venerdì, ottobre 25, 2013

In difesa

Mi è rimasta sulle dita quella sabbia strana che è terra e argilla insieme. L'ho tolta strisciando la mano sui jeans mentre mi chinavo di nuovo. Non ho mai tirato su un muro a secco e so che poi dovrò far cadere giù un piombo per vedere se è dritto.
Ho una gravità, lo so, davvero tutta mia. Di terrestre non ha nulla, ma sono sicura che per quanto alto io riesca a costruirlo, sarà allo zenit perfetto dei miei desideri più infantili.
Non c'è sole, pioggia, vento o nebbia lontana, adesso qui. Se sollevi lo sguardo vedrai mescolati insieme gli umori scomposti delle mie stagioni, arcobaleni leggeri, cieli uggiosi e nuvole dense immobili in mezzo ai cicloni.
Ho pazienza e un buon senso dell'equilibrio, se mi siedo per terra, lentamente, riuscirò a scavarne una fondazione che sostenga anche il peso più sfinente. Girerò qui intorno come il tarassaco nel vento e basterà un segno leggero per disegnare l'impronta rotonda delle torri più segrete.
Ogni pietra al posto giusto, mi hanno detto. Devo esser brava a farle combaciare una per una, altrimenti crolla tutto.
Avrò di certo, a furia di stropicciarmi gli occhi e tirar dietro i capelli, di questa strana sabbia un'impronta leggera sopra il viso. Accadrà di certo che qualcuno si avvicinerà deciso d'istinto per levarla mentre io, schiva, farò un passo indietro oltre il muretto.
Ho in ogni pietra un'insolita fiducia. Anche laddove non si posa, le do il giusto tempo e la distanza per trovare la misura.
Ho costruito i miei castelli migliori anche senz'aria, riuscirò a costruire un muro a secco alto e rotondo. Un posto al sicuro.
Se è solo un muro a secco alto e rotondo, poi come ci entri?

Io, se non è chiaro, resto lì dentro.

3 commenti:

  1. Senza mai lasciare l'acqua
    Senza mai lasciare il mare.
    E se sono diventato sabbia
    Era solo per lasciarti dentro
    un’impronta bagnata


    Ho nuotato tra le pagine
    Del tuo silenzio d’acqua
    Eri un bestiario d’oltremare
    Un’alga cristallina
    Un riccio di mare estremo
    La stella marina dai mille perché.
    Per questo volevo addormentarmi
    Sui tuoi occhi di medusa
    Come due lacrime nascoste
    Tra nidi d’acqua
    Come il respiro spugnoso di un abisso
    mi inghiotti in leggeri sorsi di sabbia.

    Donato Di Poce

    RispondiElimina
  2. giardigno65 è sempre della misura giusta, la distanza tra un'impronta e l'altra che lasci qui quando entri e poi vai via. :)

    RispondiElimina
  3. Muretto a forma di blog? Guarda che hai lasciato un pertugio... ;)

    RispondiElimina

se non hai qualcosa di interessante da dire, dilla lo stesso