle spalle.
Appena, magari, saprai di poter guardare in una qualche direzione, senza farti schiacciare dalle brutture della realtà.

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