Visualizzazione post con etichetta incubi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta incubi. Mostra tutti i post

mercoledì, agosto 17, 2011

Sommersa


Drift - Brian Eno

Ero sott'acqua, sommersa. Sommersa ovunque fossi. La superficie era una lastra di ghiaccio, sopra, sotto, acqua ovunque ed era gelida. Al fondo c'erano colonne che attraversavano la realtà, non ne vedevi, non ne esisteva, l'inizio né la fine, imponenti, gelide, fisse.  Fuggivo qualcosa, lenta. Schianti di luce che attraversavano l'acqua veloci come se fosse suono. C'era il buio spesso e cristallino delle profondità marine e alghe alte, lunghe, fredde. Cercavo qualcuno, fuggivo e cercavo qualcuno, c'era acqua ovunque, anche dentro di me, e mi sentivo soffocare.
Non riaffioravo mai, superata la superficie dell'acqua era ancora notte e buio e nonostante la luce fredda della luna ero ancora sommersa. L'aria era acqua, una realtà a specchio. Alberi ed erba e rocce e colonne, sommerse. Camminavo nell'acqua, mi sentivo soffocare e cercavo qualcuno. Riuscivo a rompere il ghiaccio a mani nude, a fare un buco con un dito e tuffarmi dall'acqua in acqua. Lo attraversavo e di nuovo nuotavo tra le alghe nella luce blu e verde del mare di notte.
Cercavo mia madre, volevo trovarla, dovevo salvarla. Continuavo a soffocare e a fuggire da qualcuno, lentamente.



giovedì, febbraio 24, 2011

Incubi

E' affollata di fantasmi di pensieri, senza densità, odore. Come un gran salone da ballo o stretti corridoi, stanze rosse e fogli di cartone su cui ho disegnato senza motivo spirali e serpenti. Uno stupro, un ricordo stuprato. E una carezza dolce, nel cuore della notte, che ti salva, solo per un attimo. E non ci sono nidi o uova o tempo o sabbia in cui sprofondare. In piedi anche se sei stanco. E ti stanchi, per dio, ti stanchi.
Ricordi che non vorresti perdere ed altri che scivoleranno via piano piano, come tutto il resto.
"Scivolare è la legge del crollo".


sabato, novembre 20, 2010

Sotto (vuoto) un tappo.

Ho sognato una poesia, stanotte. e chissà dove l'ho nascosta poi. E c'era anche un gatto, due gatti. ed era piccolo e morbido. E delle tende alte e scure. che non lo erano poi così alte, e nemmeno così scure. C'erano fili e prese che venivano ossessivamente arrotolati e srotolati. C'era una gabbia, con dentro un topo e poi un gatto, due gatti. E sempre estranei sul balcone. E fogli e conti e soldi. C'era una famiglia. che erano debiti, urla e rabbia. C'era rabbia, una gran rabbia. e chissà dove l'ho nascosta, poi.



giovedì, agosto 27, 2009

Se esiste una realtà altra al di là della veglia,
colei che sono, in quella realtà, è infelice e troppo complessa.
Lei ha timori che io non temo
compie gesti che io non desidero
e fugge continuamente.
I volti della gente
sono per metà in ombra, come maschere.
Le terre sono brulle e la vegetazione è bassa,
sono lande che io non ho mai visto.
Nel pomeriggio, un tavolo è stato sommerso d'acqua
e tutto ha preso a galleggiare,
lì non galleggia nulla, rimane sul fondo.
Lei non si fida mai di nessuno.
Se scappa però scappo anch'io,
e quando il panico addosso d'esser raggiunte
spezza persino la corsa,
lei mi abbandona e rimango da sola,
distesa sul letto.
Il mio mondo è violato
e lo è anche il suo.

mercoledì, luglio 22, 2009

Cos'avrà voluto dire???!!! [cit.]

Ho sognato di avere talmente tanta sete e non trovare acqua intorno, da prendere la colla Super Attack e tentare spremere il tubetto in bocca per bere...

...pessima, spiacevole onirica sensazione di avvelenamento.