domenica, aprile 05, 2009

Gran Torino (2008) - Un film di Clint Eastwood

Giusto due parole...

tanto, tra qualche mese, potrei cambiare idea al riguardo.
Ho sempre opinioni fluttuanti rispetto a cinema, letteratura e quant'altro, vado presa con le pinze.
Soprattutto, potrei dissentire... e potrei anche scrivere qualche sciocchezza. Ma che importa.


Asiatici al posto degli indiani, dei russi, degli arabi... è stato uno dei primi pensieri mentre iniziava il film. ...ma non sono cinesi per antonomasia, potrei obiettarmi.

La prima parte è scollata [da colla (o adesivo) è una sostanza capace di far aderire in maniera permanente una superficie ad un'altra anche composte da materiali diversi.] non è reale, non è abbastanza surreale, non è coerente. ...o forse ero solo troppo vicina allo schermo.

Il più grande attore western di tutti i tempi, in carne ed ossa, mole e personaggio, seduto con il suo Labrador Retriever in un sobborgo di Highland Park nel Michigan. ...ma forse è solo un testamento mi è stato obiettato.

Esclusi i tre punti di cui sopra... e premesso che sono una di quelle donnette a cui al cinema scappa la lacrimuccia.... che detto in altre parole potrebbe suonare così:

...e premesso che a volte mi lascio coinvolgere, strapazzare e trasportare dai film al punto da commuovermi come se tutto fosse reale... (che suona un po' meno cinico... e più adorabile)


...in conclusione direi che è un bel film, con interessanti soluzioni ed una premessa social-culturale significativa.

La lacrimuccia non è scappata... ma è stato meglio così... diversamente sarebbe stato meno eloquente il silenzio che ha avvolto la sala mentre i titoli di coda scorrevano e nessuno ha avuto voglia di alzarsi per andare via.




6 commenti:

Stella ha detto...

...in conclusione direi che è un bel film, con interessanti soluzioni ed una premessa social-culturale significativa.



;o) ce l'hai fatta a scriverlo....!!!!

ale ha detto...

:) ...è stata dura, ma l'ho detto.

Anonimo ha detto...

Su questo film m'inviti a nozze. Concordo, è un western dall'epica rovesciata, ed è impressionante vedere Clint nei panni del vecchio che più vecchio non si può.
A me la prima parte non dispiace, diciamo che è introduttiva, la quiete prima della tempesta.
Quanto al finale, il fatto che non scappi la lacrimuccia dipende dall'aspetto catartico (pardon, parola errata, ma adatta), la tensione sale, ma ha una finalità talmente terapeutica da lasciare una sensazione stranamente positiva in corpo

(mr. firewall)

ale ha detto...

D'accordo su tutto eccetto sulla prima parte... pecca un po' di coerenza e toglie caratterizzazione al personaggio...
un tipo ostico, burbero, così duro e ostinato che in quattro e quattrotto si lascia coinvolgere in una convivenza INTERculturale?... forse è solo troppo veloce il passaggio... mi stona.

Anonimo ha detto...

In parte credo che si sia trattato di tempo, il film sarebbe diventato troppo lungo. In parte credo dipenda dall'elemento mancante, la moglie. Forse Clint era iperburbero con chi gli si poneva in modo tale, tipo i figli, non con tutti. Non so, è l'unico motivo per cui capisco la scelta di non effettuar flashback con lui e la moglie. Ma è una mia ipotesi :-o

(mr. Firewall)

ale ha detto...

Già!...mancava la moglie...eppure, se psicanalizziamo la storia (e ci sto!) direi che, un po' per antonomasia, una donna avrebbe addolcito i suoi modi bruschi, a maggior ragione verso i figli o verso i vicini... quindi io continuo ad immaginarlo burbero nonostante la moglie, anzi l'assenza della moglie mi lascia pensare che, nonostante lei, fosse completamente intransigente verso la vita.
Sarebbe stato troppo lungo, sì... credo sia questo.