È il mio modo silenzioso di scandire la vita, il tempo, di avere pazienza, con me, di me, di attendere, me, i miei prossimi passi, i passi falsi, quelli non li puoi saltare. Così conto, conto cose inutili, sottovoce, per spingermi in avanti quando invece vorrei sedermi, in silenzio, immobile. Senza muovermi, per un secondo o un infinito, senza andare avanti, o indietro.
Prendi fiato, uno, mangia qualcosa, due, non ferire nessuno, tre... Che se solo non conoscessi il rischio enorme di fermarsi, o di aspettare, come i bambini, che arrivi un profondissimo dolore a stravolgere le cose, lascerei scappare il tempo senza il terrore di dovermi poi accontentare.
Non vedo la trasgressione.
RispondiEliminaCiao.
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Mi sa che non c'è.
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