lunedì, novembre 25, 2013

Preghiera di una donna stanca d'esser donna.

La Vostra fortuna è d'esser uomo.
La Vostra fortuna è la Vostra dannazione e la mia, o Signore.
Vi chiedo di non avermi più in grazia, perché questo corpo così grazioso e avvenente, è già alla mercé di ogni passante.

Dove io non potrò difendermi da quello sguardo colmo di desiderio e vuoto di intenti delicati, abbandonatemi anche Voi, se potete. Io non so, o Signore, se qualcuno vi ha mai rivolto l'umile invito a riflettere sullo sguardo, proteso e un po' sfacciato, di un uomo tale a Voi, al cospetto di una donna.
È uno sguardo senza casto ardore, è uno sguardo prepotente.

Dio creò l’uomo a sua immagine,
a immagine di Dio (κατ΄εικόνα θεού) lo creò,
maschio e femmina li creò. (Gn 1,27)

Creaste a Vostra immagine, uomini incapaci d'aver rispetto, tra ciglia e lacrime, per una donna.
È uno sguardo che si appropria, il Vostro, e senza chiedere permesso.
È guasto, è uno sguardo che assale e lascia senza minima difesa. Non c'è vergogna né onore, ed è violenza, pura e misera, come miseri sono i pensieri che l'accompagnano in silenzio.
Il Vostro sguardo, d'uomo, è l'artifizio più meschino per tenermi a testa china e spalle basse.
Per questo, o Signore, io Vi prego, di non guardarmi da lassù, così che almeno io, da terra, possa levare gli occhi al cielo e senza vergogna, fissarvi finché anche voi vi sentirete spoglio ed umiliato.
E capirete.

4 commenti:

Patalice ha detto...

una certa finezza di composizione, un grande intelletto nell'approccio.
brava

Laura ha detto...

grandiosa Ale come sempre...questa volta condivido su facebook.

Anonimo ha detto...

Colei che non crede ma prega con simile grazia e così tanta passione, è essa stessa conferma della presenza di Dio sulla Terra. No, non quell'idea saccente, arrogante e ottusa che sin da bambini ci hanno additato sul simulacro della croce, ma un Dio donna che conosce il dolore che l'uomo sa procurare a chi lo mette al mondo, salvo vedersene ripagata con l'umiliazione dell'esser considerata alla stregua di un ornamento qualsiasi, o di un bicchiere di vino che una volta vuotato non serve fino a che l'ebbrezza non perda la sua efficacia. Oh Signore, allora, è questa la preghiera più bella che abbia mai letto da che sono vivo e abbastanza cosciente da non credere tu esista davvero se non nelle pieghe profonde della carne femmina. E allora, oh Signore, esisti una buona volta! Anche soltanto perché io possa unirmi a questa supplica.

Franco Battaglia ha detto...

Una preghiera dura. E quando è un uomo a leggere viene schiaffeggiato due volte. Io la pregherò assieme a te, forte e debole della mia rassomiglianza con un Dio bizzarro che ancora non conosciamo affatto.