E poi c'era un cane, un cane beige con le orecchie lunghe. Un cane beige con le orecchie lunghe e la pancia a terra. Un cane dai sogni miti, fatti di gatti sopra la grondaia, di chiavi nella toppa e il rumore del guinzaglio. C'è un cane, beige, e dorme davanti al suo cancello.
I fiori di glicine, bianco, sono caduti tutti, i mattoni hanno iniziato a inumidirsi e le ringhiere a scaldarsi tardi, al mattino.
C'era un gatto dentro il giardino di bouganville, adesso lo si vede poco, rimane al caldo. Sta sul davanzale, il gatto, con la finestra aperta e le tende alzate.
I fiori delle ortensie e delle rose sono morti, ma in giardino c'è un angelo di pietra. Sul tavolino, l'angelo, tiene le gambe una sull'altra, sta di guardia, al verde, prima che sbiadisca.
C'era anche una signora, una signora vecchia, affacciata al suo balcone, annaffiava di continuo i suoi gerani. I fiori dei gerani sono appassiti ma lei continua ad annaffiarli tutti i giorni e l'acqua cola giù dai vasi fino in strada.
Nei giorni di pioggia, la pioggia, li cancella.
e nulla accade.
Solo la pioggia e l'angelo di pietra.
giovedì, settembre 17, 2009
Umido
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4 commenti:
Se il cane si chiama Pugnax, ho capito i riferimenti, altrimenti posso solo dirti che - ahimé - ci si avvicina al letargo del buonumore, uff.
Ah, viva i gerani e anche (e soprattutto) le ortensie
La seconda che hai detto. Amato autunno. :)
Io detesto i gerani.
Splendido passo. Poetico, vivido, mi è piaciuto proprio. :)
7
:) mi fa piacere, grazie.
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