mercoledì, luglio 20, 2016

Di cosa sono capace, tu non lo sai

Tu non lo ricordi, forse non lo sai, forse non lo saprai mai, ma sono capace di tristezze profondissime, io.

Affiorano ogni tanto, di notte, con un suono, una parola, un gesto. 
Tristezze ataviche, talmente antiche che a volte non sono nemmeno certa mi appartengano.
Mi prendono alla pancia, poi su alla gola, finché trattengo il pianto, se riesco.
Mi sono abituata ormai. Accadono da sempre, sin da bambina.
Se non le conoscessi tremerei di paura, potrei forse credere di avere qualche disordine dentro.
Cerco di nascondermi da tutti, quando accade. Non sempre le sento arrivare, sono come un inverno, spesso.
Sono un dolore fortissimo, una ferita profonda che si apre, e resta lì, in attesa. E dentro ci precipita tutto, tutti i miei dolori più vecchi, tutta la fatica di questi anni, le cose irrisolte, le assenze, le decisioni che ancora mi fanno male, i miei errori, tutti gli errori degli altri, tutte le insicurezze, le mie, le loro, i perdoni, quello che non saprò perdonare mai, e quello che cerco di dimenticare, quello che non dimentico.
A volte temo non mi lascino mai.
Poi invece vanno via, almeno per stanotte.


1 commento:

Anonimo ha detto...

ifa molto 'Freccia' ma... io credo sai che un gatto, un buon finalmente fidanzato, una birra ghiacciata, un po' di aria fresca giù dagli alberi, i calamari fritti con una ciotola giga di maionese, un'altalena in giardino e qualche zanzara qua e la...

io credo che così tu possa dormire ogni sera, finalmente - e fanculo ai mostri e ai tarli che c'hanno stancato!

spero a breve in tue mille e più foto di un'estate bellissima!

ps.
il tuo cazzo di coso dei captcha non mi crede mai alla storia che non sono un robot. mai. anche dopo aver indovinato le immagini con le pizze, con le verdure e pure quelle con le strade numerate e con i cartelli stradali.