sabato, gennaio 29, 2011

Fototessera

Parto ancora e di nuovo torno a casa. E poi sarà di nuovo e ancora tornare indietro, verso casa. E non mi rassegno, all'idea che sia io la mia dimora. Mi sollevo in punta di piedi per guardarmi una volta di più dall'alto in basso e mi vedo troppo esile per contenere tutto quanto, principi, esperienze, sogni, dignità e coraggio. Si mantiene rasoterra, come la bruma, uno strato umido di paure, che bagna tutto e non lascia mai che arrivi il sole fino a terra, sotto terra, tra le mie radici, forti e sicure.
Il mio volto cambia al cambiare delle stagioni, seppur nei, la curva stretta del mio occhio verso il basso e le rughe, che anch'io comincio a notare, restano lì, a marcare il territorio.
Cammino mettendo in ordine la casa, con una tazza verde in mano, sollevando appena i piedi e infilando in tasca le cose sparse da riordinare... o do un consiglio, che è figlio di avventure e circostanze simili alle sue... e mi vedo donna, più grande di quanto credessi, con più responsabilità di quante sembra io sappia reggere e un forte desiderio di scoprire che sarà sempre così, che sarò sempre dentro in subbuglio, che avrò sempre addosso questa insicurezza che ormai mi è di conforto e con cui convivo. Come acqua, tra gorgoglii e correnti fredde sotterranee.  Per affiorare nel luccichio del sole, senza far andar via nulla, di me. neanche le paure.

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