Quindi presi a chiedergli della questione del fagiolo. La trovavo interessante. Dietro la veranda e il tetto in legno, sopra il granaio, si vedevano nuvoloni minacciosi. L'aria era fresca, ci sedemmo sul marciapiedi in attesa dell'acquazzone e lui mi disse:
«Lei non ne sa molto di fagioli, vero?»
«No, non molto.»
«Ecco, allora immagini un baccello. Ci riesce?»
«Sì.»
«Bene.» e cominciò «Un fagiolo cresce chiuso in un baccello. E' protetto, ingrossato dalle piogge, rigoglioso se la pianta è rigogliosa, ha il suo posto e ci sta bene. C'è da dividersi lo spazio, in un baccello, sembra che ognuno debba farsi largo, spingere e dibattersi per gonfiarsi senza limite, penserebbe un po' chiunque. E invece no. Un fagiolo in un baccello si stringe e allarga come può. Si solletica della peluria del suo guscio e all'umido sta fresco. Il fagiolo non ci pensa a quanto spazio ha lì intorno. Non si cura degli altri semi tra le valve. Lui cresce e gonfia allegramente ed è il baccello che s'allarga in proporzione. Mi capisce?»
«Mi sembra un buon suggerimento.»
«Lo credo anch'io.» aggiunse infine «Ora cerchi di godersi questa pioggia. In primavera, gli acquazzoni, imperlano anche le piante più selvatiche.»
Non ti ha raccontato, tuttavia, cosa succede quando il baccello si apre, cosa accade al baccello e soprattutto al fagiolo..NON è "ma quella è un'altra storia"...
RispondiEliminaEhm... mi sono dimenticata di chiedergli.
RispondiEliminaa me piacciono i finali Pulp!
RispondiEliminatipo, beccato da un uccello? Mangiato da un topo? Zuppa di fagioli?
RispondiEliminai tuoi giovani e vergini occhi non potrebbero sostenere il peso di una certa violenza sconsiderata e senza soluzione di continuità...
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