Di quella notte sulla panchina davanti al mare.
Di tutti i no e i non lo so.
Di tutte le mie fantasticherie stupide.
Di tutti questi anni.
Di quella chiesa.
Di quella volta con i gabbiani al largo.
Di tutti i viaggi mai stati.
Di così tante parole scritte.
Di ogni volta in cui ho sbagliato.
Di quando ho capito che per lui sarei tornata.
Di un'infinita attesa.
Di questo silenzio superficiale uguale a mille altri.
Di tutte le liti.
Di tutte le sorprese mai fatte.
Di tutti i compleanni soli.
Di questo tempo che è sprecato.
Di quando ormai è troppo tardi.
Di ogni giorno in cui ne ho sentito la mancanza.
Di tutte le volte in cui non c'ero.
Di tutte le volte in cui non c'era.
Di questo addio che mi sta dentro strettissimo, eppure necessario.
giovedì, aprile 12, 2018
nel cuore ho un parco giochi
di Azuma Makoto
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4 commenti:
"di quando ormai è troppo tardi": questa la faccio mia perché è una presa di coscienza con la quale fare i conti tutta una vita più in là, assieme a rimpianti sciocchi, a ripicche idiote, a perdite di tempo inutili.
E a pensieri che continuano a martellare un ferro ormai dissolto...
Io li detesto, e li temo.
ma esattamente chi/(cosa) è morto?
Perché per tutto il resto, uè, sei sempre in tempo per qualsiasi chi/(cosa) tu voglia ritrovare. che poi - cazzo -c'hai anche il blog autostimolante sul tema.
Ma esattamente perché non ti firmi?
Perché per il resto, anche se ne sapevi poco, di chi/cosa ne eri persino geloso.
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