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mercoledì, dicembre 12, 2018

La verità, vi prego, sull’amore di W.H. Auden

Dicono alcuni che amore è un bambino,
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
e alcuni che è un’assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l’aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.

 Assomiglia a una coppia di pigiami,
o al salame dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare i lama,
o avrà un profumo consolante?
E’ pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
E’ tagliente o ben liscio lungo gli orli?
La verità, vi prego, sull'amore.

I manuali di storia ce ne parlano
in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sul retro degli orari ferroviari.

Ha il latrato di un alsaziano a dieta
o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un po’ di pace?
La verità, vi prego, sul'amore.

Sono andato a guardare nel bersò;
lì non c’era mai stato;
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,
e poi l’aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio,
e non era nemmeno sotto il letto.

Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull'altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
E’ un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
La verità, vi prego, sull'amore.

Mi hanno detto che non puoi dimenticare
quello che provi quando lo incontri,
l’ho cercato da quando ero un bambino
ma non l’ho ancora trovato:
sto per avere trentacinque anni
e ancora non so
che tipo di creatura può essere
che riesce a turbare così.

Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull'amore.


giovedì, novembre 10, 2016

Labirinto

E ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi un po’ a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.
Una via dopo l’altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te,
e laggiù, a mo’ di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.
Puoi decidere
dove essere o non essere,
saltare, svoltare
pur di non farti sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo
fino a molti ancora aperti,
dove c’è buio e incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c’è gioia, benché il dolore
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell’infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d’improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c’è.
Deve pur esserci un’uscita,
è più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall’inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua, finché è possibile,
la tua, finché è tua,
fuga, fuga.

Wislawa Szymborska

lunedì, febbraio 22, 2016

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.


Rainer Maria Rilke

lunedì, febbraio 23, 2015

Non si dovrebbero mai scrivere. O forse no.

Che io ricordi non ho mai consigliato la lettura di un blog.

Non che non ce ne siano già alcuni che adoro, ma ne ho trovato uno, anzi, ho trovato qualcuno, che scrive delle poesie d'amore che mi piacciono molto. Non sono melense, hanno un bel ritmo, non si spingono oltre e sono un po' buffe.

Eccolo qui: Isidoro Malvarosa

Già che spesso mi fanno pensare a questo mio post, di quando dicevo che non si dovrebbero mai scrivere poesie d'amore, e forse sbagliavo.

giovedì, gennaio 08, 2015

La Mattina

"C’è una luce, in questi giorni, così pulita, sembra impossibile che tutti i giorni muoia qualcuno, con una luce così, e, non c’entra niente, ma mi viene in mente quando ho cominciato a leggere l’Iliade che era incredibile, che fossero tutti figli di qualcuno." di Paolo Nori

venerdì, dicembre 16, 2011

La barriera

Quello che tu, mio vecchio,
scorgi oltre frontiera
è quanto è qua.

La barriera
- non te n'accorgi? - è uno specchio.


Giorgio Caproni




venerdì, giugno 03, 2011

Quando tu avrai un passato di Raymond Queneau

Quando tu avrai un passato,
Yvonne, ti accorgerai che cosa
curiosa che è. Prima di tutto, ce
ne sono di angoli interi, di frane:
dove non c'è più niente. Altrove,
erbacce che sono cresciute a
casaccio, e non ci si capisce più
niente neppure lì. E poi ci sono
posti che ci sembrano così belli
che uno se li rivernicia tutti gli
anni, una volta d'un colore, una
volta d'un altro, e lì la cosa
finisce per non somigliare più per
niente a quella che era. Senza
contare quello che uno ha creduto
molto semplicemente e senza
mistero quando è successo, e che
poi anni dopo si scopre che non
è tanto chiaro come sembrava,
così come alle volte tu passi tutti
i giorni davanti a un affare
qualunque senza farci caso e poi
tutt'a un tratto te ne accorgi.


Raymond Queneau

venerdì, maggio 27, 2011




Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.


Rainer Maria Rilke

domenica, maggio 22, 2011

Da giovane dormivo nel castello avito
fatto di sogni usati e di disperazioni,
simile a un grande mausoleo,
dove si inizia ad alloggiare nella torre più alta
e si finisce, già troppo vecchi per ricominciare,
alla porta d'ingresso a ricordare.

Guido Bacci

venerdì, maggio 20, 2011

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.


Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.


Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?


E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Kostantin Kavafis


[peccato io non ricordi dove ho scattato queste foto]

mercoledì, marzo 09, 2011

il tempo

They say that "Time assuages" -
Time never did assuage -
An actual suffering strengthens
As Sinews do, with Age -

Time is a Test of Trouble -
But not a Remedy -
If such it prove, it prove too
There was no Malady -


Dicono che "Il Tempo mitiga" -
Il Tempo non ha mai mitigato -
Una vera sofferenza si rafforza
Come fanno i Tendini, con gli Anni -

Il Tempo è un Test per il Dolore -
Ma non un Rimedio -
Se tale si dimostra, dimostra anche
Che non c'era Malattia -

 
 
Emily Dickinson

lunedì, novembre 15, 2010

Crumbling is not an instant's Act
A fundamental pause
Dilapidation's processes
Are organized Decays -


'Tis first a Cobweb on the Soul
A Cuticle of Dust
A Borer in the Axis
An Elemental Rust -


Ruin is formal - Devils work
Consecutive and slow -
Fail in an instant, no man did
Slipping - is Crashe's law -

Emily Dickinson



Sgretolarsi non è Atto di un istante
Una pausa fondamentale
I processi di Disgregazione
Sono Decadimenti organizzati -

È prima una Ragnatela nell'Anima
Una Cuticola di Polvere
Un Tarlo nell'Asse
Una Ruggine Primordiale -

La Rovina è metodica - i Diavoli lavorano
Costanti e lenti -
Nessuno, si perde in un istante
Scivolare - è la legge del Crollo -

Emily Dickinson



lunedì, giugno 07, 2010

In me, di Kikuo Takano

In me c’è qualcosa di rotto.
Sono come l’orologio che si ferma
poco dopo averlo caricato,
come il piatto incrinato che non torna
nuovo se anche
lo incolli con cura.

In me c’è qualcosa di schiacciato.
Sono come il tubetto di dentifricio
quando nulla ne esce
se anche lo premi,
come la pallina da ping-pong ammaccata
che non può tenere più in gioco
nemmeno un buon giocatore.

Ci sono oggetti distrutti e schiacciati
dal principio, senza motivo, in me:
l’ombrello che non sta aperto, il violino
fuori uso e i sandali coi cinturini rotti,
il rubinetto intasato, il flauto
sfiatato, la lampada consumata.

Eppure non mi perdo di morale,
l’ira non mi trascina, né mi tormento
come una volta, anzi mi auguro
di potermi riempire
di quelle cose inutili,
restando distrutto e schiacciato,
in questo trovando il mio orgoglio.

martedì, marzo 16, 2010

Il paese delle nevi

« Nel boschetto di cedri di fronte, le libellule si dondolavano in sciami innumerevoli come steli di bocche di leone al vento.»


Yasunari Kawabata

martedì, gennaio 26, 2010

L'amore mi si offrì.

L’amore mi si offrì e io mi ritrassi all’inganno;
il dolore bussò alla mia porta ed io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò ma io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino
dovunque spingano la tua barca.

Dare un senso alla vita può condurre alla follia
ma una vita senza senso
è la tortura dell’inquetudine e del vano desiderio,
è una barca che anela al mare
eppure lo teme.

 di Edgar Lee Master


Ed una volta Ben mi regalò un libro, da cui...

" Ti auguro la gioia di avere sempre qualcuno
con cui dividere ogni cosa…

Ti auguro di avere dei bei ricordi
cui ritornare col pensiero nei brutti momenti…

Ti auguro una tra le migliori piccole gioie quotidiane:
aprire un libro che ricordi bene,
lasciarne le pagine,
leggere le prime parole famigliari…

Ti auguro la primavera e la meraviglia di constatare che è sempre migliore di quanto avevi osato sperare…

Ti auguro la felicità di un regalo da un bambino:
- un mazzo di denti di leone appassiti,
- una caramella succhiata a metà
- una rana
- un bacio …

Ti auguro che tu possa, anche se solo una volta nella vita,
vedere qualcosa di infinitamente raro, strano e bello…

Ti auguro la malinconia di un giardino in inverno e, dopo mesi d’attesa, i piccoli, verdi vegetali della primavera…

Ti auguro di rimanere affascinata dall’infinita varietà della vita animale…

Ti auguro la fiducia di una creatura selvatica, conquistata con pazienza e amore…

Ti auguro che tu possa non dover comprare l’amore al prezzo dell’umiliazione…

Ti auguro che tu possa sempre trovare le parole giuste per mantenere al loro posto gli spacconi e avere abbastanza forza nelle ginocchia per camminare con dignità…

Ti auguro che tu possa avere un cuore pieno d’amore e giudizi accorti…

Ti auguro la gioia di essere desiderata, e di trovare il regalo perfetto, sentire il profumo della terra, dal prato aperto…

Ti auguro lettere:
con una calligrafia che riconosci immediatamente, con una calligrafia che non vedevi da anni…

Ti auguro lettere piene di elogi, piene di incoraggiamenti:
lettere di gratitudine e di amore.

Ti auguro lettere sciupate, macchiate di inchiostro, scritte tutte storte
coperte di baci

Ti auguro la felicità di dimenticare il passato
e di trovare nuovi inizi.

Ti auguro la felicità delle idee,
l’eccitamento della ragione,
il trionfo della conoscenza,
lo schiarirsi della vista,
l’acuirsi dell’udito,
il protendersi verso nuove scoperte,
il trarre piacere dal passato così come dal presente.

Ti auguro la gioia della creatività.

Ti auguro felicità…
ma non la felicità che si ottiene chiudendo fuori il mondo.

Nemmeno quella di rinnegare il tuo sogno per amor di agiatezza.

Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi.

Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di
dare, di correre il rischio d’amare.

Tratta la felicità con gentilezza:
è un prestito."

Pam Brown


... e io le avevo dimenticate.

Qualunque fiore tu sia

Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora,
una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò, sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati,
senza paragonarti o voler essere un altro fiore.
Poiché non esiste fiore migliore
di quello che s’apre alla pienezza di ciò che è.
E quando ti avverrà,
potrai scoprire che andavi sognando
di essere un fiore che aveva da fiorire.

Walter Gioia

lunedì, dicembre 14, 2009

Per quanto sta in te

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.


Costantinos Kavafis                          

mercoledì, novembre 25, 2009

L'altra stanza

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che ascolta da dietro la parete.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che si chiede cosa stai facendo
lì per conto tuo.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che ha paura che tu stai meglio da solo.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che pensa che tu stai pensando a qualcun’altro
 o che pensa che a te non ti importa di nessuno
tranne che di te stesso in quell’altra stanza.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che non gliene importa più di te come una
volta.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che si arrabbia quando fai cadere qualcosa
o che si secca quando tossisci.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza che fa finta
di leggere un libro.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che parla per ore al telefono.

c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
che non ti ricordi mai bene chi è
e ti sorprendi quando fa rumore
o cammina lungo il corridoio per andare in bagno.

ma non sempre c’è qualcuno nell’altra
stanza perchè
a volte non c’è un’altra stanza.
e se non c’è
a volte non c’è proprio nessuno neanche
qui.
da Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore, di Charles Bukowski