venerdì, luglio 02, 2010

 Il condominio.

A guardarlo da lontano non si sarebbe detto, e a ben vedere, non lo si sarebbe detto nemmeno da vicino.
Sì, perbacco, sotto il pastrano sembrava nascondesse qualcosa, ma nemmeno la vicina dei gerani, che così bene lo conosce, l'avrebbe immaginato.
E dire poi che tutte le mattine lo si vedeva passeggiare in pantofole e berretto sul vialetto sotto casa. Che persona per bene, dicevano i condomini. Sarà l'età e tutti questi anni senza compagnia, ripeteva la portinaia agli inquilini. Salutava sempre con un mezzo inchino, e la vicina dei gerani giura che una volta si è chinato forse troppo e sembrava non riuscisse più a rialzarsi. Incredibile che un uomo all'antica come lui si sia lasciato coinvolgere a quel punto. E a quell'età, poi. La nipote della signora al quarto piano, dice che qualche giorno prima l'aveva visto scendere le scale con tale foga da dovergli andare incontro per aiutarlo col bastone. Mettersi il cappello poi e il tight, che scena imbarazzante. Il figlio del fornaio, dice che senza dubbio è colpa di quei programmi della sera. La nipote della signora al quarto piano e la figlia degli immigrati al primo piano, le ho viste ridacchiare sottovoce, raccontava la portinaia giù nell'atrio. Senza ritegno, dicevano un po' tutti.
Non vorrà più mettere piede fuori di casa, si diceva di continuo.
Che non l'avresti detto di un vecchietto così gentile e tanto a modo. Aveva anche il fazzoletto e la canottiera buona delle feste.

Aveva regalato una rosa rossa arrossendo nel colletto sopra la cravatta, il vecchietto alla Iole.
Che vergogna.

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