Mozza le teste dei grattacieli ma è più gentile ai piani bassi, fa da cortina alle finestre.
La nebbia non è una donna che si stende sulla città di notte, non è uno dei suoi veli, non è il suo respiro, non è il candore freddo della sua pelle.
Scivola a sguardo chino nei vicoli bui. E' meschina e traditrice, copre i finestrini delle auto di passaggio, ma non nasconde le cosce nude alle puttane.
Raffredda le lacrime degli infelici ma non le gela, scendono lo stesso e sono ancora più insopportabili.
Accerchia i palazzi e dai balconi assiste complice e connivente alle liti notturne, assorbe il bagliore del televisore acceso in salotto, e seduce il buio dell'abatjour che si è appena spenta in camera da letto.
Passa dentro le serrature di ferro nei capannoni e serpeggia intorno alle ossa degli operai, riesce a prenderle e avvelenarle fino al mattino.
Si siede sugli autobus, fredda i sedili di plastica e non discute con il conducente, che guida solo.
Cerca di entrare nei night e si lascia sbattere fuori dall'alito caldo delle spogliarelliste.
Arrugginisce gli ingranaggi degli orologi, bagna le foglie ma è asciutta e secca sulle labbra, è voluttuosa e vanitosa.
Se un suono dolce attraversa la notte, rapida e acrimoniosa, lo ovatta.
La nebbia non è un uomo dissoluto o rancoroso, non è una delle sue tasche strappate, non è la sua saliva umida, né una delle sue rughe troppo scavata e sporca.
C'era un signora, in sala d'attesa. Una signora grassa, su un divano esile nero, con i cuscini neri gonfi. Leggeva un libro sottile, foderato di carta per cassetti. Leggeva un libro, sotto la carta a gigli neri, che era un harmony.
La nebbia è la carta di quel libro, in mano a quella signora. Vestita di nero come la notte.
La nebbia non è una donna che si stende sulla città di notte, non è uno dei suoi veli, non è il suo respiro, non è il candore freddo della sua pelle.
Scivola a sguardo chino nei vicoli bui. E' meschina e traditrice, copre i finestrini delle auto di passaggio, ma non nasconde le cosce nude alle puttane.
Raffredda le lacrime degli infelici ma non le gela, scendono lo stesso e sono ancora più insopportabili.
Accerchia i palazzi e dai balconi assiste complice e connivente alle liti notturne, assorbe il bagliore del televisore acceso in salotto, e seduce il buio dell'abatjour che si è appena spenta in camera da letto.
Passa dentro le serrature di ferro nei capannoni e serpeggia intorno alle ossa degli operai, riesce a prenderle e avvelenarle fino al mattino.
Si siede sugli autobus, fredda i sedili di plastica e non discute con il conducente, che guida solo.
Cerca di entrare nei night e si lascia sbattere fuori dall'alito caldo delle spogliarelliste.
Arrugginisce gli ingranaggi degli orologi, bagna le foglie ma è asciutta e secca sulle labbra, è voluttuosa e vanitosa.
Se un suono dolce attraversa la notte, rapida e acrimoniosa, lo ovatta.
La nebbia non è un uomo dissoluto o rancoroso, non è una delle sue tasche strappate, non è la sua saliva umida, né una delle sue rughe troppo scavata e sporca.
C'era un signora, in sala d'attesa. Una signora grassa, su un divano esile nero, con i cuscini neri gonfi. Leggeva un libro sottile, foderato di carta per cassetti. Leggeva un libro, sotto la carta a gigli neri, che era un harmony.
La nebbia è la carta di quel libro, in mano a quella signora. Vestita di nero come la notte.
7 commenti:
ha un tono che richiama morte e cimiteri
allegriaaaaaa!!!
Arimortis, trovi? ...uhm... sì è un po' cupo ma non mortifero. E' solo il tentativo di leggere con occhi diversi, e meno romantici, la nebbia.
Chica... qui non manca maiii!!!!!! ;)
la nebbbbbia è bellissima....anch'io sono bellissima se mi vedi tra la nebbia...mi fa l'effetto fotoscioppe!!!!:D
riesci sempre a farmi venire la pelle d'oca...."le ossa degli operai"..
ho vissuto nelle nebbia, so cosa vuoi dire, e non credo che sia cupo quello che descrivi, ma reale e quotidiano, alcune metropoli non potrebbero essere così affascinanti se ogni tanto non venissero offuscate e ovattate...
Chica, ma poi ti vengono i capelli crespi, ti esce il fumo dalla bocca e ti rattrappisci come una befana!!!!! ...abbasso la nebbia! e fotoscioppe!
Occhidigatto! :) è ploplio così! ...non volevo sembrasse cupo! uff!
é che noi che ci definiamo vivi forse siamo solo troppo presuntuosi per quanto riguarda il nostro stato. peró mica ho detto che non mi piaceva, eh! anzi, persino.
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