venerdì, maggio 06, 2011

Manifesto per famiglie disastrate

Sono cresciuta credendo che il mio senso della famiglia fosse manchevole e imperfetto. Sono cresciuta percependo intorno a me la preoccupazione che avrei avuto delle difficoltà a capire cosa fosse una famiglia. Sono cresciuta in mezzo a famiglie disastrate.
Una famiglia può essere disastrata e non percepire il suo disagio, può esserlo e vivere immersa nel disagio, può accettarlo e superarlo come può. Il senso del tragico, in questo tipo di famiglie, riesce a toccare vette inimmaginabili e a trasformarsi quanto prima e in modo sorprendente, quando serve, in ironia e spiccato senso comico. È difficile immaginarlo, ma garantisco a nome di tutte le famiglie disastrate.
Le famiglie disastrate non si assomigliano mai tra loro, se non altro. Sono famiglie alternative o non convenzionali, come si usa dire adesso. Non posso confermare per tutte al 100ma in buona percentuale c'è una gran voglia di ridere in queste famiglie alternative, non convenzionali.
Crescere in una famiglia disastrata significa avere qualche piccola proporzionata difficoltà a spiegare per esempio che hai una mamma e due papà, qualche anno dopo due mamme e due papà, poi due mamme e un papà, poi di nuovo due mamme e due papà, otto nonni, una sorella e un fratello, una sorella e due sorelle... si fa un po' fatica a coinvolgere gli estranei.
Crescere in una famiglia disastrata significa che se hai culo e fila tutto liscio, tocca sorbirti solo qualche trasloco in più, hai due camerette, sorelle e fratelli con cui picchiarsi nuovi di zecca, regali di Natale raddoppiati. Se non hai culo... beh... i regali sono raddoppiati lo stesso!
Sono cresciuta tra famiglie disastrate e ne porto i segni come sempre ne porterò i ricordi.
In una famiglia disastrata si fa fatica a capire qual è la tensione sottesa ad un legame. Appare tutto, spesso, fragile, facilmente discutibile e relativo. I punti di riferimento sono meno saldi, per quanto, nel migliore dei casi, la coppia genitoriale ad esempio riesce a mantenere i ruoli, pur non mantenendo il tetto coniugale. La consapevolezza della mancanza di coesione tra i legami, crea una difficoltà intrinseca: quando vedi più volte dei legami sciogliersi tendi a credere che nessun legame può essere forte. Ed è quello che ho pensato di credere anch'io per anni.

La verità però è che per quanto io abbia visto moltiplicarsi in modo anomalo parenti e case, per quanto abbia cambiato panorama, abitudini e visto sciogliere legami più del giusto e del dovuto, il mio senso della famiglia, al contrario di quanto si possa supporre e ritenere, credo sia incredibilmente forte - e oso anche di più, credo sia molto più saldo di quello della maggior parte della gente che ho incontrato nella vita.

Dopo molte riflessioni e dopo un'illuminazione a sorpresa, io voglio pronunciarmi in nome del senso della famiglia, nelle famiglie disastrate.

Crescere in una famiglia disastrata ti insegna ad accettare che non è il sangue o la legge ad unire, ma quell'amore che è per sempre, che scavalca, attraversa e sposta le montagne. Ti insegna che non esistono distanze fisiche o morali perché la presenza di qualcuno nel tuo cuore, nella mente, allontana come spaventapasseri le paure e le incertezze. Una famiglia è prendersi cura delle persone a cui vuoi bene, oltre il tempo e le distanze, dentro ogni singolo momento. Con più difficoltà e impegno è anche la certezza indiscutibile che l'abbandono è una scelta anormale e sempre imprevedibile.
Sono cresciuta da figlia in una famiglia alternativa, osservando donne, mogli e madri attraversare e vincere difficoltà incredibili. Sarò donna, moglie e madre nella mia.
Una famiglia disastrata ti insegna a superare le difficoltà senza dare nulla per scontato, a difendere il tuo patto d'amore. Le famiglie normali felici, non sono quelle che hanno dato per indiscutibile e fisso il loro amore, sono quelle che nella condivisione non hanno mai smesso di viverlo e prometterlo, di custodirlo. Le famiglie normali, sono felici, se hanno saputo mantenere, proteggere, il loro legame, ogni qualvolta qualcosa ne ha minacciato la stabilità. 
Magari se cresci in una famiglia non convenzionale e se per giunta non hai culo, impieghi più tempo del previsto, per capirlo. Magari fai un sacco di errori, li trovi imperdonabili, perché proprio tu non avresti dovuto farli e ti sembra di non poter esser destinato ad altro se non ad una storia disastrata come quella dentro cui i tuoi pensieri hanno preso forma e consistenza.
Magari in un giorno qualunque, come dal nulla, invece, guardando un film e poi un altro, ti accorgi che tu il senso della famiglia ce l'hai dentro. Ed è lì da sempre.
E nessuno può strappartelo.

7 commenti:

MrJamesFord ha detto...

Molto carino I ragazzi stanno bene.
Io avrei messo anche Little miss sunshine nel novero.
Interessante riflessione, questa sulla famiglia "alternativa".

ale ha detto...

Mi ha sorpreso Mark Ruffalo, l'avevo visto in La mia vita senza me e mi aveva molto colpito, guardando la filmografia su My movies, per un attimo ho dubitato fosse lui (manca il film nell'elenco!), allo stesso tempo, mi sono accorta di non averlo affatto riconosciuto in Shutter island. E sì anche Little miss sunshine rientrerebbe a buon titolo... ho visto nuovo cinema paradiso e i ragazzi stanno bene in questi ultimi giorni, sono stati d'ispirazione!

Anonimo ha detto...

INteressante, direi che questo post si abbina bene a quello di Minerva su Metialparaben

pina ha detto...

il senso della famiglia... un nido caldo, avvolgente, coinvolgente,e rassicurante, che ti impegna per costruirlo legnetto dopo legnetto in uno spasmodico svolazzare non importa se è un traliccio o una bellissima quercia e non importa nemmeno se l'anno dopo lo trovi distrutto e devi ricominciare...arriva un momento che ti accorgi che l'hai costruito bene e in un posto irrangiungibile dal mondo e non importa se dentro ci sono uova di tutte le misure.... sei stato bravo, puoi andare e tornare e lo trovi sempre lì ad accoglierti con la sua poltiglia che lo tiene insieme e ti ci puoi accoccolare dentro.

ale ha detto...

Inneres... esiste un termine che un tempo conoscevo e che adesso è perso per sempre nella mia memoria, che sta a spiegare in una sola parola quel fenomeno per cui in sincronia più persone pensano o scrivono qualcosa pur non relazionandosi tra loro. Ecco, questo post era tra le mie bozze da qualche giorno, quando ho letto quello di Minerva sono rimasta attonita e di certo il suo post è stato un motivo in più per pubblicarlo al volo!

Ben... io sto già raccogliendo un sacco di legnetti (appiddaveru, raccolgo tutti i più porci legnetti dalla forma strana che trovo per terra), per la poltiglia aspetto che tiri fuori la ricetta dal libro della nonna e quanto all'accoccolamento... tu sei il mio accoccolamento preferito!

Anonimo ha detto...

eh. bel post.
io, a parte il trip sull'incesto, la penso come lui:
http://www.youtube.com/watch?v=wUZoRetf1ds

poi penso tante altre cose in merito, ma te le dirò quando ci vedremo. dato che hai sparita ho perso anche il conto dell'anno e mese. si accettano proposte in merito.

ps: hai sparita. :D

<(")

ale ha detto...

uhm... bel video.
tendenzialmente dissento, ma ci sta pure che in parte è vero.
ci rifletto, pondero, ti farò sapere.

quand'è che ritorni in terra natia? o quand'è che, se ti raggiungo a Roma, non ti disturbo?
ho perso il conto anch'io e ci fu l'incontro fortuito davanti all'internetteria... mi rifarei ai maya, e rinnoverei il conto.

ps. non ho sparita. so' magggica!


<(")