venerdì, settembre 13, 2013

Facciamo che io ero chi le scrive e tu eri le mie parole più belle.

Una dopo l'altra,
così immobili
e ferme
tra immaginazione e volontà,
possono,
alle volte,
le parole
giocare come i bambini
a fingere le cose.
Hanno il potere,
muto,
di poter essere,
ancora,
senza saperlo,
ciò che desiderano.
Si fermano un attimo,
soltanto,
di tanto in tanto,
per usare un imperfetto
scorretto
sul presente
e sul futuro.
Diventano,
non se smettono,
ma quando giocano,
ad esser grandi.



2 commenti:

  1. Scandisco vecchie parole generose
    Fiore ragazza amico bambino
    fratello bacio fidanzata
    mamma stella musica
    Sono le parole crociate del mio sogno
    Parole sotterrare nella prigione della mia vita
    questo tutte le notti del mondo in una sola lunga notte
    in una stanza solo

    António Ramos Rosa

    RispondiElimina
  2. giardigno65 si dovrebbe poter metterle in un fagotto di lana e aspettare che lievitino, le parole.

    RispondiElimina

se non hai qualcosa di interessante da dire, dilla lo stesso