Non sono brava a fare gli origami, ma c'è un inspiegabile conforto nel saper capire qual è il punto di rottura della carta. Segnarla finché si lascia piegare e sapersi fermare prima del limite oltre il quale si strappa.
Deve combaciare tutto esattamente alla perfezione e quasi sempre, per fortuna, ci sono le istruzioni.
Perché del resto, gli origami più belli, hanno curve talmente dolci e delicate che sembrano quasi imperfezioni.
A me manco le barchette vengono, figurati se cerco da infondergli un'anima. Alla carta. Giusto a scriverci sopra. Allora si, prende vita. Ma così è un po' barare...
RispondiEliminaIo dovrei essere bravo, ma vado a sensazione (e temo che farei di tutto per evitare le imperfezioni vitali).
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