martedì, giugno 04, 2019

La geometria dei sensi

Conosco la forma delle mie abitudini, della mano che si chiude in un pugno quando mi appoggio per guardare, o della gamba che si accavalla leggera sull'altra per non sentire i tendini tesi alla caviglia.
Conosco la forma dei miei gesti, al mattino, appena sveglia, quando scendo dal letto in punta di piedi perché il pavimento è troppo freddo, in ufficio, quando avvolgo i capelli alla penna per tenerli su, o per strada se cammino veloce e sposto indietro la spalla per non sfiorare la gente.
Ho un catalogo completo delle mie smorfie allo specchio o in fotografia. Ho una traccia delle mie emozioni che appare ogni tanto all'angolo degli occhi, appena sorrido.
Conosco gli incastri esatti delle mie forme. Conosco il punto esatto in cui il mio piede si nasconde sotto le gambe incrociate e la curva stretta del mio ginocchio piegato. Ho in me le impronte delle mie pose più scomposte, immobili e segrete.
Da qualche parte dev'esserci persino un calco dei miei gesti passati, della mia mano piccola stretta in quella di mio padre, della prima volta che ho chiuso gli occhi piano lasciandomi accarezzare lentamente, della morsa stretta dei denti per la rabbia o l'emozione.
Conosco le abitudini del mio corpo di notte, quando non controllo i sensi, i muscoli si sciolgono e il letto mi sorregge. Conosco la forma dei miei respiri e la curva dei miei fianchi se qualcuno mi sfiora.

Ho in me un calco lento e delicato che disegna la forma dei miei gesti più semplici. E se dovessi cambiarne gli incastri, le misure o perderne ogni traccia, so già che non saprei più chi sono e che forma hanno i miei pensieri.



2 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Non credo di conoscere il calco di ogni mia emozione. Perché ne ho provate di pazzesche quando credevo di conoscere il mondo e la vita tutta. Meglio rimanere curiosi alla finestra della vita, senza lo sguardo sostenuto di chi non deve imparare più nulla.

ale ha detto...

Oh beh, nemmeno io, per fortuna! :) teniamo le finestre aperte sperando che il vento entri a scompigliare.