martedì, dicembre 03, 2013

Le geometrie dei sensi

Conosco la forma delle mie abitudini, della mano che si chiude in un pugno quando mi appoggio per guardare, o della gamba che si accavalla leggera sull'altra per non sentire i tendini tesi alla caviglia.
Conosco la forma dei miei gesti, al mattino, appena sveglia, quando scendo dal letto in punta di piedi perché il pavimento è troppo freddo, in ufficio, quando avvolgo i capelli alla penna per tenerli su, o per strada se cammino veloce e sposto indietro la spalla per non sfiorare la gente.
Ho un catalogo completo delle mie smorfie allo specchio o in fotografia. Ho una traccia delle mie emozioni che appare ogni tanto all'angolo degli occhi, appena sorrido.
Conosco gli incastri esatti delle mie forme. Conosco il punto esatto in cui il mio piede si nasconde sotto le gambe incrociate e la curva stretta del mio ginocchio piegato. Ho in me le impronte delle mie pose più scomposte, immobili e segrete.
Da qualche parte dev'esserci persino un calco dei miei gesti passati, della mia mano piccola stretta in quella di mio padre, della prima volta che ho chiuso gli occhi piano lasciandomi accarezzare lentamente, della morsa stretta dei denti per la rabbia o l'emozione.
Conosco le abitudini del mio corpo di notte, quando non controllo i sensi, i muscoli si sciolgono e il letto mi sorregge. Conosco la forma dei miei respiri e la curva dei miei fianchi se qualcuno mi sfiora.

Ho in me un calco lento e delicato che disegna la forma dei miei gesti più semplici. E se dovessi cambiarne gli incastri, le misure o perderne ogni traccia, so già che non saprei più chi sono e che forma hanno i miei pensieri.








4 commenti:

  1. Io invece non la conosco la forma dei miei pensieri quando poi la spargo su carta o video.. è come farina setacciata da impastare.. ed è il continuo fascino della scrittura, la metamorfosi di un'idea che prende vita affrancandosi dalla sua genesi...
    se anche perdessimo tutti i nostri calchi, sarà una lieve scoperta il riconoscere quel gesto che accomoda i capelli...

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  2. bellissima, siamo calchi fragili ...

    ti mando questa poesia fragile e spiritosa

    La geometria dei corpi

    La più piccola distanza
    tra due punti
    è nella congiunzione
    dei nostri corpi
    che si attraggono in ragione inversa
    della ragione e del verso.

    Bacia i miei seni
    viaggia la mia ipotenusa
    per te perdermi nel triangolo
    bagni i miei pantaloncini di Bermuda
    e scopri la mia incognita
    è lacerata coi tuoi cateti.

    Incastra il tuo cilindro
    nel mio cono del quale hai bisogno
    e trova, usa ed abusa,
    scopre il mio punto G...

    Trova la quadratura del cerchio
    nella curva delle mie anche.
    Camila Sinora

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  3. Lampur, sarà lieve :)

    giardigno65 ci sono misure che anche a dirle rischi di perdere la testa :D

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