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mercoledì, febbraio 27, 2013

Le chiavi di casa

Un gesto di proprietà acceso quasi come quella maniglia dorata sulla porta.
Me la ricordo ancora.

Ad un bambino non dovresti mai strappargli la sua casa. Una casa sono le misure, lungo il muro, dei passi contati sulle mattonelle. È il lenzuolo perfetto per farsi una capanna agli angoli opposti di una stanza. È la pantofola persa sotto il letto e i saltelli per il corridoio urlando alla mamma di aiutarti a ritrovarla.

Una casa sono le cose ritrovate ad occhi chiusi. E scie invisibili di passi svampiti come quelli di un bambino.


domenica, febbraio 27, 2011

Sollevare

S'apre in lui una voragine, ogni giorno.
Con il piede sposta sopra un po' di terra per vederla cadere al fondo e non sentire nulla. Metodico.
La prima volta, si è affacciato sopra per sentire se facesse un rumore cupo o sordo, come nell'acqua in fondo al pozzo, invece niente. "Un bel silenzio" sentenziò lui, orgoglioso.

Però qualcuno dice d'averlo visto di notte, riempirla a piene mani, terra su terra.
Ed è sempre quieto, non ha nulla da offrire, se non quel vuoto.

domenica, luglio 26, 2009

Acqua e Sovrapposizioni

Luoghi e non luoghi, Augé a parte.
Del mare, brina. sulla bottiglia.
Una goccia di sudore. sulla schiena.
Ghiaccio, Menta Ortica e Liquirizia, corrente.
Sete, colla, onde.
Isole silenziose.


Quale voce viene sul suono delle onde
che non è la voce del mare?
E' la voce di qualcuno che ci parla,
ma che, se ascoltiamo, tace,
proprio per esserci messi ad ascoltare.

E solo se, mezzo addormentati,
udiamo senza sapere che udiamo,
essa ci parla della speranza
verso la quale, come un bambino
che dorme, dormendo sorridiamo.

Sono isole fortunate,
sono terre che non hanno luogo,
dove il Re vive aspettando.
Ma, se vi andiamo destando,
tace la voce, e solo c'è il mare.

Le isole fortunate, Fernando Pessoa




Polvere di pomice e fuoco. e sangue.
Pesche fredde e vino. ma secco. e bianco.

martedì, maggio 05, 2009

La Tartaruga

Aspetto, facendo un passo silenzioso alla volta, nell'attesa di veder scorrere accanto a me il passo veloce e possente d'Achille.
Con quell'ansia addosso d'esser superati e surclassati dalle cose, dalla realtà, prima ancora di riuscire ad afferrarla, prima di riuscire ad affondare un passo nella terra e sporcarsi.

Affondo il passo in un'attesa che sarà eterna mentre Diogene di Sinope mi cammina intorno ed io in un'accelerazione temporale lo supererò correndo, ma senza per questo andar più veloce o alzare terra da terra.

giovedì, novembre 27, 2008

Orchi nel cuore della notte,
rapiscono
e se inciampi?
Bian conigli neri che sorvolano;
dirigibili?
O ti rigiri?
Zampe zampette "molli mollette"
tu, rifletti?
O ti specchi?
E se nel cuore della notte cadi!
rotoli.
o srotoli?
Viti e forchette pinze o dormi?
di già?
Sù, alzati,
e combatti...
fol(le) tto?

TANA!

Latte miele latte miele menta
Foglia moglie doglie
Cogli dolci more
LE more...o le bionde?
Non esistono!
TZE'!

Fol (le)tto?
ti sei alzato?
hai fatto bene. Ora
salta su un piede e ripeti con me...

"!"


E quando di botto...
all'improvviso
si inceppa.
Perchè la vita a volte
si inceppa.

Le viti.