martedì, luglio 14, 2020

Le mie suddivisioni sono infinite

E continuava a dirmi che ero troppo. Che era tutto troppo. Troppo cosa volevo, troppo cosa pensavo, troppo cosa chiedessi, un più di eterno. 


E mi sono chiesta mille volte se ero davvero troppo. Se erano troppo alte le mie aspettative, troppo aspre le mie critiche, troppo pretenziosa la mia lista di cose da fare, la mia voglia di viaggiare, di assaggiare, di non aspettare, di non accettare.
E nell’attesa di darmi una risposta mi sono costretta a chiedere meno, a dare meno, a sperare di meno.
E mi sono sentita più pesante, e più schiacciata, e più indifesa, finalmente meno potente, sicura, forte.
Che a volere meno si sta più stretti dentro di me, si alzano le maree, i venti gonfiano, la terra si tende fino a mancare.
E perdo le misure, le mie coordinate, il mio cercare continuo, inafferabile, affamato. 
Perché arginata non fluisco, rallento, mi fermo.
Io voglio tutto.


2 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

A me dissero che eravamo troppo felici.
E a volare troppo in alto si rischia di cadere.
Ok dissi.
Continua a strisciare da sola.

Paola Bonavolontà ha detto...

Meravigliosamente scritto.