Und wir, die an steigendes Glück
denken, empfänden die Rührung,
die uns beinah bestürzt,
wenn ein Glückliches fällt.
E noi che pensiamo la felicità
come un'ascesa
ne avremmo l'emozione
quasi sconcertante
di quando cosa che è felice, cade.
Duineser Elegien, ultimi versi della Decima Elegia di R.M.Rilke
come un'ascesa
ne avremmo l'emozione
quasi sconcertante
di quando cosa che è felice, cade.
Duineser Elegien, ultimi versi della Decima Elegia di R.M.Rilke
Sono un entusiasta, facile pertanto agli ottovolanti su cui mi conduce il mio umore. Ma sinceramente, quando sono infelice, la mia percezione non è di caduta, bensì di stasi. Di qualcosa di immoto, che non cade da una cima. Tutto questo benchè riconosca nella felicità un picco. Secondo me la felicità e l'infelicità sono talmente opposte che fatico a renderle riconducibili.
RispondiEliminaps: nulla toglie che Rilke, come al solito, spacchi!!!
Yang
...stamattina non riuscivo a capire cosa di diverso io e te leggessimo in questi versi. Riflettendoci, ho capito. (o almeno credo) :)
RispondiEliminaE' la percezione di stasi che segna per la felicità un'ascesa. Ma se la felicità non fosse ascesa, se la felicità e, cosa che è felice, per contrasto, fosse caduta. istantanea e fulminea...
pensa che emozione.