Non è mai stata poi tanto romantica la Iole, ha sempre vissuto d'una passione riservata e silenziosa. Lo si vede nei suoi occhi, così puri e cristallini, quando rimane ferma un attimo, incantata, prima di chinarsi e posare nel cassetto i fazzoletti profumati di lavanda.
C'è una sedia e un portabiti, nella stanza da letto della Iole, sono vuoti, ormai da anni. Non si sente sola, ha le sue abitudini e nonostante il tempo e l'età, cambia ancora, al cambiare delle stagioni. Tra qualche tempo quando uscirà all'alba per comprare il suo giornale o innaffierà i ciclamini sul balcone, non ci sarà più la nebbia così spessa e tornerà il gatto Jerry alla finestra.
Non è romantica, la Iole, ma quando l'albero in fondo alla via si imbianca di magnolie, fa scivolare a terra un fazzoletto ripiegato. Non sarà il suo grande amore a chinarsi d'abitudine per raccoglierlo, galante, ma è in primavera che fioriscono i suoi ricordi più preziosi.
E se qualcuno lo raccoglie, può sentire il suo profumo.
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domenica, marzo 27, 2011
Alla lavanda
venerdì, luglio 02, 2010
Il condominio.
A guardarlo da lontano non si sarebbe detto, e a ben vedere, non lo si sarebbe detto nemmeno da vicino.
Sì, perbacco, sotto il pastrano sembrava nascondesse qualcosa, ma nemmeno la vicina dei gerani, che così bene lo conosce, l'avrebbe immaginato.
E dire poi che tutte le mattine lo si vedeva passeggiare in pantofole e berretto sul vialetto sotto casa. Che persona per bene, dicevano i condomini. Sarà l'età e tutti questi anni senza compagnia, ripeteva la portinaia agli inquilini. Salutava sempre con un mezzo inchino, e la vicina dei gerani giura che una volta si è chinato forse troppo e sembrava non riuscisse più a rialzarsi. Incredibile che un uomo all'antica come lui si sia lasciato coinvolgere a quel punto. E a quell'età, poi. La nipote della signora al quarto piano, dice che qualche giorno prima l'aveva visto scendere le scale con tale foga da dovergli andare incontro per aiutarlo col bastone. Mettersi il cappello poi e il tight, che scena imbarazzante. Il figlio del fornaio, dice che senza dubbio è colpa di quei programmi della sera. La nipote della signora al quarto piano e la figlia degli immigrati al primo piano, le ho viste ridacchiare sottovoce, raccontava la portinaia giù nell'atrio. Senza ritegno, dicevano un po' tutti.
Non vorrà più mettere piede fuori di casa, si diceva di continuo.
Che non l'avresti detto di un vecchietto così gentile e tanto a modo. Aveva anche il fazzoletto e la canottiera buona delle feste.
Aveva regalato una rosa rossa arrossendo nel colletto sopra la cravatta, il vecchietto alla Iole.
Che vergogna.
mercoledì, aprile 14, 2010
Il glicine.
Tra qualche giorno sbocceranno i fiori di glicine della Iole. Prima che il muro si trasformi in vite e i fiori in grappoli, la Iole ne raccoglierà uno e lo metterà dentro un bicchiere sbeccato sul davanzale alla finestra.
In quei giorni all'alba, Jerry, il gatto grigio, si strofinerà oltre il vetro con la coda aspettando che la Iole arrivi con le sue pattine, ad aprire.
La Iole leggerà il giornale e Jerry berrà il suo latte tiepido per poi tornare alla finestra, grattando sul vetro.
Lei si alzerà, aprirà appena le imposte e rimarrà a guardarlo mentre sgattaiola fuori sulla via.
Sogna di entrare nelle case della strada la Iole, per vivere sette o mille altre vite, ecco perché raccoglie un grappolo di glicine non ancora sbocciato.
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